Diversi fattori hanno contribuito a mettere in ginocchio il prezzo dell’uva da tavola pugliese: bassi consumi di uva, effetti delle calamita’ naturali che danneggiano i grappoli, l’eccedenza di prodotto proveniente da altri Paesi europei (Grecia, Turchia, Spagna) ed extra Ue. Così a fine ottobre, Gianni Cantele, presidente della Coldiretti Puglia, aveva indirizzato una lettera a Nardoni in cui chiedeva che senza ulteriori indugi venissero messe in campo tutte le iniziative utili a dare ossigeno al comparto dell’uva da tavola pugliese.
Dure le parole di Cantele: “Non possiamo più tergiversare. L’Assessorato alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia deve procedere immediatamente ad individuare le cantine, pugliesi e non solo, in grado di stoccare quantitativi di uva parzialmente danneggiata dall’ondata di maltempo delle scorse settimane da togliere dal mercato per estrarne succhi. Si è già perso troppo tempo. Contestualmente vanno attivate urgentemente le procedure per la valutazione dello stato di crisi di mercato”.
La risposta dell’assessore all’agricoltura Nardoni non ha tardato ad arrivare: “Stiamo cercando possibili
soluzioni, ma questo fenomeno è strettamente connesso ad un combinato disposto di fattori negativi su cui solo in parte possiamo intervenire”. L’assessore aveva già provato ad arginare il fenomeno promuovendo la filiera corta e l’acquisizione del Marchio Prodotti di Qualità Puglia. Continua Nardoni: “la Regione incentiva finanziariamente anche creando corsie preferenziali per i produttori che decidono di investire proprio sul riconoscimento di disciplinari che garantiscono provenienza e qualità».
La Puglia è il primo produttore in Italia di uva da tavola, con il 74% della produzione nazionale e, grazie all’enorme contributo pugliese, l’Italia è il primo produttore al mondo, con il 16% sulla produzione globale.