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                      Tra ritardi e incertezze, fermi preventivi e nuovi via libera, come nel “caso AstraZeneca”,  anche la GDO vuole fare la sua parte per contribuire a un’accelerazione della campagna vaccinale. Campagna utile per difendere dal coronavirus da un lato le persone più a rischio, come anziani e persone con fragilità, e dall’altro per tutta la popolazione, che come abbiamo potuto vedere nell’ultimo anno non è esente dal rischio di contrarre il virus anche nelle forme più gravi. Ecco quindi che si moltiplicano le proposte da parte della GDO, da Coop a Conad, da Selex a Carrefour,  di poter mettere a disposizione i propri spazi, le proprie capacità logistiche e anche i propri medici del lavoro per contribuire alla campagna vaccinale e dare la possibilità di potersi vaccinare anche ai propri dipendenti, che da un anno a questa parte sono sempre stati in prima linea e a disposizione della clientela

                      Dalla Redazione

                      vaccini GDO

                      Si moltiplicano le lettere rivolte al Governo nelle quali le grandi insegne della distribuzione moderna si propongono come parte attiva alla campagna vaccinale, mettendo a diposizione gli spazi, la competenza logistica e anche la forza lavoro. Coop, ad esempio, in una lettera indirizzata da Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Coop, al ministro della Salute Roberto Speranza e al generale Paolo Francesco Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, afferma: “Mettiamo a disposizione i nostri spazi e ribadiamo la necessità di inserire anche i nostri dipendenti tra le categorie prioritarie per la vaccinazione […] per garantire la massima sicurezza possibile a lavoratori in prima linea e mantenere il presidio di attività come le nostre che offrono un servizio essenziale fin dall’inizio della pandemia. In particolare –si legge nella lettera – per un più rapido successo della campagna vaccinale, Coop è disponibile a mettere a disposizione i suoi oltre 1.100 punti di vendita, di cui molti di grandi dimensioni, con ampi parcheggi e spesso centrarli rispetto agli insediamenti urbani, tutti dotati di servizi idonei e abituati a rispettare stringenti criteri di sicurezza”.

                      Infatti, pur in condizioni di sicurezza, i 55 mila dipendenti di Coop Italia incontrano ogni settimana circa 10 milioni di soci e di clienti, con un rapporto che difficilmente trova eguali in altre categorie professionali. L’offerta di Coop arriva in un momento in cui lo stesso ministro Andrea Orlando ha proposto di vaccinare i dipendenti sul luogo di lavoro. E Coop non è la sola. Infatti, anche l’ad di Conad aveva già anticipato la disponibilità delle strutture Conad a partecipare alla campagna vaccinale all’inizio di febbraio, ma in questi giorni presenta un piano più organico: “Per contribuire a rendere più veloce la campagna vaccinale, mettiamo a disposizione risorse e strutture per vaccinare le oltre 65 mila persone che lavorano nei punti vendita, nei magazzini e negli uffici del sistema Conad. Abbiamo preso contatto con i medici; abbiamo predisposto l’organizzazione di locali adeguati nei nostri punti vendita più grandi; abbiamo studiato la possibilità di predisporre centri mobili per raggiungere i punti vendita più piccoli su tutto il territorio nazionale. Siamo pronti ad affiancare il generale Figliuolo, seguendo le indicazioni del Governo, prendendoci la responsabilità di vaccinare tutte le persone della nostra organizzazione che lo vorranno non appena i vaccini a noi destinati saranno disponibili”. D’altronde, gli occupati nel commercio in Italia sono circa 2 milioni e lavorano in oltre 663 mila imprese, per un fatturato complessivo di 542 miliardi di euro: “Stiamo parlando di un settore che vale il 22% del Pil” ricorda Pugliese .

                      Sulla stessa linea anche Maniele Tasca, direttore generale di Selex Gruppo Commerciale.Selex, che afferma: “Consideriamo prioritario accelerare il piano vaccinale dei dipendenti che, soprattutto nei punti vendita, sono particolarmente esposti. Per questo siamo favorevoli a valutare iniziative che prevedano un ruolo attivo delle aziende distributive nella somministrazione dei vaccini appoggiando Federdistribuzione in questa proposta”.

                      E Carrefour Italia non si fa attendere, mettendo al servizio delle autorità competenti le sue strutture e punti vendita per la somministrazione delle dosi ai propri collaboratori e alla comunità. L’azienda, che in Italia conta oltre 16.000 dipendenti e oltre 1450 punti vendita in 18 diverse regioni, ha avviato un percorso di confronto con le Istituzioni regionali e nazionali preposte alla gestione della campagna vaccinale per trovare soluzioni come l’uso dei parcheggi di alcuni grandi punti vendita per l’allestimento delle strutture sanitarie necessarie. Carrefour Italia intende inoltre avvalersi delle proprie risorse e dei propri medici del lavoro per agevolare ulteriormente la vaccinazione dei suoi collaboratori.

                      Fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria ci siamo impegnati per rappresentare un punto di riferimento per le comunità locali in cui operiamo – sottolinea Paola Accornero, general secretary di Carrefour Italia -. Oggi che la gestione della pandemia si avvicina ad un punto cruciale per la somministrazione dei vaccini, vogliamo proseguire su questa strada con azioni concrete, mettendo a disposizione delle autorità il nostro supporto logistico e operativo. Puntiamo ad assicurare il più veloce svolgimento delle operazioni di vaccinazione dei nostri 16.000 collaboratori e garantire la nostra collaborazione logistica per facilitare il processo di immunizzazione dei cittadini che lo vorranno”.

                      Notizie positive per tutti i lavoratori del settore e i cittadini che desiderano vaccinarsi il prima possibile, anche se in ogni caso non ci potranno essere stravolgimenti: si tratta di un’operazione per cui ci sarà bisogno di un confronto tecnico con gli esperti. Il messaggio comunque è chiaro: continuare a proteggere le categorie di lavoratori più esposte al rischio contagio. Da sottolineare inoltre come queste proposte di collaborazione attiva non vogliano porsi come “corsia preferenziale” o scalzare la priorità che meritano gli operatori sanitari, i soggetti anziani e quelli più fragili, così come tutte le forze dell’ordine e pubbliche, come gli insegnanti, ma semplicemente proporsi come un allargamento capillare delle capacità pubbliche di raggiungere più persone possibili.

                      Non si possono però fare i conti senza l’oste.È chiaro che per questo avremmo bisogno di una quantità di dosi di vaccino di gran lunga maggiore di quanto ne abbiamo ora, ma fin da subito serve iniziare ad organizzarci in vista dell’obiettivo” ha spiegato il ministro della Salute Roberto Speranza. Il Governo inoltre sta pensando di sfruttare anche gli ambulatori Inail per far sì che i lavoratori delle aziende più piccole possano vaccinarsi, mentre altre associazioni di categoria si stanno attivando per vaccinare nelle aziende. Nel frattempo, con il nuovo via libera al vaccino Astrazeneca dopo il blocca cautelativo, e gli arrivi delle dosi Pfizer/BioNtech, Moderna e poi ancora Jhonson&Jhonson forse in arrivo per aprile (più altri che arriveranno dopo aver passato tutte le validazioni delle autorità competenti), nelle prossime settimane saranno disponibili sul mercato sempre più dosi e più persone potranno vaccinarsi. In America, ad esempio, i supermercati sono in prima linea già dall’inizio della campagna vaccinale: Kroger, tra i primi, ha assunto più di mille operatori addetti alle vaccinazioni nei propri punti vendita (ne abbiamo parlato qui) e come lui molti altri.

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