Dalla Redazione
I prodotti presi in esame sono fragole, mele, pomodorini e carote, sia biologici che convenzionali. Il laboratorio si è concentrato sulla ricerca di pesticidi e sui valori nutrizionali contenuti, quali sali minerali e antiossidanti. I risultati di questo studio sono interessanti, dato che non sempre rispecchiano le alte aspettative che i consumatori hanno sui prodotti biologici.
Per quanto riguarda la sostenibilità e l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici, si può dire che nella produzione biologica sono soggetti a particolari restrizioni, ma non che sono del tutto vietati, come si tende a credere. Sono per esempio autorizzati nel caso di coltura a rischio.
Inoltre, quando si valuta l’impatto ambientale di un prodotto, non è sufficiente considerare solo la coltivazione e i pesticidi, ma è necessario tenere conto anche dell’acqua, dell’energia, delle emissioni di CO2 e del trasporto. E in questo non sempre prodotto bio è sinonimo di frutta e verdura di stagione e a chilometro zero, quindi di maggiore sostenibilità. Scegliere alimenti biologici, sostiene Altroconsumo, quindi non ha vantaggi rilevanti per l’ambiente, nonostante queste pratiche di coltura si impegnino a prevenire la perdita della biodiversità e l’impoverimento del suolo.
L’altro motivo per cui i consumatori si orientano verso i prodotti bio è legato alla salute: questi alimenti sono considerati più ricchi di nutrienti e di conseguenza più salutari.
Tale convinzione è supportata da diverse ricerche, dalle quali è emerso che, a parità di pianta e di terreno, il contenuto di antiossidanti è maggiore nei vegetali bio. Questa condizione ottimale però non è la stessa che si presenta nei negozi, dove vengono venduti prodotti biologici e convenzionali provenienti da terreni e condizioni diversi. Per questo il confronto fatto da Altroconsumo è partito dai prodotti realmente presenti sugli scaffali, quelli che il consumatore si trova a scegliere. Il risultato dell’analisi è che a livello di composizione nutrizionale tra ortofrutta tradizionale e bio non ci sono differenze rilevanti. Ciò significa che non è il metodo di coltivazione a garantire la qualità del prodotto, ma le caratteristiche genetiche della pianta, il suolo, il clima, le condizioni di trasporto e di conservazione.
È da sottolineare inoltre, rileva Altroconsumo, il fatto che un contenuto più alto di sostanze antiossidanti e una minore concentrazione di contaminanti non si traducono in un vantaggio per la nutrizione e la salute dei consumatori. Se invece a preoccupare sono i pesticidi, è sufficiente variare frutta e verdura, lavarla, sbucciarla o eventualmente cuocerla. Con questi pochi accorgimenti, si elimina la maggior parte dei residui nocivi.
Altroconsumo è la prima e più diffusa associazione di consumatori in Italia. Ha come obiettivo principale quello di tutelare i diritti del consumatore e di guidarlo nella scelta dei prodotti, a seconda delle sue necessità. L’omonima rivista propone mensilmente inchieste e test comparativi su prodotti e servizi, eseguiti da esperti del settore.
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