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                      Amazon Go apre a Seattle, ha inizio la rivoluzione senza casse

                      Da oggi Amazon Go è realtà. A Seattle ha finalmente aperto al pubblico il tanto atteso supermercato senza casse, dove basta una app sullo smartphone per entrare, servirsi e andarsene con la spesa senza nemmeno mettere mano al portafoglio. Il sistema, infatti, registra l’acquisto sulla carta di credito non appena il cliente esce dal negozio con il prodotto. Amazon Go – presente in versione beta per i dipendenti di Amazon dal 2016 – viene inaugurato dopo un lungo periodo di sperimentazioni e intoppi tecnici. Nel nuovo punto vendita – al piano terra del quartier generale di Amazon – da oggi è quindi possibile acquistare senza fare code, forse nemmeno senza accorgersene. L’automazione totale nel retail è sempre più vicina: quali prospettive per il futuro?

                       

                      di Massimiliano Lollis

                       

                      Il punto vendita Amazon Go a Seattle (Foto: Shara Tibken/CNET)

                      Il momento tanto atteso è arrivato: Amazon Go è realtà. Dopo lunghe sperimentazioni e intoppi tecnici, il negozio senza casse né code del colosso di Jeff Bezos ha finalmente aperto oggi a Seattle: 1.800 mq di superficie al piano terra del quartier generale dell’azienda. Amazon Go rappresenta per molti versi qualcosa di rivoluzionario nel mondo della grande distribuzione per il livello avanzato della tecnologia impiegata – machine learning e tecniche di computer vision – e per le implicazioni che in futuro potrà avere perfino oltre l’ambito del retail. 

                       

                      L’idea alla base di Amazon Go è semplice quanto complessa da realizzare: un supermercato senza casse, dove fare la spesa “and just walk out” come dicono a Seattle. L’utente scarica la app, abbina al suo account una carta di credito e accede al negozio scannerizzando il Qr dallo smartphone: il tornello stile metropolitana si apre e l’utente può finalmente fare la spesa, mettendo nel carrello ciò che intende acquistare. La differenza sostanziale sta soprattutto nella conclusione dell’esperienza di acquisto: l’utente non deve nemmeno tirare fuori il portafoglio, perché il sistema di videocamere e sensori ha già registrato le sue scelte. Niente più casse e cassieri all’uscita, quindi: il carrello virtuale dell’utente viene aggiornato in tempo reale in base a quello che l’utente prende dallo scaffale. Solo quando il cliente uscirà dal negozio con la sua spesa, il relativo prezzo verrà addebitato sulla sua carta di credito in modo automatico.

                       

                      La nuova apertura è un avvenimento importante per il retail Usa (e non solo), ma non certo inaspettato. Di Amazon Go infatti, si parla già da tempo: una versione sperimentale a Seattle esisteva per i dipendenti di Amazon e nella stessa location già dalla fine del 2016 – qui su Fm ne avevamo parlato pubblicando anche il video di presentazione (leggi qui) – , ma lo scorso marzo l’apertura al pubblico era stata rinviata a causa di problemi di natura tecnica, che non permettevano alla tecnologia di essere efficace: il sistema si confondeva con persone della stessa corporatura, andava in tilt se un cliente spostava un prodotto sullo scaffale o se nel negozio si aggiravano più di venti persone nello stesso momento. Oggi questi problemi sembrano superati, anche se al momento non è chiaro se Amazon vorrà cedere la tecnologia in licenza a terzi o adottarla invece nei suoi negozi fisici, compresi i punti vendita della catena Whole Foods Market, recentemente acquisita (leggi qui).

                       

                      Niente casse: da Amazon Go si entra, si prende e si esce (Foto: Shara Tibken/CNET)

                      Ciò che possiamo però ipotizzare è che la cosa vedrà ancora una volta Amazon agire da “pungolo” per l’intera Gdo a livello internazionale. La catena statunitense Walmart, per esempio, già permette di scannerizzare con lo smartphone i codici a barre dei prodotti pagando via app, e il suo progetto Code Eight, molto simile ad Amazon Go, sarebbe già in fase di sviluppo. Come riferito da Business Insider, pare però che qualcosa si stia muovendo anche dal nostro lato dell’oceano Atlantico, dove la britannica Tesco – pur rifiutandosi di entrare nei dettagli – ha ammesso di lavorare a qualcosa di simile ad Amazon Go.

                       

                      È certamente troppo presto per avere delle certezze riguardo le implicazioni future di questo tipo di tecnologia sulla nostra vita quotidiana. Possiamo però iniziare a tracciare delle semplici ipotesi. Prima di tutto, se non ci saranno più cassieri, la cosa dovrà in qualche modo essere affrontata anche dal punto di vista lavorativo e sociale: su questo Amazon fa già sapere che la cosa non sarà un problema poiché gli addetti alle casse continueranno comunque a lavorare all’interno del negozio, occupandosi dei clienti o dei prodotti da sistemare in scaffale. Se effettivamente un problema di questo tipo lo pone già da tempo l’ormai comune introduzione delle casse automatiche, è forse legittimo iniziare a preoccuparsi del futuro assorbimento di questa forza lavoro che rischia di essere considerata superflua nel retail del domani, sempre più automatizzato.

                       

                      Secondo lo studio accademico “Technology at work 3.0”, pubblicato la scorsa estate a cura di Citi e Oxford Martin Programme on Technology and Employment (Università di Oxford), due cassieri e adetti alle vendite su tre sarebbero a rischio a causa dell’automazione. La previsione è perfino peggiore se si prende in considerazione l’intera filiera del retail, dalla logistica alla gestione dei magazzini, dove nei prossimi anni perfino l’80% dei lavoratori potrebbe venire sostituito da robot. L’automazione nel retail avrebbe perfino un impatto più pesante rispetto a quella nel manifatturiero, perché se quest’ultimo tradizionalmente si concentra in alcune zone geografiche ben definite, il retail è invece presente in ogni città e regione. Il discorso vale per gli Usa, ma un giorno potrebbe valere ovunque. 

                       

                      Oggi – continua lo studio – oltre il 90% delle operazioni di magazzino sono fatte a mano e sono 2 milioni i lavoratori (solo in Usa) addetti a queste operazioni, ma l’automazione potrebbe perfino moltiplicare la produttività di cinque o sei volte tanto. Premesso che si tratta comunque di previsioni per cui al momento non esiste alcuna certezza, “Il retail – afferma lapidario lo studio accademico – è un’industria nella quale è probabile che il lavoro possa svanire nel nulla”.

                       

                      La tecnologia sta rendendo il pagamento sempre più facile e “virtuale”

                      C’è però un altro aspetto, forse meno traumatico quanto più insidioso, perché la sua diffusione rischia di condizionare la società in modo molto ampio, ed è quello del pagamento elettronico e smaterializzato: come vediamo già oggi nella nostra vita quotidiana, gli acquisti online o con carta di credito (anche “contactless”) sono sempre più facili e sempre più pericolosamente virtuali. Cala la nostra consapevolezza di spendere, salvo renderci conto della spesa a cose già fatte. Sarebbe forse bene iniziare ad interrogarsi sui rischi di una tecnologia che permette di acquistare senza quasi rendersene conto, al fine di promuoverne un utilizzo consapevole.

                       

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