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                      Varsavia, nell’iper di Carrefour solo 9 prodotti made in Italy, di cui uno falso

                      Carrefour Varsavia Arcadia
                      A fine febbraio abbiamo visitato il punto vendita Carrefour che si trova ad Arcadia, il più grande e prestigioso centro commerciale della capitale polacca. Le tendenze riscontrate sono quelle che potremmo definire globali: grande attenzione al prodotto nazionale, all’esposizione, al biologico, alla frutta secca, agli imballaggi. Grande il reparto ortofrutta, posto vicino all’ingresso, dopo l’ampia isola servita della frutta secca e il reparto panetteria. Solo otto i prodotti italiani in vendita nell’ortofrutta, due tipi di agrumi e sei ortaggi, mentre un cartellino sbagliato indicava come italiana dell’uva sudafricana

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Insalate Carrefour PL

                      (Copyright: Fm)

                      La cosa più evidente è l’attenzione al prodotto locale o comunque nazionale, indicato con bandiere o cartine geografiche. Parliamo del resto di quella che è forse la più forte tendenza nel mondo sviluppato degli ultimi cinque anni. Ci saremmo ad esempio aspettati di trovare qualche mela o pera italiana, dati i nostri primati produttivi e qualitativi (?),  invece erano tutte di origine polacca o in un caso francese. A dominare qui è la Spagna, per gli agrumi e per diversi ortaggi come pomodori e peperoni. Il vantaggio competitivo che dovremmo avere per la maggiore vicinanza viene annullato dalla nostra atavica disorganizzazione produttiva. Non abbiamo trovato nemmeno i nostri kiwi: erano di origine greca.

                       

                      BuoneTerre Carrefour PL

                      (Copyright: Fm)

                      Ecco quindi l’elenco dei prodotti italiani che abbiamo rilevato in questo punto vendita Carrefour: arance Tarocco di piccolo calibro vendute in rete da 1 kilo confezionato dalla cooperativa Le Buone Terre di Francofonte (Sr) e offerte a 4,99 zloti equivalenti a 1,15 euro. Vicino c’erano anche delle arance di Ribera vendute in bauletto da 2 chili a un prezzo di 14,00 zloti (3,48 euro), stesso confezionatore. Doppio errore per l’uva da tavola: cartellino italiano e spagnolo per uva bianca e uva rossa ma erano entrambe di origine Sudafrica. Infine gli ortaggi italiani: rapa nera e bianca vendute sfuse a 3,99 zloti al kilo (0,93 euro) e 5,99 zloti al chilo (1,39 euro), confezionati da Alma Seges, organizzazione di produttori con sede a Eboli (Sa).

                       

                      La Veneta Carrefour PL

                      (Copyright: Fm)

                      Poi pan di zucchero venduto avvolto da un film plastico a 4,99 zloti al chilo (1.15 euro), di cui non abbiamo trovato indicazioni circa il confezionatore; rucola venduta in vassoio a 44,90 zloti al kilo (10,40 euro), confezionata da La Veneta, poco conosciuta nel nostro Paese ma con una storica presenza nell’Europa dell’Est. Chiudevano la formazione tricolore la lattuga trocadero e la riccia, vendute entrambe a 5,49 zloti al kilo (1,27 euro), anche in questo caso ignoto il produttore o confezionatore (le cassette di legno che li ospitavano erano anonimi). Quindi otto referenze contro le quaranta circa della Spagna. Per il prodotto italiano gli spazi ci sono, ma c’è ancora molto lavoro da fare, in termini di produzione e aggregazione.

                       

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