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                      Vietato lavorare nei campi nelle ore più calde: ordinanza anche in Calabria

                      Lavorare nei campi, sotto al sole cocente nelle ore più calde, è vietato ora anche in Calabria a seguito del nuovo provvedimento del presidente della Regione Nino Spirlì. Misure emanate il 30 giugno con efficacia immediata, dalle ore 12.30 alle 16, fino al 31 agosto 2021. Questo provvedimento segue di qualche giorno quello emanato in Puglia dal presidente Michele Emiliano e dal sindaco del comune di Nardò (Lecce). Tutti questi provvedimenti si appoggiano al portale www.worklimate.it per identificare le zone a rischio alto

                      Dalla Redazione

                      caldo campi

                      A vietare l’attività agricola in condizioni di esposizione prolungata al sole in Calabria è l’ordinanza numero 44, in materia di igiene e sanità pubblica, firmata il 30 giugno dal presidente della regione Nino Spirlì. Il provvedimento recita che: “È vietato il lavoro in condizioni di esposizione prolungata al sole, dalle 12.30 alle ore 16 con efficacia immediata e fino al 31 agosto 2021, sull’intero territorio regionale nelle aree o zone interessate dallo svolgimento di lavoro nel settore agricolo, limitatamente ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito https://www.worklimate.it/scelta-mappa/sole-attivita-fisica-alta/ riferita a lavoratori esposti al sole con attività fisica intensa ore 12.00, segnali un livello di rischio Alto”.

                      Nel provvedimento si considera che: “L’eccezionale ondata di caldo, caratterizzata da fasi in cui le temperature risultano particolarmente elevate, rendono rischioso lo svolgimento dell’attività lavorativa, soprattutto nei settori per i quali il lavoro viene svolto prevalentemente in ambiente esterno”. Viene inoltre sottolineato che “il lavoro nel settore agricolo è svolto essenzialmente all’aperto, senza possibilità per i lavoratori di ripararsi dal sole e dalla calura nei momenti della giornata caratterizzati da un notevole innalzamento della temperatura”.


                      Il provvedimento quindi segue quello emanato qualche giorno prima in Puglia dal presidente di regione Michele Emiliano, che affermava su Facebook: “Ho emanato oggi un’ordinanza per tutelare i lavoratori del settore agricolo nelle giornate particolarmente calde e assolate. La tragedia di Camara Fantamadi, che ci ha addolorato moltissimo, richiedeva una risposta immediata. È la prima volta che una ordinanza del genere viene adottata sul territorio di una intera regione italiana” (ne abbiamo parlato qui). Il presidente della regione Puglia  non è però il solo ad aver emanato un’ordinanza a tutela dei lavoratori agricoli in estate. Già nel 2016 anche il sindaco del comune di Nardò (Lecce) aveva emanato un provvedimento simile, quest’anno riproposto dal sindaco Pippi Mellone con una novità: la connessione del provvedimento con il progetto Worklimate di Inail e Cnr. Tutte queste ordinanze infatti si rifanno al portale www.worklimate.it che riporta le mappe nazionali di previsione del rischio di esposizione occupazionale al caldo: un progetto sperimentale nato lo scorso anno elaborato appunto da Inail e Cnr.

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