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                      Spagna, l’export di ortofrutta cresce a 13,5 milioni di tonnellate ma calano i prezzi (-2%)

                      Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla Fepex, le esportazioni spagnole di frutta e verdura sono cresciute dell’8% in volume e del 5,5% in valore nel 2019, raggiungendo 13,5 milioni di tonnellate e 13,542 miliardi di euro. Tuttavia, i prezzi medi all’esportazione sono diminuiti del 2%, scendendo a 1,01 euro al kg. Dopo gli agrumi, le esportazioni maggiori sono state quelle di frutta secca, così come la maggior parte degli ortaggi ha registrato una performance migliore rispetto al 2018, ad eccezione dei pomodori, che risentono della concorrenza di Marocco e Paesi Bassi. Nel 2019 inoltre, le esportazioni verso l’Ue sono cresciute del 7% in volume e del 4% in valore, per un totale di 12,5 milioni di tonnellate e 12,454 miliardi di euro, che rappresentano rispettivamente il 93% e il 92% del totale delle esportazioni

                      Dalla Redazione

                      Spagna export

                      Mercato centrale di Valencia

                      Secondo i dati doganali diffusi da Fepex, la federazione dei produttori ed esportatori, i prezzi medi di frutta e verdura spagnoli non hanno rispecchiato l’aumento dei costi di produzione. Infatti, le esportazioni spagnole di frutta e verdura sono cresciute dell’8% in volume e del 5,5% in valore nel 2019, raggiungendo 13,5 milioni di tonnellate e 13,542 miliardi di euro. L’organizzazione ha però osservato che i prezzi medi all’esportazione sono diminuiti del 2%, scendendo a 1,01 euro al kg. Le esportazioni di verdura sono state pari a 5,6 milioni di tonnellate, il 5% in più rispetto al 2018, e 5.752 miliardi di euro (+ 9%), con un valore medio unitario di esportazione di 1,02 euro al kg (+3,4%). La maggior parte degli ortaggi ha registrato una performance migliore rispetto al 2018, ad eccezione dei pomodori, che sono scesi del 5,5% in volume e dello 0,5% in valore, rispettivamente a 767.368 tonnellate e 922 milioni di euro.

                      Sulle perfomance del pomodoro pesano due fattori principali: la forte concorrenza del Marocco e l’allungamento delle stagioni di produzione in altri Paesi dell’Ue. La concorrenza del Marocco, le cui esportazioni verso l’Ue stanno crescendo in volumi molto superiori rispetto a quelli previsti dall’Accordo di associazione, hanno superato, riporta la Fepex, ancora una volta il picco storico di 484.822 tonnellate, trainate da costi di produzione molto più bassi, soprattutto in termini di manodopera, stimati a 1 euro/ora. Il presente accordo, infatti, comprende un contingente preferenziale di 285 mila tonnellate e misure per evitare perturbazioni sui mercati comunitari, che però non vengono attuate. L’altro grande fattore è l’allungamento delle stagioni di produzione dei pomodori in altri Paesi dell’Ue, soprattutto nei Paesi Bassi. Nell’Ue cresce la concorrenza dei Paesi Bassi, con serre ad alta tecnologia che consentono loro di essere presenti sui mercati dell’Ue durante tutto l’anno e con rendimenti e costi unitari molto competitivi. Per Fepex, inoltre, la crisi del settore del pomodoro sta colpendo non solo questa coltura, ma l’intero settore degli ortaggi in serra, perché sta dirottando l’area verso altri prodotti e mercati, che cominciano ad affrontare simili perturbazioni.

                      Le esportazioni di frutta nel 2019 sono salite a 7,8 milioni di tonnellate, il 9,5% in più rispetto al 2018, con un valore di 7,789 miliardi di euro (+ 3%). Il prezzo medio all’esportazione si è attestato a 1 euro, il 5,7 % in meno rispetto al 2018. Dopo gli agrumi, le esportazioni maggiori sono state quelle di frutta secca con 1,04 milioni di tonnellate, il 9,4% in più rispetto al 2018, per un valore di 1,086 miliardi di euro (-1,5%). Le esportazioni di frutti di bosco sono cresciute del 13% in volume e del 6% in valore, raggiungendo 440.292 tonnellate e 1,41 miliardi di euro. Nel 2019 le esportazioni verso l’Ue sono cresciute del 7% in volume e del 4% in valore, per un totale di 12,5 milioni di tonnellate e 12,454 miliardi di euro, che rappresentano rispettivamente il 93% e il 92% del totale delle esportazioni. Le esportazioni verso le terze destinazioni sono aumentate del 22% in volume e del 19% in valore, raggiungendo 971.235 tonnellate e 1.088 miliardi di euro.

                      Come già prevedevano i dati parziali Fepex, che si riferivano ai primi 11 mesi del 2019, le esportazioni spagnole di frutta e verdura vedono ai primi posti il peperone, che ha registrato una performance particolarmente buona a 765.000 tonnellate (+11%) e 973,6 milioni di euro (+15%) e i cavoli, con una crescita del 21% in volume e valore, per un totale di 424.637 tonnellate, mentre le vendite di lattuga sono diminuite del 5% in volume a 638.550 tonnellate aumentando però in valore, con un 5% in più e 63 milioni di euro. In questo periodo, il peperone ha superato quello che era l’ortaggio più esportato in Spagna, il pomodoro, con un’esportazione di 671.285 tonnellate (+5%) per un valore di 802 milioni di euro (+0,3%).  Tuttavia, il valore di alcuni prodotti è diminuito in modo significativo.

                      Per Fepex, quindi, i dati del 2019 riflettono la forte dipendenza dalle vendite estere per mantenere la sostenibilità economica e sociale del settore ortofrutticolo e l’evoluzione negativa dei prezzi medi, che si attestano a 1,01 euro al chilo, il 2% in meno, in un anno caratterizzato da una forte crescita dei costi di produzione e dall’impossibilità di trasferirli sui prezzi di vendita.

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