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                      “Un tetto per il cocktail di pesticidi”: la Camera approva all’unanimità la mozione

                      Una mozione bipartisan sostenuta da tutte le forze politiche impegna il governo a colmare un buco legislativo in fatto di food safety: ad oggi infatti non esiste un limite per la somma di residui di fitofarmaci ammessi su ogni singolo prodotto ortofrutticolo. L’atto – sostenuto anche dall’impegno di tanti cittadini e dal contributo di Cambia la terra – ha come obiettivi la protezione della salute, la tutela ambientale e la difesa del made in Italy, e mira a risolvere il problema dei multiresidui attraverso maggiori controlli a livello nazionale ed europeo. Per Federbio si tratta di una grande vittoria.  “Un tetto per il cocktail di pesticidi”? È misura che alcune Gdo già adottano nei capitolati che regolano il rapporto con i loro fornitori

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      pesticidiPiù controlli per garantire la sicurezza di quello che mangiamo, difesa del made in Italy, meno chimica di sintesi e promozione del biologico. Sono questi i punti centrali della mozione bipartisan passata ieri alla Camera all’unanimità (453 voti), con il parere favorevole del governo. L’obiettivo che ha messo d’accordo tutti i parlamentari, come riporta Repubblica, è quello di “potenziare il sistema dei controlli sull’uso corretto dei pesticidi in agricoltura, incrementando anche i controlli sui prodotti agroalimentari importati dai Paesi terzi per i quali è possibile dimostrare che siano stati trattati con il glifosato oltre la soglia permessa in ambito europeo, al fine di tutelare la filiera produttiva italiana e garantire alti standard di qualità; a vigilare affinché il monitoraggio del livello di contaminazione da pesticidi nelle acque sia omogeneo su tutto il territorio nazionale e che tutte le regioni si dotino di un piano per la tutela delle acque, al fine di assicurare un alto livello di protezione della salute umana, animale e dell’ambiente”.

                       

                      Si tratta di misure che mirano a migliorare il quadro di protezione già esistente, ma con un salto di qualità: recependo le sollecitazioni che vengono dalla comunità scientifica, la Camera impegna infatti il governo a risolvere il problema dei multiresidui. In pratica vuol dire che su una mela o su un grappolo d’uva troviamo spesso più di un residuo di pesticida. Alle volte anche sette o 10 tipi diversi di prodotti di sintesi. Nella maggior parte dei casi ognuno di questi pesticidi o diserbanti è all’interno dei limiti di legge e questo rende il prodotto legalmente vendibile. Ma è anche sicuro? La normativa in vigore non prevede un limite che misuri “l’effetto cocktail”, cioè il potenziale danno causato dalla somma di tutti i residui indesiderati. Il Parlamento per la prima volta chiede con decisione di colmare questo buco legislativo.

                       

                      Un tetto massimo per il numero di residui di pesticidi ammessi su ogni singolo campione ortofrutticolo? In realtà è una misura che alcune Gdo già adottano nei capitolati che regolano il rapporto con i loro fornitori. Alcuni gruppi distributivi, infatti, nelle loro linee guida interne prevedono misure più cautelative rispetto a quanto previsto dalla normativa in tema di food safety. Vale a dire che, per alcune catene, i prodotti ortofrutticoli forniti dai produttori non devono solo rispettare i limiti di legge previsti da EFSA, devono anche essere al di sotto di una certa percentuale. Una misura soggettiva a tutela della salute del consumatore, che da oggi potrebbe essere applicata su larga scala, se la normativa vigente verrà aggiornata.

                       

                      La mozione bipartisan passata alla Camera, inoltre, prevede di proteggere non solo chi consuma i prodotti che vengono da campi coltivati in maniera convenzionale, ma anche chi si trova vicino alle aree dove le sostanze di chimica di sintesi vengono utilizzare.

                       

                      “Si tratta di una grande vittoria per il biologico”, sottolinea Federbio, che comunica la sua soddisfazione per la mozione, frutto anche dell’impegno di una coalizione di associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica, portato avanti con Cambia la Terra, il progetto di informazione e sensibilizzazione sul biologico voluto da FederBio con Isde-Medici per l’ambiente, Legambiente, Lipu e WWF e di tanti cittadini che si sono espressi anche attraverso una petizione condotta dal gruppo Facebook No pesticidi.

                       

                      “Il voto unanime del Parlamento italiano per una mozione che chiede al Governo di limitare l’utilizzo dei pesticidi chimici di sintesi e di favorire le alternative, fra cui l’agricoltura biologica, fa seguito al voto quasi unanime della Camera dei deputati lo scorso dicembre sul progetto di legge per l’agricoltura biologica. – dichiara Paolo Carnemolla, presidente FederBio – Entrambi questi voti, che superano schieramenti partitici e contrapposizioni ideologiche ed esprimono un sentimento diffuso fra i cittadini, impegnano il Governo a scelte chiare già nei prossimi giorni, quando si avvierà il lavoro di revisione del Piano nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi. La definitiva approvazione da parte del Senato della legge sull’agricoltura biologica è dunque il passaggio fondamentale per iniziare a lavorare concretamente per la transizione dell’agricoltura italiana alla sostenibilità non solo ambientale e sociale ma anche economica, come chiedono anche le manifestazioni dei pastori e degli agricoltori di questi giorni”.

                       

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