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                      Cocktail di pesticidi in frutta e ortaggi: la “sporca dozzina” del Regno Unito

                      Uno studio recente del governo inglese ha messo in luce la presenza di 122 residui di pesticidi in 12 prodotti ortofrutticoli provenienti da quasi tutto il mondo e venduti sull’Isola, che rientrano quindi a pieno titolo nella lista della “sporca dozzina” del Regno Unito. Ogni singolo residuo presente nel frutto o nella verdura testata è risultato sotto i livelli massimi consentiti, ma quello che preoccupa gli attivisti è “l’effetto cocktail”, ovvero la presenza di due o più residui di fitofarmaci sul singolo frutto: ogni prodotto ortofrutticolo in questa lista, infatti, presentava tracce di almeno due diversi tipi di pesticidi, con alcuni che ne contenevano fino a 25 tipi diversi. Tra i frutti più contaminati dai “cocktail” troviamo uva e arancia, poi ancora frutta disidratata, pere, piselli, okra, lattuga, carote, mango. Il Pesticide Action Network consiglia comunque ai consumatori britannici di acquistare ortofrutta locale o proveniente dall’Unione Europea, in quanto l’UE ha una delle regolamentazioni più restrittive al mondo sull’uso dei pesticidi

                      Dalla Redazione

                      Ogni anno il governo britannico analizza a campione dei generi alimentari per ricercare eventuali tracce di sostanze chimiche presenti nel cibo. Le cifre ufficiali comparse nell’ultimo report e analizzate dal Pesticide Action Network (PAN), mostrano la presenza di 122 residui di pesticidi diversi nei 12 prodotti più “contaminati”, che l’associazione PAN chiama la “dirty dozen” (sporca dozzina) – classifica britannica simile, ma non uguale, a quella stilata negli USA dall’ente EWG -. Ogni frutto o verdura testata e quindi presente sulla lista contiene da due a più tracce di pesticidi, con alcuni campioni che ne contengono fino a 25 differenti. Anche se i livelli dei singoli residui di pesticidi rientrano nei limiti di legge, gli attivisti temono che la combinazione di più sostanze chimiche, il cosiddetto “cocktail di pesticidi”, possa essere dannosa per la salute, in realtà però l’EFSA ha recentemente stabilito che le miscele di contaminanti diversi nei cibi che mangiamo non hanno effetti avversi sulla salute umana (clicca qui per approfondire).

                      Nella “sporca dozzina” stilata dal governo UK compaiono al primo posto arance e uva (provenienza varia, quindi anche extra-UE), che si sono conquistate i primi posti della classifica dei frutti più contaminati. Tuttavia, nella lista ci sono altre dieci referenze che presentano tracce di due o più fitofarmaci (anche in questo caso provenienti da tutto il mondo): frutta disidratata, erbe, pere, piselli, fagioli, okra (o frutti di gombo), lattuga, fagioli (secchi), carote, mango.

                      pesticidi

                      “Queste cifre evidenziano la vasta gamma di sostanze chimiche a cui siamo esposti quotidianamente attraverso le nostre diete – sottolinea Nick Mole di PAN UK -. Mentre i limiti di sicurezza continuano ad essere fissati per un solo pesticida alla volta, sta crescendo l’evidenza che le sostanze chimiche possono combinarsi per essere più tossiche, un fenomeno noto come effetto cocktail”.

                      La “dirty dozen” non è comunque una lista esaustiva e obiettiva dell’ortofrutta che contiene più tracce di pesticidi: quest’anno, infatti, il governo ha scelto di testare solo tre dei 12 tipi di frutta e verdura della lista della sporca dozzina dell’anno scorso compilata da PAN. Fragole, limoni e insalata preconfezionata, che erano in cima alla lista precedente, non sono stati testati questa volta, quindi non c’è modo di sapere se la quantità di residui di pesticidi su questi prodotti è diminuita. A ciò si aggiunge anche il fatto che dei 2.460 campioni di 33 prodotti alimentari presi in esame, ben il 58,46% non conteneva tracce di pesticidi.

                      Lavare un ortaggio o un frutto, o togliergli la buccia, non garantisce la totale rimozione dei residui di pesticidi. Infatti– fa sapere PAN a The Guardian -, alcuni pesticidi penetrano all’interno: questi pesticidi vengono chiamati ‘sistemici’, il che significa che vengono assorbiti nella pianta e distribuiti in tutti i suoi tessuti, raggiungendo tutto il frutto. Di conseguenza, i residui di pesticidi sono spesso contenuti in tutto il frutto o l’ortaggio e quindi il lavaggio della superficie non li rimuoverà“.

                      PAN raccomanda comunque ai consumatori britannici di acquistare ortofrutta locale o comunque proveniente dall’Unione Europea, in quanto l’UE ha una delle regolamentazioni più restrittive al mondo sull’uso dei pesticidi ed è molto più probabile che vieti un pesticida qualora abbia il dubbio che una sostanza chimica possa essere in qualche modo dannosa per l’uomo, anche in via preventiva. Allo stesso modo agisce il Regno Unito, che ad oggi rispecchia le regolamentazioni dell’UE.

                      pesticidi

                      Infografica dal sito di PAN che mette in luce i possibili rischi dei cocktail di pesticidi

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