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                      Caporalato e aste in Gdo, Esselunga: “Chi sfrutta è escluso dalla nostra rete commerciale”

                      Mentre sulle pagine di cronaca di questo agosto nero che sta volgendo al termine si continua a parlare di sfruttamento nei campi e di condizioni lavorative al margine per tanti braccianti agricoli, la grande distribuzione italiana prende una posizione sempre più netta contro tali fenomeni di sfruttamento. Caporalato e le “famigerate” aste al doppio ribasso? Prima Coop (leggi qui), poi Conad (leggi qui), quindi anche Esselunga dice la sua con una breve nota ufficiale in cui condanna ogni forma di sfruttamento e dà un monito ai fornitori…

                       

                      Dalla Redazione  

                       

                      esselunga-supermercato“Il Gruppo Esselunga ha adottato un proprio codice etico che impone il rispetto dei diritti umani fondamentali e la dignità delle persone. Ci impegniamo costantemente nella prevenzione di ogni forma di sfruttamento. Allo stesso tempo chiediamo ai nostri fornitori il rispetto di questi principi, pena l’esclusione dalla nostra rete commerciale”. Con queste parole la catena della famiglia Caprotti commenta in una nota ufficiale i fatti di cronaca che in agosto hanno riempito le pagine di nera della stampa nazionale, dove si parla di sfruttamento nei campi, di condizioni lavorative al margine per tanti braccianti agricoli e di fenomeni di vero e proprio strozzinaggio da parte della Gdo nei confronti dei produttori, con le cosiddette “aste al doppio ribasso”.

                       

                      “Esselunga non ha mai fatto ricorso alla pratica delle aste elettroniche per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari, nel rispetto dei propri valori e a tutela dei suoi clienti e dei suoi fornitori”, continua a questo proposito il gruppo. “Coerentemente con questi principi, – si legge in conclusione nella nota – a settembre 2017 abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali al fine di favorire un mercato più trasparente e per evitare effetti distorsivi nei rapporti di filiera”.

                       

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