Riceviamo e pubblichiamo la lettera che Paolo Pastore, direttore generale di Fairtrade Italia, ci ha scritto in risposta alla lettera firmata che abbiamo pubblicato il 30 settembre in merito all’apparente contraddizione tra le offerte di frutta di certi supermercati e le loro certificazioni di tipo etico e ambientale. Di seguito la lettera integrale

Dalla Redazione

Spett.le Redazione, una lettera che avete pubblicato qualche giorno fa solleva diversi dubbi in merito alle certificazioni di sostenibilità. Dal momento che Fairtrade rientra tra le più riconosciute a livello globale, ci sentiamo di dare alcune risposte puntuali alle osservazioni espresse dal vostro lettore.

Attraverso i propri Standard, Fairtrade assicura agli agricoltori certificati in Asia, Africa e America Latina il Prezzo Minimo Fairtrade, un prezzo calcolato per coprire i costi di una produzione sostenibile per i contadini. Proprio la scorsa settimana abbiamo diffuso l’aggiornamento del prezzo minimo che i coltivatori di banane otterranno : i prezzi Fairtrade infatti vengono stabiliti di concerto con le organizzazioni di produttori agricoli, e vengono periodicamente aggiornati nel loro interesse. Tutte queste informazioni sono pubblicate con grande trasparenza sui nostri siti internet per tutti i consumatori che vogliono approfondire cosa sta dietro ai prodotti che acquistano.

Un secondo elemento chiave assicurato ai consumatori dalla certificazione è il cosiddetto Premio Fairtrade, che è corrisposto dagli importatori alle organizzazioni agricole: i contadini ricevono una somma di denaro extra per acquistare materiali utili all’agricoltura, costruire infrastrutture e per avviare progetti di emancipazione e sviluppo delle comunità.

Oltre a Prezzo e Premio, gli Standard prevedono norme per la sicurezza sul lavoro all’interno delle organizzazioni, stabiliscono quando le persone debbano dotarsi di dispositivi di protezione, proibiscono le discriminazioni in base a genere, credo religioso, affiliazione politica, e vietano il lavoro minorile. Si tratta di requisiti imprescindibili che vengono richiesti a monte, per poter accedere al sistema. Un ente terzo e indipendente, Flocert, verifica periodicamente che tutti i requisiti elencati sopra siano rispettati, a tutela delle aziende e dei consumatori.

Inoltre, Fairtrade coinvolge le aziende che vogliono assicurare un reddito dignitoso ai coltivatori di banane (e non solo)  lungo le proprie filiere in percorsi definiti sulla base di studi e ricerche svolte sul campo, grazie al contributo di esperti del settore e dei paesi in cui operiamo.

Il lavoro di Fairtrade consiste nell’assicurare migliori condizioni di lavoro agli agricoltori del Sud globale, ma come organizzazione condividiamo la necessità che ciascun attore della filiera, indipendentemente da dove operi, venga adeguatamente remunerato, nell’ottica di una sostenibilità per tutti i portatori di interesse nell’industria bananiera. Alle catene della GDO chiediamo di impegnarsi per una responsabilità condivisa e prezzi sostenibili per tutti. È giunto il momento di fermare la continua corsa al ribasso sui prezzi al dettaglio e assicurare che le aziende del settore siano in grado di rimanere in attività.

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