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                      Burger King si rifà il look dopo vent’anni: retrò e dal sapore più genuino

                      Burger King si rifà il look e lancia il suo primo rebranding dopo 20 anni. Un logo che trova le basi in quello utilizzato dalla catena di fast food negli anni ’70 e ’80, rimodernato nei colori e nelle linee ma che serve all’azienda per sottolineare la recente filosofia aziendale improntata sulle nuove esigenze dei clienti. Il focus è ora sui prodotti e sugli ingredienti “naturali” e non più sulla velocità del servizio, ormai elemento comune a molte altre catene e non più così attuale. Abbandonato il segno grafico circolare blu che circonda la scritta e i colori squillanti, il nuovo logo vede colori dalla patina retrò, uniformi e più naturali. il nome è racchiuso in due fette di pane e il colore verde e la verdura stilizzata abbondano nella comunicazione a corredo del lancio

                      Di Valentina Bonazza

                      Dopo vent’anni Burger King si rifà completamente il look per guardare al futuro: abbandona il logo del ’99 per crearne uno nuovo, che di fatto è un vero e proprio ritorno alle origini e una celebrazione della lunga storia del fast food che vede la sua nascita nel 1954. Addio quindi all’attuale logo dai colori squillanti e dall’anello blu circolare che circonda la scritta che sottolineano la modernità dell’azienda e la velocità del servizio. Il nuovo logo, alla base di tutta la riprogettazione visiva dell’azienda e studiato da Jones Knowles Ritchie, vede le sue origini nel logo Burger King del 1969.

                       

                      Burger King

                       

                      Il nuovo logo lanciato nei primi giorni del 2021, infatti, è una versione moderna e più pulita del logo del 1969. L’agenzia ha creato una nuova font ad hoc: si chiama Flame, è arrotondata e morbida, ed evoca le forme naturali e gustose di un panino. Il logo abbandona così l’anello blu in uso dal 1999, che poco richiama l’idea di cibi e ingredienti naturali e sani, per rifarsi a un logo più minimalista che da un lato è fondamentale per comunicare sul web, dall’altro è senza dubbio più “genuino”. I colori sono comunque ricchi e pieni ma più vicini ai colori dei cibi veri e caratterizzati da una sorta di patina che richiama appunto gli anni settanta e ottanta. Palesi i richiami alla cultura “pop” di “Back to the Future, i Gremlins fino ai più recenti Stranger Things e alla campagna Warhol di BK: il nuovo logo – fa sapere l’azienda – rende omaggio al patrimonio del marchio con un design raffinato, sicuro, semplice e divertente”.

                      Ma perché questa scelta di ritorno alle origini? Perché abbandonare colori più accesi e e dinamici per rimodernare un logo di 50 anni fa? Da un lato l’ammissione dell’azienda che il logo del 1999 fu un errore comunicativo, e quindi era forte la volontà di ritornare ai tempi in cui il logo dava il meglio di sé. Dall’altro, invece, l’obiettivo – di portata maggiore – di porre il focus su concetti diversi da quelli propri di una catena di fast food per restare al passo con le nuove tendenze dei consumatori. Distogliere l’attenzione dalla velocità del servizio (ormai propria di molte catene di fast food e non solo) al prodotto. Dare quindi importanza alla qualità degli ingredienti e alla naturalezza dei prodotti: semplici, naturali, senza coloranti.

                      Burger King

                      Ecco quindi che il cambio di logo che strizza l’occhio al passato per forme e colori serve a sottolineare la nuova strategia dell’azienda, che già da qualche tempo sta rivedendo tutto il suo processo produttivo per cercare di stare al passo le nuove esigenze di mercato: già a febbraio 2020, ad esempio, Burger King aveva avviato una campagna focalizzata sul “cibo vero”, rimuovendo conservanti, coloranti e sapori artificiali dal suoi Whooper (ne abbiamo parlato qui).

                      Il nuovo look non si ferma ovviamente al logo ma si estende anche ai dipendenti, veri e propri protagonisti nelle fotografie di lancio promozionali, che indosseranno una divisa che richiama appunto l’universo iconico di quegli anni, dai colori alle grafiche sulle t-shirt. Nuovo anche il packaging, che ovviamente mette in evidenza il nuovo logo e la nuova palette dai colori più naturali e veri (non più lucidi e squillanti) che include “illustrazioni giocose degli ingredienti” e aggettivi che descrivono il cibo, come “croccante” e “gustoso”. Il verde è utilizzato molto più spesso rispetto al passato, così come i disegni stilizzati di cetrioli, insalata e altre verdure nelle grafiche pubblicitarie, anche sui social, per dare appunto un’idea di cibi sani, freschi e naturali. Da sottolineare come il nuovo packaging di Burger King arriva pochi mesi l’annuncio di McDonald’s del lancio di nuovi involucri e tazze per i suoi prodotti e dopo la campagna pubblicitaria di McDonald’s in cui comparivano solo i nomi degli ingredienti principali dei panini, senza il logo ma con un magistrale gioco di colori e forme.

                      Burger King

                      campagna McDonald’s

                      Chissà quindi se questa nuova comunicazione possa fare da volano alla catena che in questi mesi di pandemia ha visto vendite inferiori rispetto alle sue rivali McDonald’s (MCD) e Wendy’s (WEN). Tra le altre attività portate avanti da Burger King lungo il 2020 anche il lancio di un nuovo menù a un dollaro, mentre a settembre, Burger King ha introdotto nuovi design di ristoranti adatti all’era del coronavirus con triplo drive-thrus, armadietti per il ritiro degli hamburger e contenitori da asporto, il cui design sarà modificato per evidenziare la rinnovata identità visiva. Ora non resta che darsi da fare: mentre per quanto riguarda il sito, i sociali e tutto ciò che riguarda la parte web il rebranding è già in corso, la segnaletica e il packaging richiederà qualche tempo in più. Ci vorranno invece alcuni anni per rinnovare del tutto i suoi quasi 19.000 ristoranti in tutto il mondo.

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