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                      Banane in Gdo, Il Salvagente: “Tracce di pesticidi anche in quelle bio”

                      Si potrebbe definire uno scivolone su una buccia di banana… in senso letterale. È quello che è capitato a due catene della Gdo italiana, Esselunga e Carrefour, che di recente hanno avviato procedure di controllo su due fornitori di banane biologiche sulle quali la rivista Il Salvagente ha rilevato, nell’ambito di un dossier su questo frutto, tracce di residui di fitofarmaci. Un’anomalia, trattandosi appunto di prodotto bio: sembra in entrambi i casi che si tratti di un problema di contaminazione sul prodotto, come spiegano le due insegne. Sta di fatto che le due catene si sono subito attivate prendendo provvedimenti seri: e questa è una buona notizia. Fa più preoccupare, secondo la rivista, l’effetto del cosiddetto effetto cocktail: di 22 campioni analizzati fra banane e bananito, convenzionali e bio, solo quattro marchi infatti non hanno presentato alcuna traccia di chimica. E ci sono frutti che presentano fino a sei residui di fitofarmaci.

                      (aggiornamento del 4/2/2022: Esselunga e Altromercato rispondono in modo dettagliato anche al nostro articolo, leggi qui)

                      Dalla Redazione

                      Il Salvagente, rivista dedicata alla tutela dei diritti del consumatore diretta da Riccardo Quintilli, ha dedicato la copertina del nuovo numero di febbraio alla banana, il frutto più commercializzato e il quinto prodotto agricolo più venduto al mondo. “Le banane sono coltivate in 150 paesi del mondo e ogni anno ne vengono prodotte 105 milioni di tonnellate – scrive Il Salvagente, come si legge anche nell’articolo online -. In Italia se ne importano 600 mila tonnellate, con un consumo pro capite di 10,5 kg, circa 60 frutti per persona”.

                      Il magazine, che si definisce “leader nei test di laboratorio contro le truffe al consumatore”, ha analizzato 20 campioni di banane convenzionali e biologiche, acquistate in diversi supermercati e discount, andando a cercare in ognuno la presenza di tracce di fitofarmaci nella polpa del frutto. Quindi nel dossier “Cosa si nasconde sotto la buccia?”, che apre il nuovo numero della rivista, arriva la rivelazione, non senza un tocco di sensazionalismo: in 17 campioni su 20 le analisi hanno rilevato tracce di residui di fitofarmaci. Fanno eccezione solo tre referenze, tutte biologiche, nelle quali non è stata rilevata alcuna traccia di sostanza chimica. Sono stati inoltre analizzati anche due bananito: anche in questo caso la referenza biologica non presenta residui di sostanze chimiche, quella convenzionale sì.

                      I test, si specifica, sono stati effettuati sulla parte edibile del frutto, ossia solo sulla polpa e, altra precisazione, si tratta in ogni caso di “contaminazioni da pesticidi in quantità certamente al di sotto dei limiti di legge (quando previsti)”.

                      La prima e più importante anomalia messa in luce dal Salvagente è la presenza di tracce di residui chimici anche in alcuni prodotti biologici. In particolare finiscono sotto la lente le banane Esselunga Bio Altromercato e le banane Carrefour Bio. In quelle commercializzate da Altromercato per Esselunga, provenienti dal Perù, sono state trovate tracce di residui di quattro fitofarmaci non ammessi nel biologico: Chlorfenapyr (0,005) Lambda Cyhalothrin (0,021), Spinosad (0,067), Thiamethoxam (0,007). Nelle banane bio di Carrefour provenienti dalla Repubblica Dominicana è stato invece rilevato un residuo di Imidacloprid (0,008).

                      Carrefour in una replica inviata alla redazione de Il Salvagente precisa che le tracce del fitofarmaco rilevate dall’analisi, “per altro a livelli inferiori al limite di contaminazione accidentale consentito per le coltivazioni biologiche, indica che verosimilmente vi è stata una contaminazione crociata, verificatasi molto probabilmente in fase di coltivazione”.
 “L’imidacloprid – prosegue – infatti è una molecola che può persistere a lungo nel suolo o nell’acqua e di conseguenza tracce di questo fitofarmaco, permesso per altre colture convenzionali, può residuare nell’ambiente e nelle fonti idriche usate per le coltivazioni”.
Il retailer francese ora si è attivato con il fornitore in questione chiedendogli di rafforzare e barriere naturali del sito di produzione, di intensificare il numero di analisi di laboratorio, anche sulle acque in uso, e di incrementare le azioni di sensibilizzazione sugli effetti della cross-contaminazione da parte delle aziende agricole limitrofe.

                      Anche Esselunga risponde prontamente al dossier comunicando al Salvagente di avere già avviato una procedura di controllo interna che ha interessato anche l’ente di certificazione (Altromercato). “La merce già in viaggio via nave proveniente dai codici sospetti verrà bloccata e per ciascun codice incriminato verranno effettuate analisi di laboratorio tese a identificare l’eventuale presenza dei principi attivi non ammessi – assicura la catena -. La cooperativa ha deciso di sospendere la merce proveniente dai codici sospetti e di svolgere delle indagini accurate per individuare la causa di quanto accaduto”. (aggiornamento del 4/2/2022: Esselunga e Altromercato rispondono in modo dettagliato anche al nostro articolo, leggi qui)

                      Buone notizie, dunque, sul fronte dell’attenzione alla food safety da parte della Gdo. “L’impegno che si sono assunti i due marchi, Esselunga e Carrefour, è una nota positiva”, sottolinea lo stesso Salvagente.

                      Nelle analisi realizzate sui 20 campioni di banane, tuttavia, la rivista ha rilevato tracce di residui chimici in altri tre campioni di banane biologiche: si tratta in tutti e tre i casi dello Spinosad, un principio attivo ammesso anche nella coltivazione biologica, e rilevato in tutti i casi in percentuali al di sotto dei limiti di legge.

                      Quello che deve mettere in allarme, secondo Il Salvagente, è l’effetto del famigerato cocktail di fitofarmaci, sulla cui pericolosità l’Efsa non avrebbe ancora fatto ad oggi le opportune valutazioni. “Quel che lascia più perplessi – scrive Il Salvagente – è la presenza di molte molecole, fino a sei sullo stesso frutto. Non è certo una bella notizia, soprattutto se pensiamo che la banana è uno tra i frutti preferiti anche dai bambini”.

                      Con l’eccezione di quattro marchi, tutte le banane e bananito prelevate in Gdo dal Salvagente hanno dunque evidenziato la presenza di tracce di pesticidi, anche sei molecole contemporaneamente, e, come detto, non si salva nemmeno il biologico. La rivista, nel dare la pagella dei prodotti campionati, ha deciso di penalizzare innanzitutto i campioni contaminati (seppur sotto ai limiti di legge) dai neonicotinoidi, tossici per le api. “Per le altre molecole non è stato possibile fare differenze in quanto i profili di sicurezza sono tutti simili: si tratta, infatti, di sostanze certamente autorizzate in Europa su cui, però, pesano sospetti su presunti danni al fegato o agli embrioni”, conclude Il Salvagente. Viene citato infine anche l’acido gibberellico, rilevato in tracce su alcuni campioni, che può essere utilizzato senza limiti di legge, “nonostante l’Epa, l’Autorità per la protezione della salute umana e dell’ambiente statunitense, l’abbia classificato come un pesticida leggermente tossico”.

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