di Carlotta Benini
Continua il nostro focus sull’export ortofrutticolo nel 2016. A seguito dei dati comunicati da Fruitimprese abbiamo chiesto un commento a cinque top manager del settore ortofrutticolo italiano, l’articolo completo si può leggere su Fm di aprile. Dopo l’intervista al direttore di Opera Luca Granata (leggi qui) e al direttore di Apofruit Ilenio Bastoni (leggi qui), oggi chiediamo un commento sulle esportazioni italiane a una realtà leader internazionale del comparto melicolo, VOG.
La chiusura dei mercati del Nord Africa è stata un fattore di complessità anche per il consorzio, che riunisce le cooperative ortofrutticole dell’Alto Adige. “Mentre le vendite sul mercato italiano e nelle tradizionali destinazioni europee procedono con regolarità e con i ritmi delle stagioni passate, i mercati di sbocco del Nord Africa, che negli ultimi anni sono man mano divenuti strategici per le mele italiane, hanno presentato diverse criticità. – esordisce il direttore di VOG Gerhard Dichgans – In Libia e Algeria il mercato è praticamente chiuso, per le difficoltà economiche e la mancanza di valuta pregiata. L’Egitto, che fino all’estate 2016 era il partner per eccellenza della frutta italiana e delle mele dell’Alto Adige, non ha più le risorse economiche, ed è diventato un mercato alla ricerca del prodotto a minor prezzo, anche a scapito della qualità”.
Si sono aperti, nel contempo, mercati alternativi: le esportazioni verso il Medioriente e la Penisola araba – fino a gennaio – sono andate a pieno ritmo, come anche le esportazioni verso l’India. Ottima la domanda dalla Spagna, dove la marca Marlene consolida sempre di più la sua posizione di leader del mercato. Anche in direzione Scandinavia, dopo un inizio debole, le spedizioni a partire da febbraio si sono portate nuovamente sui volumi consueti.
Quali sono le varietà che hanno performato meglio? “Sono andate molto bene le Royal Gala, – continua Dichgans – che, dopo un’annata 2015-2016 deludente, hanno riconquistato la fiducia dei clienti, grazie a una qualità incontestabile. Con le quotazioni in ripresa da fine dicembre, possiamo garantire ai nostri produttori una liquidazione soddisfacente”. Buone le vendite anche per Fuji, con quotazioni in ripresa da marzo, grazie anche al minore volume di raccolto disponibile nella campagna corrente. “Sotto tono purtroppo, per il secondo anno consecutivo, le Golden, – conferma anche il direttore di VOG – che pagano lo scotto della chiusura dei mercati di esportazione, specialmente Egitto e Maghreb”.
Cosa deve fare la produzione melicola dell’Alto Adige per restare competitiva all’estero? Qualità al centro per VOG, e anche innovazione varietale. “Dobbiamo senz’altro continuare a puntare su questi due nostri punti di forza. Per il nostro consorzio l’innovazione varietale è alla base di tutte le strategie, e rappresenta una risorsa per conquistare i consumatori che si allontanano dalle varietà classiche”. VOG persegue da anni questa opportunità, proponendo al mercato varietà innovative: da PinkLady a Kanzi, Jazz ed envy. Per non dimenticare l’ultima proposta che rivoluzionerà il segmento delle mele a buccia gialla: Shinano Gold, commercializzata con la marca yello.
I mercati esteri a cui aprirsi? “Nel corso degli ultimi anni abbiamo iniziato a focalizzarci sui alcuni nuovi mercati di sbocco, quali l’India e il Sudamerica. – conclude Dichgans – Cruciale anche la finalizzazione delle trattative bilaterali tra l’Italia e alcuni Paesi del sudest asiatico come Tailandia e Vietnam, per chiudere i dossier fitosanitari e permettere finalmente l’export delle nostre mele verso questi Paesi”.
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