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                      Veronamercato, Perbellini lascia la presidenza: «Opacità e immobilismo»

                      Perbellini hp
                      In una lettera datata 24 febbraio e inviata al sindaco di Verona Flavio Tosi, ai soci di Veronamercato, ai consiglieri del CDA, ai componenti del collegio sindacale e agli organi di stampa, Erminia Perbellini, classe 1941, rassegna le dimissioni, chiudendo così la presidenza del maggiore Centro agroalimentare veneto, uno dei più importanti in Italia, carica che aveva dal 2012. Ha pesato il rapporto con la direzione. Sotto il testo integrale della lettera

                       

                      Perbellini hp“Caro Sindaco, considerati i gravissimi problemi che stanno attanagliando la Veronamercato, sollecitata dall’acceso dibattito politico e dalle polemiche rimbalzate sulle cronache cittadine circa le sorti dell’Ente che presiedo, sento l’obbligo di indirizzare non solo a te, ai Soci, ai Componenti del CDA e a quelli del Collegio Sindacale, ma all’intera Cittadinanza, attraverso gli Organi di stampa, questa lettera per esporre le mie considerazioni e conseguenti decisioni. La schizofrenica situazione in cui versa il Consiglio di Amministrazione, in cui Consiglieri nominati dal Socio di maggioranza – il Comune di Verona – disattendono le sue indicazioni, credo sia un segnale impossibile da ignorare.

                       

                      Ho accettato la responsabilità dell’incarico assegnatomi nel 2012 – credo in segno di stima -, sentendomi onorata di presiedere il Consiglio di Amministrazione di una realtà di riconosciuto valore e di vitale interesse per l’economia cittadina, una realtà che affonda le sue radici nella storia stessa di Verona. Nell’assumere il mio incarico ho sentito anche la mia forte responsabilità nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie e di tutti gli Operatori che animano il mercato. Ho svolto il mio impegno secondo il mandato affidatomi e ho costantemente informato il Comune, Socio di maggioranza, coinvolgendo di volta in volta gli interlocutori di competenza, condividendo la valutazione di ogni situazione emergente e le decisioni in merito.

                       

                      Ho vissuto il Mercato. Non mi sono accontentata di occupare l’ufficio di presidenza, ma mi sono recata in Galleria di primissimo mattino, per capire dai diretti protagonisti tutti gli aspetti dell’attività che vi si svolge, movimentando 365 mila tonnellate di merci l’anno. Ho colto problemi e opportunità che la crisi ha posto in primo piano e che richiedono risposte competenti e decisioni razionali e soprattutto rapide. Ho capito che il mercato di Verona non può adagiarsi sugli allori del suo glorioso passato. Deve trovare nuovi sbocchi per l’export, recuperare le posizioni aggredite dagli agguerriti competitor stranieri, specie sul mercato tedesco, valorizzare tipicità e qualità dei prodotti del nostro territorio e imporli, coinvolgendo in un nuovo rapporto anche i consumatori.

                       

                      Sulla base di queste a altre considerazioni mi sono recata più volte all’estero per visitare i principali mercati europei e quelli dell’Est e ho allacciato una forte sinergia strategica con il mercato di Padova e con quello di Treviso, sinergia che ha favorito il sostegno della Regione alla nostra partecipazione alle Fiere di Madrid e Mosca. Sono riuscita a condividere con il CDA un’iniziativa innovativa in Italia come “Veronamercato Network”, rete d’impresa costituita per promuovere sia le relazioni con la Grande Distribuzione Organizzata sia i contatti con i mercati esteri, sostenendo tutti gli operatori, anche i piccoli. Ma è stato un unicum.

                       

                      Ho trovato un Ente privo di visione, una struttura rigida, ancorata a schemi di gestione superati, impietrita sulla tradizione di Ente gestore di spazi in concessione, una logica oggi superata e inadatta a rispondere alle richieste degli Operatori che a voce sempre più alta denunciano a ragione la nostra insufficienza. Ho verificato un grave e consolidato disagio nei rapporti fra Operatori e Direzione, disagio che, in presenza della crisi in atto, si è tramutato in un insanabile contrasto. Come era mio dovere, ho chiesto e preteso dalla Direzione trasparenza ed efficacia di gestione. Mi sono imbattuta nel muro della burocrazia e nell’opacità di comportamenti che ho segnalato ai Soci.

                       

                      Quando sono emerse le condizioni per un deciso cambiamento di rotta, non mi è stato consentito di portare a termine la mia azione. Avrei voluto condividere con il CDA una visione imprenditoriale dell’oggi, una visione prospettica che avrebbe portato Veronamercato a trasformarsi in un moderno centro servizi, in grado di supportare efficacemente le attività e il business che vi svolgono. Avrei voluto che Veronamercato smettesse di essere soltanto un gestore passivo di spazi, un semplice spettatore, ma adottasse le opportune dinamiche di cambiamento per trasformarsi in un vero partner per gli operatori che oggi questo chiedono.

                       

                      Gli ultimi sei mesi, al contrario, hanno visto un CDA diviso e agonizzante, svilito da una continua e inutile prova di forza muscolare, congelato da ostracismi e faziosità. Un CDA telecomandato dalla burocrazia, privo di visione al punto da criticare persino la mia nomina a presidente di “Mercati Associati” che chiunque avrebbe letto come una nuova opportunità di visibilità e peso nazionale per tutta la città. Constatata l’irreversibilità della situazione e l’impossibilità di esercitare il mandato assegnatomi, ritengo di aver adempiuto ai miei doveri rappresentando VeronaMercato per l’ultima volta alla Fiera di Berlino.

                       

                      Sono sinceramente grata a tutti coloro che hanno condiviso il mio impegno, ai dipendenti della Veronamercato e agli operatori cui auguro di riuscire a incidere nel futuro dell’Ente. Rassegno pertanto le mie dimissioni, auspicando che il mio gesto dia la misura dell’urgenza di uscire dalla palude dell’immobilismo e dei veti incrociati per assicurare futuro alla Veronamercato“.