Ma la fusione doveva portare anche a passi avanti nella così detta «Guerra delle banane» che negli ultimi anni ha visto produttori ed importatori di banane di Usa e di Europa combattersi per conquistarsi l’egemonia sul mercato europeo. L’Unione Europea è infatti il più grande importatore di banane al mondo. In più l’operazione con l’Europa avrebbe consentito a Chyquita, che negli ultimi anni è in difficoltà per un enorme indebitamento, di spostare il quartier generale in Irlanda e ottenere vantaggi fiscali.
La fusione ha però trovato diversi ostacoli lungo il cammino. Primo tra tutti il trasloco in Irlanda di Chiquita, che è quotata a Wall Street. L’ipotesi, legata alla fiscalità più bassa, non è piaciuta in America. Di recente il Congresso Usa si è infatti schierato contro le unioni che permettono ai gruppi americani di lasciare il Paese e stabilirsi là dove le tasse sulle imprese sono più favorevoli.
Ora il cammino sarà ancora di più in salita. Quanto messo sul piatto da Cutrale e Safra è pari a 13 dollari per ogni azione Chiquita, pari a un premio del 29% rispetto ai valori di Borsa visti venerdì scorso in chiusura. La reazione del mercato è stata immediata: il titolo Chiquita ha subito fatto un balzo del 31% a 13,19 dollari a New York. Segno che gli operatori apprezzano l’ipotesi. Dall’altra parte Fyffes invece, sul listino di Londra, ha chiuso le contrattazioni con un fragoroso calo del 12,5%.
Cutrale controlla più di un terzo del mercato da 5 miliardi di dollari del succo d’arancia e ha attività globali anche per mele, pesche, limoni e semi di soia. La fusione con gli americani porterebbe a evidenti sinergie e vantaggi commerciali. «Questa piattaforma – hanno dichiarato ieri Cutrale e Safra – offre a Chiquita un’esperienza su tutti gli aspetti della frutta e dei succhi».
Entro venerdì Cutrale e Safra contano di ricevere una risposta dal consiglio di amministrazione di Chiquita, a cui hanno formalmente inviato la proposta tutta in contanti. L’operazione che invece darebbe vita a ChiquitaFyffes, il più grande produttore di banane al mondo, vale 1,07 miliardi di dollari ed è interamente in azioni. In caso di buon esito contano di chiudere l’affare entro la fine dell’anno in corso. La stessa scadenza prevista dall’accordo, ora in bilico, con Fyffes.
Fonte: La Stampa