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                      The Circle: aromatiche e baby leaf nella farm acquaponica più grande d’Europa

                      Nata a Roma nel 2017, The Circle è la più estesa azienda agricola acquaponica del continente, che in 5 mila metri quadri di serre coltiva insalate ed erbe aromatiche destinate ai ristoranti stellati e alla produzione di trasformati per la Gdo. Consumo di acqua e suolo ridotti al minimo, niente fitofarmaci e nessun fertilizzante chimico: a nutrire le piante, infatti, sono i pesci. “Vogliamo dimostrare che fare un’agricoltura sostenibile e competitiva è possibile”, ci racconta il co-founder Thomas Marino parlando dei prossimi piani di sviluppo dell’azienda, che pensa di esportare il proprio modello anche all’estero

                      di Carlotta Benini

                      The Circle founder

                      I quattro soci fondatori di The Circle (Thomas Marino secondo da sinistra)

                      Ha compiuto sei anni il 12 gennaio scorso, festeggiando un percorso di crescita continua e guardando al futuro con progetti ambiziosi, che parlano anche di uno sviluppo all’estero. The Circle è una realtà unica nel panorama agricolo italiano: la startup, fondata nel 2017 dai giovani imprenditori Valerio Ciotola, Simone Cofini, Lorenzo Garreffa e Thomas Marino, oggi con 5 mila metri quadri di serre con colture sostenibili è la farm acquaponica più grande d’Europa, dove vengono prodotte insalate ed erbe aromatiche in modo assolutamente rispettoso della salute, del Pianeta e del consumatore.

                      Il prodotto fresco è destinato al canale horeca, con un network di oltre 100 ristoranti di alta gamma e chef stellati serviti con materie prime ricercate, fresche e stagionali, mentre con i trasformati The Circle sta crescendo anche in Gdo. L’azienda, in procinto di chiudere un nuovo round di investimenti che le consentiranno di quintuplicare la superficie produttiva ed espandersi anche fuori dalla Capitale, vede fra i suoi sostenitori la Regione Lazio, Bricofer, Gruppo CR, famiglia Brachetti Peretti e De Marinis, società quest’ultima di proprietà del cantante Achille Lauro. Abbiamo parlato dei prossimi piani di sviluppo con Thomas Marino, co-founder di The Circle e marketer del gruppo, mentre i soci hanno alle spalle un’esperienza nelle biotecnologie e nelle energie rinnovabili.

                      The Circle acquaponica

                      Come nasce The Circle?
                      Nasce sei anni fa da un sogno, quello di combattere il cambiamento climatico in agricoltura attraverso il lancio in Italia di un business model fattibile, capace di risolvere i problemi dell’idroponica e dell’acquacoltura con un’unica soluzione. Siamo partiti con la nostra scommessa a Roma, mettendo in piedi quella che oggi è la più estesa azienda agricola acquaponica del continente, in cui vengono prodotti ortaggi a foglia in modo salubre e sostenibile, senza l’utilizzo di prodotti chimici e riducendo drasticamente il consumo di suolo, di acqua e le emissioni di CO2, secondo un perfetto modello di economia circolare.

                      Su cosa si basa il metodo di coltivazione?
                      L’impianto acquaponico di The Circle è un sistema a ricircolo in cui l’acqua, grazie all’uso di una o più pompe, viene prelevata da una vasca nella quale vengono allevati i pesci. Filtrata e depurata, questa irriga le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali interamente fuori suolo brevettate (vedi foto sopra) dall’azienda e, infine, ritorna nella vasca di allevamento. Questo tipo di tecnologia ha il vantaggio di recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito, riducendo del 90% il consumo di acqua per kg di prodotto. In più, garantisce una maggiore resa e una maggiore velocità di crescita delle piante coltivate e non fa uso di diserbanti e fertilizzanti di sintesi, bensì solo di materiale organico prodotto dai pesci per il loro nutrimento.

                      The Circle acquaponica

                      Che differenza c’è tra vertical farming in idroponica e coltura acquaponica?
                      Il settore del vertical farming è ampio ed è basato su diverse tecnologie, l’acquaponica è una tipologia di setup, poi ci sono l’idroponica e l’aeroponica, c’è la coltivazione totalmente indoor, oppure quella in greenhouse, come la nostra: a seconda della location, va studiato il setup giusto. A livello generale comunque il vantaggio dell’acquaponica è quello di abbattere l’utilizzo di concimi chimici (che invece si utilizzano nell’idroponica, ndr): la maggior parte della fonte nutritiva nella nostra farm infatti è a base di azoto e viene fornita dai pesci.

                      Che referenze avete in produzione?
                      Produciamo insalate, baby leaf ed erbe aromatiche. Alla ristorazione forniamo il prodotto fresco: leaves come senape, mizuna, spinacio giapponese, pak choi, acetosella, tatsoi ed erbe aromatiche come basilico, prezzemolo, origano, santoreggia, finocchietto, menta e maggiorana. Poi stiamo incrementando la produzione di trasformati destinati alla Gdo: attualmente siamo presenti in Conad a Roma con i pesti e stiamo per lanciare una nuova linea di oli aromatizzati e sali aromatizzanti, presto disponibili anche nel nostro shop online.

                      The Circle acquaponica

                      Ad oggi che volumi ha il vostro business?
                      L’ambizione di The Circle è quella di continuare a crescere, dimostrando che fare un’agricoltura sostenibile e competitiva è possibile. Il nostro giro d’affari è ancora lontano dai volumi che analoghe realtà del settore riescono a ottenere ad esempio negli Usa, dove il vertical farming è una realtà più consolidata, ma è cresciuto a doppia cifra negli ultimi anni, anche grazie a importanti round di finanziamento da parte di oltre 200 investitori. Crediamo molto nel nostro progetto, convinti che l’agricoltura sia uno dei settori che può spingere di più verso una transizione sostenibile: forti di questa convinzione, e grazie a un nuovo round di investimenti che confidiamo di chiudere nel breve termine, stiamo progettando a Roma, in una zona più centrale, un altro grande impianto da un ettaro.

                      Cosa andrete produrre nel nuovo impianto?
                      Cinquemila metri quadri saranno riservati alla produzione di materie prime per i trasformati destinati alla GDO, altri 5 mila mq alla coltivazione delle insalate ed erbe aromatiche destinate al mondo della ristorazione, con la semi-automatizzazione dei processi che riguarderà l’intero ciclo, dalla semina al confezionamento.

                      The Circle acquaponica

                      Un futuro debutto in Gdo in quarta gamma, è previsto?
                      Attualmente no, almeno non nel prossimo triennio. Per ora ci concentriamo sull’horeca, dove siamo ben posizionati e dove ci sono importanti margini di crescita, anche all’estero. Grazie allo sviluppo del nuovo impianto a Roma andremo ad aumentare la nostra capacità produttiva anche sui trasformati e questo ci permetterà di essere più competitivi anche in Gdo. In futuro poi, tra le industrie che vorremmo esplorare con il nostro marchio, c’è anche il farmaceutico, con la prospettiva di coltivare erbe officinali di valore estrattivo sicure e controllate.

                      Ha parlato di estero: c’è quindi la prospettiva di un futuro sviluppo oltre confine?
                      Il nostro obiettivo è quello di consolidare un modello scalabile che preveda l’apertura di altri punti di produzione, sia in Italia che all’estero, dagli Emirati Arabi al Sudest asiatico.

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