Dalla Redazione
Sembra un riso ma non lo è: si tratta di una pianta erbacea che rispetto al noto cereale ha il cento per cento in più di proteine, un gusto unico e una consistenza croccante. Stiamo parlando della Zizania Aquatica, un superfood che rappresenta una novità assoluta sul mercato italiano, dove ha fatto capolino circa un anno fa grazie a Rebel Grains, startup fondata dai giovani imprenditori Giovanni Savini e Alessandro Bossi (leggi qui la nostra intervista) con l’obiettivo di riscoprire cereali e grani “non convenzionali”, sostenendo la riduzione delle monocolture, all’insegna della biodiversità.
La Zizania Acquatica è una specie vegetale che cresce tutto l’anno originaria dei grandi laghi del Nord America, appartenente alla famiglia delle Poaceae. È chiamata anche “wild rice”, anche se riso appunto non è. Ha un sapore unico, dalle note quasi di nocciola e di tè, i chicchi sono affusolati, sottili e lunghi quasi un centimetro, di un colore che varia dal rosso-bruno al nero e dalla consistenza croccante. I grani si differenziano molto dal riso Venere, anche se entrambi sono neri. Rispetto a un classico riso bianco, contiene il 100% in più di proteine ed il 350% in più di fibre con un basso indice glicemico.
“La Zizania Aquatica è stata inserita dal WWF tra i 50 cibi del futuro, efficienti in relazione allo sfruttamento delle risorse naturali e interessanti per il loro profilo nutrizionale, che permetteranno di salvaguardare la biodiversità e il benessere degli individui”, raccontano i fondatori di Rebel Grains, che per primi e in maniera pionieristica hanno portato questo superfood in Italia, trasformandolo da un prodotto di nicchia a uno di largo consumo, grazie alla distribuzione nella Gdo, e accostandola all’abitudine italiana del consumo di riso. Il tutto spiegando però che questa pianta erbacea, erroneamente tradotta come “riso selvaggio”, in realtà non ha nulla a che fare con il celebre cereale: uno dei suoi slogan commerciali è infatti “This is not rice”, proprio per suscitare la curiosità del consumatore italiano.
“L’osservazione dei trend di mercato dimostra che il plant based sta crescendo molto e permette un tipo di alimentazione equilibrata e consapevole – continuano dall’azienda -. Questo trend è trainato dalle nuove generazioni, che sono sempre più attente alle tematiche ambientali e di salute del consumatore e agli alimenti che contengono ingredienti di origine animale. Seguendo questo concetto di dieta sempre più equilibrata, Rebel Grains intende sviluppare prodotti che rientrino nel filone del plant based, del salutismo e del proteico, che oggi coinvolge una gran parte di consumatori, trasformando prodotti che un tempo erano di nicchia in prodotti di largo consumo”.
Questo grazie a una sempre più capillare presenza in Gdo: oggi i prodotti di Rebel Grains sono presenti nei supermercati Esselunga, Famila, Conad e Iper Tosano, inoltre si possono acquistare online su Cortilia. Le referenze in commercio ad oggi sono tre, ovvero “Pura Zizania Aquatica” e “Zizania Aquatica 30%, Riso Arborio integrale 70%” e “Zizania Aquatica 15%, Riso Carnaroli integrale 85%”
“Ma abbiamo delle esclusive novità in arrivo – rivelano da Rebel Grains -. A TuttoFood infatti presenteremo RebelZ, mini gallette con meno di due calorie al pezzo, con riso e zizania nei gusti al curry e rosmarino, e i Ziscotti, biscotti con farina di zizania rigorosamente plant based”.
Oltre alla Gdo, Rebel Grains è anche fornitore di selezionati partner tra catene di ristorazione e pokerie che, inserendo i prodotti all’interno dei menù, educano i loro clienti a questi nuovi cereali. “Vogliamo continuare a crescere su tutti i canali, sia quello della distribuzione organizzata sia quello della ristorazione, ed è ciò che stiamo facendo in questi mesi tramite la stipula di nuovi accordi di distribuzione”, dicono i fondatori.
E mentre il “This is not rice” si fa largo fra gli scaffali del supermercato, si aprono nuove prospettive per la coltivazione di cereali del futuro, anche in Italia. Con il supporto dell’azienda agricola Mora di Pavia, di proprietà della famiglia da Giovanni Savini, i due founder intendono sfruttare il proprio know-how agronomico per creare in un territorio come quello della pianura lombarda, dove la monocoltura è estremamente diffusa, l’opportunità di diversificare e sperimentare nuove coltivazioni che possano generare benefici per l’uomo e per l’ambiente. “Stiamo già studiando il fonio, un cereale antico africano che cresce anche nel deserto”, concludono.
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