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                      Covid-19, prime code ai supermercati. Torna l’incubo lockdown?

                      Coop-Gavinana-Firenze

                      Coda il 15 ottobre davanti alla Coop di Gavinara a Firenze (foto Repubblica)

                      Code davanti ai supermercati, razzia di prodotti di prima necessità e a lunga conservazione, paura di non avere viveri o di non poter uscire. No, non state leggendo un articolo di marzo. Con il nuovo aumento dei contagi e le ordinanze che si stanno facendo più stringenti in alcune regioni, sta tornando la corsa ai supermercati per fare scorta di prodotti alimentari e per l’igiene. Sta succedendo in alcuni punti vendita nel napoletano, capoluogo di una regione che ha appena chiuso le scuole, ma anche nella provincia di Firenze. Nel frattempo la GDO dice di essere pronta a un’eventuale seconda ondata alle provviste: da un lato perché l’ha già vissuta e sa quali misure mettere in atto per salvaguardare la salute di clienti e dipendenti, dall’altro molti clienti sono più disciplinati e nel corso di questi mesi hanno continuato a fare la spesa in modo diverso e con responsabilità

                      Di Valentina Bonazza

                      Covid supermercati

                      (foto d’archivio)

                      Non importa aver già vissuto un lockdown pochi mesi fa e sapere che nel caso di un secondo lockdown i supermercati resteranno aperti e ci si potrà comunque recare a fare la spesa. Appena si sente parlare di restrizioni alla mobilità, anche parziali, la corsa alle provviste sembra essere insita nell’animo umano.

                      Ad esempio, come riferisce Il Mattino, nel napoletano si è assistito a fine settembre a una corsa ai supermercati per fare provviste. Tra i tanti intervistati anche il responsabile di un Conad in zona collinare, che conferma un aumento del 30% delle vendite di scatolame, uova, pomodori, lievito, pasta e farina: “A essere risaliti sono i beni di prima necessità – spiega -. Stiamo ricominciando a trovare buchi nei relativi scaffali. Nel fabbisogno normale dei mesi scorsi facevamo rifornimento di questi prodotti tre volte a settimana, ora, da quando è arrivata l’ultima l’ordinanza regionale, lo facciamo tutti i giorni”. Come traspare dai racconti di alcuni cittadini intervistati, il timore di un nuovo lockdown c’è, soprattutto a fronte della nuova ordinanza restrittiva emessa dal governatore della regione Campania De Luca per contrastare l’aumento dei contagi da Covid-19.

                      Coop-Gavinana-Firenze

                      Coda il 15 ottobre davanti alla Coop di Gavinana a Firenze (foto Repubblica)

                      In particolare, nella serata di sabato 26 settembre si è verificato un affollamento di gente assiepata per fare la spesa nel punto vendita il Sole 365 di via Nicolardi. Come riporta il quotidiano napoletano, “La spesa è una specie di slalom gigante. La coda per pagare è a forma di “L” e arriva fino alle corsie, nonostante le otto casse aperte. C’è una folla anomala, sotto gli occhi di tutti e negli sguardi preoccupati, che ricordano quelli di aprile e maggio. Tanto che nemmeno la cassiera riesce a spiegarsi cosa stia succedendo e spiega: “C’è gente che non vedevamo da tempo. Molti stanno tornando a fare scorte”. Una situazione simile si è vissuta anche al Decò di via Rossini, come testimonia una delle commesse dell’esercizio commerciale. Molti punti vendita sono già in “assetto da lockdown” con pallet tra le corsie come ai tempi della quarantena. “Da noi non c’è stato un assalto come all’inizio della pandemia – racconta il direttore del Superò in centro storico (zona salita Tarsia) –. A fare le scorte di generi primari però ci sono i clienti delle consegne a domicilio”.

                      A causare questa corsa alle provviste non sarebbe tanto il timore (immotivato) che supermercati e aziende produttrici di beni di prima necessità possano chiudere, quanto la paura che, qualora un membro della famiglia si ammalasse, nessun altro dei conviventi potrà andare a fare la spesa.

                      Scene di minore intensità ma probabilmente dettate dalle stesse paure si sono registrate in alcuni punti vendita toscani, come alla Coop di Gavinana a metà ottobre. Ingressi scaglionati per la coda che si era creata di prima mattina, che nell’arco della giornata è andata scemando. Non sembrano esserci state code invece a Firenze all’Esselunga Masaccio e alla Conad di via Scipione Ammirato, qualcosa in più invece negli store più grandi.

                      supermercati Covid

                      copyright: ANSA/Massimo Percossi (primo lockdown)

                      Le insegne della GDO però si dichiarano pronte alla seconda ondata: l’hanno già vissuto una volta, quando tutto era nuovo, quindi ora si tratta di mettere in atto ciò che hanno imparato sulla loro pelle a marzo. Misure anti contagio in primis: ingressi contingentati, gel all’ingresso, termo-scanner e verifica del corretto utilizzo da parte dei clienti  (mascherina che deve coprire sempre entrambe le vie respiratorie, naso e bocca). Al quotidiano Repubblica Firenze, Conad Nord Ovest spiega che comunque i clienti ora sono più “disciplinati” perché hanno maggior consapevolezza dei comportamenti da adottare per garantire la sicurezza a se stessi e a gli altri. Inoltre, fanno sapere, le abitudini di spesa adottate con il lockdown sono in parte rimaste fino ad oggi, quindi è già da mesi che si assiste a spese più consistenti e una frequenza d’acquisto minore. Anche Unicoop Tirreno nota una certa disciplina dei propri clienti e sottolinea l’aumento del click and collect: sono sempre di più i clienti che decidono di ordinare la spesa online e ritirarla in negozio.

                      In effetti, la corsa all’accaparramento di provviste non sembra aiutare nessuno. Prima di Napoli o Firenze, anche negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove la seconda ondata è iniziata in anticipo rispetto all’Italia, per paura di un nuovo lockdown si è assistito a una corsa alle provviste in molti supermercati, soprattutto per quanto riguarda la carta igienica. Se da un lato questa “isteria” stressa il sistema produttivo, che deve correre nella produzione, e la GDO che deve accelerare le procedure di acquisto, dall’altro non giova ai clienti perché pagheranno quel prodotto di più e non potranno, ad esempio, avere il vantaggio delle offerte, come sottolinea a Repubblica lo stesso Luigi Lazzareschi, ad di Sofidel (quelli della carta Regina) che chiuderà l’anno con un fatturato da più di 2 miliardi di euro.

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