Di Massimiliano Lollis
Walmart, gigante della Gdo statunitense e azionista di maggioranza dell’azienda cinese di e-commerce JD.com, ha venduto tutte le sue azioni nella società. Con l’operazione, che mette fine a una partnership durata otto anni, la società statunitense avrebbe venduto 144,5 milioni di azioni al prezzo di 24,95 dollari l’una, incassando circa 3,6 miliardi di dollari.
Secondo quanto scrive Bloomberg, che per prima ha dato la notizia essendo stata informata dell’operazione da fonti riservate, si tratta di uno sconto dell’11% rispetto alla chiusura di ieri, martedì, negli Stati Uniti e vicino alla fascia inferiore di un intervallo di prezzo indicativo di 24,85-25,85 dollari.
Walmart era fino ad oggi l’azionista di maggioranza di JD.com con una quota del 5,19% per un valore di circa 2 miliardi di dollari (dati LSEG al 31 marzo 2024). Come osservato dall’agenzia di stampa Reuters, dopo il picco raggiunto all’inizio del 2021, le azioni di JD.com non avevano fatto altro che scendere, calando del 70% circa nel corso degli ultimi quattro anni.
In una nota Walmart, annunciando l’operazione di “abbandono” di JD.com, ha dichiarato che la società cinese è stata un partner prezioso nel corso degli otto anni di collaborazione e che le due parti continueranno a essere impegnate in una relazione commerciale continuativa. “Questa decisione – si legge – ci consente di concentrarci sulle nostre solide operazioni in Cina per Walmart China e Sam’s Club e di impiegare il capitale verso altre priorità”. Da parte sua, i rappresentanti di JD.com hanno dichiarato in un comunicato di avere “piena fiducia nella futura cooperazione tra le due parti”.
Come osserva la testata Nikkei Asia, l’insegna Sam’s Club – proprietà di Walmart – è diventata da tempo uno dei marketplace più popolari per la classe media cinese. Se è vero che il fatturato di Walmart nell’ultimo trimestre aprile-giugno ha battuto ogni aspettativa, in crescita del 4,8%, è stata proprio la stessa catena Sam’s Club e l’e-commerce a trainare il mercato cinese, registrando un aumento del 17,7%.
D’altro canto, la concorrenza nel settore dell’e-commerce cinese sta diventando sempre più forte: una pressione che, spingendo in basso i prezzi all’inverosimile e riducendo sempre più i margini degli operatori, rende il mercato cinese meno appetibile di un tempo per quanto riguarda l’e-commerce. Secondo Reuters, il “divorzio” tra i due colossi pare sottolineare come l’e-commerce in Cina, un tempo molto ambito dagli investitori, oggi stia perdendo il suo appeal a causa dei margini ridotti dovuti alla brutale concorrenza sui prezzi e alla debolezza della domanda interna.
Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, negli ultimi anni JD.com avrebbe attuato un programma di sovvenzioni da 10 miliardi di yuan, pari a 1,4 miliardi di dollari, rivolto ai propri fornitori, per offrire articoli a prezzi inferiori e battere competitor come l’app per e-commerce Pinduoduo, che nel 2023 ha superato per la prima volta la quota di mercato di JD in termini di valore lordo della merce. Lo scorso anno Alibaba Group è stato il leader del mercato con una quota del 37% circa, seguita da Pinduoduo al 19%, JD al 18% e Douyin al 17% (dati Goldman Sachs).
Intanto l’annuncio dell’operazione sta avendo un forte contraccolpo sul mercato. Nel momento in cui scriviamo, le azioni di JD.com quotate a Hong Kong stanno infatti scendendo di quasi il 10%, mentre quelle di JD.com quotate negli Stati Uniti sono già scese di oltre il 7%, attestandosi a quota 26,09 dollari.
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