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                      Sugar tax: rinviata al 2025 l’imposta sulle bevande analcoliche zuccherate

                      La commissione Finanze del Senato ha raggiunto un accordo sullo slittamento della sugar tax, che quindi non scatterà più a luglio 2024 ma viene posticipata a gennaio 2025. “Si tratta di un balzello che non avrà effetti reali sulla salute dei cittadini ma determinerà solo un rincaro generalizzato dei listini a danno delle famiglie”, chiosa il Codacons

                      Dalla Redazione

                      sugar tax

                      Dopo giorni di discussioni il Governo ha trovato un compromesso sulla sugar tax: sarà posticipata dal 1° luglio 2024 a gennaio 2025. Ad approvare il rinvio è stata la commissione Finanze del Senato con una modifica introdotta nel decreto Superbonus. L’imposta sulle bevande zuccherate è una misura approvata nel 2020 dal governo Conte 2, che è stata oggetto in questi anni di diversi rinvii. Mette nel mirino le bevande analcoliche che contengono più di 25 grammi di zuccheri al litro (bevande gasate, succhi di frutta, energy drink). Per queste bevande è previsto un sovrapprezzo di 10 centesimi in più al litro, 25 centesimi per chilo nel caso di prodotti da diluire, come ricorda Today.

                      Il Governo Meloni ha però introdotto una versione ridotta, con imposta dimezzata, almeno per i primi sei mesi: 5 euro per ettolitro, mentre per i prodotti predisposti per essere utilizzati previa diluizione la quota è pari a 0,13 euro al chilogrammo.

                      Ora arriva la conferma del rinvio a gennaio 2025. Una decisione importante, per Coldiretti, “per evitare di penalizzare imprese agroalimentari e famiglie italiane, egualmente colpite da una misura distorsiva”, comunica l’associazione. “La sugar tax va a colpire l’agroalimentare italiano senza avere effetti positivi sulla salute dei cittadini consumatori – continua Coldiretti -. Oltre a penalizzare le imprese già gravate dall’aumento dei costi di produzione causati da guerre e tensioni internazionali, la tassa peserebbe soprattutto sulle tasche delle famiglie con minori disponibilità economiche”.

                      Sta di fatto che la questione è stata solo posticipata di sei mesi, al momento. Sulla sugar tax interviene anche il Codacons. “Si tratta di un balzello che non avrà effetti reali sulla salute dei cittadini, e determinerà un rincaro generalizzato dei listini a danno delle famiglie – afferma il presidente Carlo Rienzi -. Questo perché le imprese colpite dalla nuova tassa finirebbero inevitabilmente per scaricare i maggiori costi sui consumatori finali, attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio”.

                      “Una tassa ipocrita – continua il presidente del Codacons – che creerà pesanti discriminazioni nel comparto alimentare, in quanto varrà solo su pochi beni e non su tutti gli alimenti pericolosi per la salute umana, e che non lancia alcun messaggio educativo, dal momento che il suo unico scopo è quello di fare cassa sulla pelle dei consumatori: non a caso all’estero tassazioni di questo tipo si sono rivelate un flop, non hanno migliorato lo stile alimentare dei cittadini e hanno creato danno all’economia, al punto da essere abbandonate da molti paesi”.

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