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                      Agricola Campidanese investe nel fuori suolo. Lotta: “Partiamo con 4 ettari di serre”

                      Innovazione sostenibile come risposta al cambiamento e alle emergenze che si stanno susseguendo: su questa linea si inserisce la scelta di Agricola Campidanese di investire sulle colture fuori suolo. “Ad oggi abbiamo convertito a fuori suolo 4 ettari di serre – dice Marco Michele Lotta, responsabile logistico commerciale della OP di Terralba (Or), raccontandoci le ultime novità -. Un ettaro è dedicato alle fragole, altre serre al pomodoro iLcamone e altre ancora avranno una rotazione di angurie, meloni e orticole”

                      di Carlotta Benini

                      Agricola Campidanese ©FM

                      Marco Michele Lotta e il padre Salvatore, direttore commerciale di Agricola Campidanese (copyright: Fm)

                      Ridurre le lavorazioni consumando meno gasolio, ottimizzare l’utilizzo di acqua e di suolo, razionalizzare e ridurre l’utilizzo di concimi e fertilizzanti, che hanno anch’essi un impatto e un costo. Perché l’innovazione sostenibile è la leva che guida il processo di cambiamento e mai come oggi le aziende agricole sono chiamate a dare una risposta fattiva, a tutela dell’ambiente ma anche del benessere economico della filiera. Su questa linea si inseriscono i nuovi, importanti investimenti che Agricola Campidanese sta mettendo in campo per convertire a fuori suolo parte delle coltivazioni.

                      “L’agricoltura senza sostenibilità non dovrebbe esistere”, esordisce Marco Michele Lotta, responsabile logistico commerciale della OP di Terralba (Or), che a Marca Fresh ci ha parlato del rinnovato impegno green dell’azienda, che con il brand L’Orto di Eleonora e nelle linee private label della Gdo commercializza in Italia e anche all’estero prodotti premium ed eccellenze ortofrutticole sarde, promuovendo un’agricoltura attenta alla salute, del consumatore e del Pianeta, e rispettosa della biodiversità. “Noi lavoriamo con la terra, che esiste da qualche miliardo di anni e che continuerà ad esserci dopo di noi – continua -. Tutto quello che facciamo può avere un impatto positivo o negativo su di essa, per questo abbiamo il dovere di prendercene cura. In questo momento l’approccio migliore in questo senso è la riduzione degli input strutturali”.

                      “Su questo fronte – racconta – abbiamo scelto di recente di investire sulle colture fuori suolo per abbattere l’utilizzo di fitofarmaci e tutelare il benessere del terreno. Questo nuovo sistema produttivo ci consente altresì di ridurre drasticamente l’utilizzo di acqua e di razionalizzare al massimo l’utilizzo di concimi”. L’utilizzo di sensori e delle moderne tecnologie messe a disposizione dall’agricoltura 4.0 garantisce la massima efficienza di tutti i processi produttivi.

                      Ad oggi Agricola Campidanese ha convertito a fuori suolo 4 ettari di serre – circa l’8% della superficie totale – e l’obiettivo è quello di sviluppare questo tipo di produzione. “Una serra da un ettaro è dedicata interamente alle fragole, con 100 mila piante a dimora su substrato inerte – rivela Lotta -. Altre serre sono dedicate al pomodoro iLcamone e altre ancora avranno una rotazione di angurie, meloni e orticole in generale”. “È un investimento molto impegnativo in questa fase iniziale – conclude -, ma ci permetterà di ottenere un importante riduzione di costi durante il ciclo di vita delle piante”.

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