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                      Banane: esistono mille varietà ma mangiamo solo la Cavendish. “Un paradosso”

                      Al World Banana Forum il direttore generale della FAO Qu Dong ha rivelato che nel mondo esistono oltre mille varietà di banana, eppure la produzione e il commercio globale si concentrano solo sulla Cavendish, seriamente minacciata dalla diffusione della “malattia di Panama” (TR4). Investire sulla monocoltura, nonostante le sfide ambientali e sociali che la filiera delle banane si trova oggi ad affrontare, appare dunque un controsenso, secondo il giornalista britannico Dan Saladino, autore del libro Eating to Extinction”. “Occorre un cambiamento – sottolinea – e siamo tutti parte del problema”

                      Dalla Redazione

                      Si è svolto a Roma il 12 e 13 marzo scorso, passando un po’ in sordina dal punto di vista mediatico.  Forse – verrebbe da chiedersi – anche per il carattere “delicato” delle tematiche trattate? Il World Banana Forum ha puntato quest’anno i riflettori sulle problematiche di una filiera, quella delle banane, che si trova oggi ad affrontare diverse sfide ambientali e sociali, dovute ai cambiamenti climatici, alle coltivazioni intensive e monovarietali con massiccio uso di pesticidi e a un mercato dei prezzi al ribasso. Svoltasi presso la sede capitolina della FAO, la quarta conferenza globale sulla banana ha affrontato temi come la crisi ambientale, gli alti costi dell’energia, dei fertilizzanti e del trasporto e la diffusione della malattia distruttiva Fusarium wilt Tropical Race 4 (TR4) che colpisce le piantagioni di tutto il mondo.

                      Cavendish in crisi? Occorre un piano b

                      Quella delle banane è una supply chain da 10 miliardi di dollari, per un frutto che è il quinto prodotto agricolo più venduto nel mondo, nonché uno dei frutti più economici e reperibili nelle corsie dei supermercati. Ma, incredibilmente, non esiste un piano di riserva integrato se l’unica varietà da cui dipende la maggior parte del commercio globale inizia a essere in crisi. Lo fa notare The Guardian, in un articolo a firma del giornalista e autore esperto di agrifood Dan Saladino, che sottolinea come il punto più sorprendente sollevato al World Banana Forum di quest’anno sia arrivato da un commento apparentemente innocuo contenuto nel discorso di apertura dell’evento tenuto dal direttore generale della FAO Qu Dongyu. “Le banane sono tra i frutti più prodotti, commercializzati e consumati a livello globale, con oltre 1.000 varietà prodotte in tutto il mondo, e forniscono nutrienti vitali a molte popolazioni” ha detto Dongyu, sottolineando che il reddito derivante dalla coltivazione delle banane può rappresentare fino a tre quarti del reddito familiare mensile totale per i piccoli agricoltori nei Paesi in via di sviluppo.

                      La diffusione delle malattie, tuttavia, è una grande preoccupazione nel settore. Nel 2019, la TR4 ha raggiunto diversi Paesi dell’America Latina dopo molti anni di diffusione a livello mondiale. Poiché la varietà Cavendish, che costituisce la maggior parte delle esportazioni di banane, è vulnerabile alla malattia, il direttore generale della FAO ha affermato che la diversificazione delle varietà dovrebbe essere una strategia chiave per garantire il futuro del commercio delle banane.

                      Monovarietà vs biodiversità

                      “La maggior parte delle persone non si chiede perché ogni banana che ha mangiato abbia più o meno lo stesso sapore e aspetto – scrive Dan Saladino sul Guardian -. La maggior parte di noi non proverà mai il Java blu dell’Indonesia con la sua consistenza morbida e untuosa e il sapore di gelato alla vaniglia, o la banana cinese incredibilmente aromatica”. La domanda di varietà a basso costo e ad alto rendimento ha portato a vaste monocolture di un solo tipo di banana commercializzata a livello globale, e questo vale anche per molte altre colture. “L’omogeneità del sistema alimentare è una strategia rischiosa, perché riduce la nostra capacità di adattamento in un mondo in rapido cambiamento”, continua Saladino.

                      Facendo quindi riferimento alla varietà Cavendish, la più diffusa nel mondo, che non cresce in modo selvatico ma è frutto di cloni, questa oggi è minacciata seriamente dalla diffusione della TR4, detta anche “malattia di Panama”, che si sta diffondendo nelle monocolture di banane in Asia, Australia, Africa e, più recentemente, in America Latina e nei Caraibi, da cui proviene l’80% delle banane commercializzate a livello mondiale.

                      Una soluzione di fronte a questa malattia devastante è utilizzare la modificazione genetica o l’editing genetico per sviluppare banane con maggiore resistenza. James Dale, professore alla Queensland University of Technology, ha trascorso decenni lavorando su una versione modificata del Cavendish progettata per essere “altamente resistente” alla TR4.

                      “Ma Dale crede che non sia una bacchetta magica – sottolinea Dan Saladino -. La risposta a lungo termine, a suo avviso, è introdurre una maggiore diversità nel sistema alimentare”. Il giornalista del Guardian e della BBC, autore del libro “Eating to Extinction”, racconta di avere avuto una conversazione molto illuminante con il prof. Dale durante le ricerche per la sua pubblicazione. “Le monocolture – rivela – non esistono in natura, mi ha detto, e dobbiamo imparare da questo. Nel sistema alimentare globale esisteva una diversità molto maggiore. Ma con l’introduzione di un numero minore di colture altamente produttive, questa diversità è andata perduta”.

                      Tornando alle banane e al discorso di Qu Dongyu in apertura del forum globale, il direttore generale della Fao ha detto anche che “il grosso problema è la mancanza di accettazione da parte dei rivenditori e dei consumatori delle diverse varietà”. “Se così è – conclude Dan Saladino nel suo articolo sul Guardian – dobbiamo tutti fare un passo avanti. Dobbiamo far sapere che vogliamo una maggiore diversità. Questa chiamata di mobilitazione potrebbe essere semplice come acquistare una varietà di fagioli o piselli che non abbiamo mai provato prima, un tipo insolito di grano, o anche, appunto, se la troviamo in negozio, una banana diversa”.

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