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                      Topo nell’insalata in busta: la scoperta shock di una coppia di Genova

                      Una coppia genovese è stata sottoposta a profilassi di antibiotici a seguito della terribile scoperta fatta in una busta di insalata di quarta gamma acquistata in un supermercato della zona. Il topo rinvenuto nella busta è stato inviato ai laboratori dell’Arpal. L’insalata è risultata prodotta e sigillata nel bergamasco: sono scattati i controlli anche in Lombardia. L’insegna di Genova, pur avendo esaurito le buste dello stesso lotto, ha deciso di ritirare dagli scaffali tutte le insalate in busta ancora in vendita

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      La busta di insalata con il topo inviata all’Arpal per le analisi (fonte: Il Secolo XIX)

                      Un topo nella busta dell’insalata. È la terribile “sorpresa” capitata a una coppia genovese che aveva acquistato l’insalata in un supermercato della zona e ne aveva già consumata una parte. Lo riporta il Secolo XIX, in un articolo che mostra anche la foto della referenza incriminata, che è stata inviata ai laboratori Arpal per le analisi del caso.

                       

                      L’insalata, come si legge nell’articolo, è prodotta da un’azienda nel bergamasco. La notifica degli uffici genovesi ha fatto così scattare i controlli in Lombardia. La busta acquistata dai due coniugi proviene da un supermercato del ponente genovese, dove è scattato subito l’allarme: la catena, pur non avendo più buste dello stesso lotto, ha deciso ugualmente di ritirare dagli scaffali tutte le insalate in busta ancora in vendita. Si è trattato comunque di un provvedimento di precauzione, si precisa nell’articolo.

                       

                      Quanto alle vittime dello sventurato caso, i due coniugi spiegano di aver comprato l’insalata nei giorni scorsi e di averne consumata una parte senza essersi accorti subito della presenza del topo. Ora il loro caso è seguito dalla Asl competente, che sta facendo accertamenti sul contenuto della busta e che ha sottoposto la coppia, per precauzione, a una profilassi di antibiotici. 

                       

                      La notizia in breve ha fatto il giro del web, coinvolgendo anche gli utenti più scettici (e poco informati), che sui social parlano di fake news. C’è addirittura chi sostiene che la referenza potrebbe essere stata manomessa di proposito (a che scopo, poi, ci chiediamo, visto che non si fanno nomi né dell’azienda produttrice ne della catena distributiva?), oppure che il topo sia entrato accidentalmente nella busta, una volta aperta dalla coppia genovese.

                       

                      Creare sensazionalismi sulla base di notizie non verificate non è nello stile della nostra testata, pertanto abbiamo indagato personalmente sulla veridicità dell’accaduto, contattando gli uffici competenti dell’Arpal di Genova. “Confermiamo che il campione della busta con il topo da analizzare è arrivato nella nostra sede i giorni scorsi”, ci ha rivelato l’operatore di turno (aggiornamento del 16 aprile 2018). “Lo abbiamo spedito alla Asl di Genova, – continua l’operatore – in quanto le verifiche del caso sono ora di competenza dell’Istituto Zooprofilattico locale”.

                       

                      Aggiornamento del 20 aprile 2018. L’Asl 3 di Genova ha chiesto all’Ats di Bergamo di capire come abbia fatto il topo a finire in quella busta. Il Servizio igiene alimentare è entrato in azione tracciando l’origine e i movimenti dell’intero lotto e facendolo ritirare. Accertato che si trattava di una busta di insalata mista con quattro-cinque tipi di verdura diversa, hanno identificato i produttori. Si tratta – come riporta il Corriere di Bergamo – di due aziende bergamasche e una pugliese, dove sono stati effettuati controlli e sequestri di materiale.

                       

                      Da una delle tre è partito il topolino nascosto fra le foglie, e arrivato all’azienda bergamasca che si occupa di confezionamento, e che è risultata in regola sotto ogni aspetto. Nella sua lavorazione ci sono un macchinario che identifica corpi estranei come sassi o pezzi di vetro e uno che compensa il contenuto delle buste con 30 grammi in più o in meno di materiale. Visto che nessuno dei due si è rivelato in grado di identificare la presenza del topo, l’azienda si è mossa immediatamente per porvi rimedio, stupendo perfino i tecnici dell’Ats. È stata acquistata e installata una nuova macchina in grado di identificare all’interno delle buste la densità del prodotto e quindi la differenza tra una foglia di lattuga e un roditore. I risultati dell’indagine dell’Ats verranno poi spediti a Genova, dove è stata aperta un’indagine penale. Saranno quindi le autorità genovesi a decidere eventuali sanzioni.

                       

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