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                      Vertical farming: dopo 10 anni chiude anche Upward Farms a Brooklyn

                      Periodo di assestamenti per il settore del vertical farming che vede da un lato ricevere finanziamenti per nuove aperture e ampliamenti, dall’antro chiudere aziende storiche. L’ultimo esempio lo troviamo con Upward Farms che chiude i battenti dopo oltre 10 anni di lavoro nel settore dell’acquaponica. Con sede a Brooklyn, Upward Farms coltivava microgreens come il cavolo e la senape e riforniva Whole Foods Market nell’area di New York. Upward Farms ha spiegato in una lettera che la complessità dell’acquaponica è sbalorditiva e che le sfide saranno sempre all’ordine del giorno. A fine gennaio inoltre è cessata ufficialmente l’attività di Future Crops, azienda israelo-olandese che nei Paesi Bassi aveva fondato una delle più grandi e tecnologicamente avanzate aziende agricole verticali del Vecchio Continente

                      Dalla Redazione

                      “Cari amici e sostenitori, è con grande dolore che annunciamo che Upward Farms chiuderà la sua sede centrale di Brooklyn e cesserà di operare nel settore del vertical farming. Vogliamo esprimere la nostra più profonda gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato a questo viaggio, compresi i nostri colleghi, investitori, clienti, partner, famiglie e amici”: inizia con queste parole la lettera pubblicata in home page sul sito di Upward Farms dai cofondatori Jason Green, Ben Silverman e Matt La Rosa e che annuncia così la chiusura dell’attività.

                      Fondata nel 2013, Upward Farms con sede a Brooklyn, (NY) operava da 10 anni nella produzione di verdure a foglia secondo il metodo del vertical farming, coniugato con l’antica pratica agricola dell’acquaponica – già utilizzata in modo più rudimentale dagli indigeni – e che Upward Farms ha sviluppato in modo più tecnologico, in modo tale che le deiezioni dei pesci da loro allevati potessero rendere il terreno in cui coltivavano i loro prodotti ancora più fertile. Il tutto raggiungendo alti livelli di qualità, sicurezza e produttività. Utilizzando questa tecnologia complessa, Upward Farms (dapprima si chiamava Edenworks e poi Seed & Roe) coltivava microgreens come il cavolo e la senape e riforniva Whole Foods Market nell’area di New York.

                      “Dieci anni fa, questo mese, abbiamo iniziato quello che sarebbe diventato il lavoro più importante della nostra vita. Eravamo uniti dall’idea di poter produrre cibo di qualità salvaguardando il clima  in un momento critico per il nostro pianeta. Proviamo un senso di stupore per il fatto che così tante persone di talento abbiano scelto di unirsi a noi per espandere e realizzare questa visione”.

                      Nel 2020 Upward Farms aveva annunciato un nuovo impianto di coltivazione sempre a Brooklyn. In quell’occasione, l’azienda dichiarò di aver ricevuto 15 milioni di dollari di nuovi finanziamenti, tra cui quelli dell’investitore Prime Movers Lab, con sede nel Wyoming, portando il finanziamento a 20 milioni di dollari.

                      Nel gennaio 2022, Upward Farms aveva invece annunciato l’intenzione di voler costruire un nuovo impianto da 250.000 metri quadrati nella contea di Luzerne, in Pennsylvania, senza però rivelarne il costo. I lavori sarebbero dovuti iniziare già nello stesso anno e concludersi a inizio 2023 con l’obiettivo di ampliare la capacità produttiva di microgreens per i pesci nell’ambito del piano di Upward Farms di rivolgersi a nuovi clienti oltre la città di New York.

                      Abbiamo scoperto che l’agricoltura verticale è quasi infinitamente complessa: man mano che affrontavamo le sfide – scrivono nella lettera -, ne emergevano di nuove. Il nostro team ha affrontato queste sfide a testa alta, chiedendosi umilmente: “Se non io, chi, e se non ora, quando?”. Anche se stiamo chiudendo un capitolo, celebriamo i notevoli risultati ottenuti dal nostro team di lavoro, i deliziosi prodotti che abbiamo portato ai consumatori e l’impatto positivo che abbiamo avuto sull’industria alimentare in generale. Dopo dieci anni, siamo ancora convinti che risolvere i problemi relativi alla produzione di cibo e la salvaguardia del clima sia una delle sfide più importanti del XXI secolo e, di conseguenza, una delle maggiori opportunità di creazione di valore”.

                      È ormai noto come il vertical farming sia un’attività ad alta richiesta di capitale e richiede fondi esterni per poter finanziare tutta la tecnologia necessaria e i costi di gestione, compresa l’illuminazione artificiale. “La maggior parte di queste aziende non sono redditizie in quello che è ancora un settore relativamente nascente e che richiede un certo tipo di dimensioni e di investimenti per rimanere redditizio e competere con le colture tradizionali” sottolinea Just Food. Ne è un esempio la tedesca Infarm, che lo scorso novembre ha annunciato di voler ridurre le attività nel Regno Unito, in Francia e nei Paesi Bassi a causa di quelle che ha definito “condizioni di mercato difficili“, tra cui l’aumento dei costi energetici. Il co-fondatore e amministratore delegato Erez Galonska ha ammesso in un’intervista del maggio 2022 a Just Food che l’azienda non stava realizzando profitti.

                      Anche Agricool, in Francia, ha gettato la spugna nel 2022, affermando che il “fatturato era insufficiente a finanziare gli elevati costi strutturali”, oltre al fatto che “mancavano i volumi necessari per raggiungere un equilibrio operativo”.

                      A fine gennaio è cessata ufficialmente l’attività di Future Crops, azienda israelo-olandese che a Poeldijk, nei Paesi Bassi, aveva fondato una delle più grandi e tecnologicamente avanzate aziende agricole verticali del Vecchio Continente, con una produzione annua di 85 tonnellate di ortaggi a foglia, venduti anche nella catena olandese Albert Heijn (leggi qui per approfondire).

                      Infine, Upward Farms conclude la lettera sottolineando come una piccola parte del loro team continuerà a lavorare sul microbioma del suolo in quanto può essere la chiave per sbloccare nuovi livelli di fertilità e crescita nelle piante e per affrontare una miriade di altre sfide global. Si aspettano quindi di condividere altre informazioni nei prossimi mesi.

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