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                      Caporalato: la nuova legge “porterà seri problemi alle aziende del settore”

                      Continuano le preoccupazioni sul nuovo ddl contro le filiere sporche in agricoltura. “È giusto combattere il caporalato e prenderne le distanze, ma questo provvedimento, generico e lacunoso in molti punti, aggraverà la situazione delle imprese caricandole di nuove responsabilità, con il rischio di incorrere in sanzioni sproporzionate”, è il punto di vista di Fruitimprese Veneto. Il presidente Stefano Pezzo prevede che i risvolti della norma  saranno pesanti, “una zavorra di cui non si sentiva certo il bisogno”. È il settore ortofrutticolo accuserà il colpo

                       

                      Dalla Redazione

                       

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                      Secondo Fruitimprese Veneto la nuova legge contro il caporalato creerà notevoli problemi alle aziende del settore

                      Il 18 ottobre scorso è stata ufficialmente approvata nuova legge contro il caporalato, sostenuta fortemente dai ministri Martina e Orlando per tutelare i lavoratori del settore agricolo contro ogni forma di sfruttamento. La nuova nromativa prevede un inasprimento delle pene, non solo a carico dell’intermediario, ma anche del datore di lavoro, con provvedimenti penali che arrivano a comprendere, oltre alle sanzioni, anche la confisca dei beni e la reclusione fino a sei-otto anni. Insieme all’entusiasmo dei sindacati e delle istituzioni, non sono mancate anche numerose perplessità da parte degli operatori del settore e delle associazioni di categoria, che hanno fatto sentire la propria voce con prese di posizione anche piuttosto nette (leggi qui). La preoccupazione è quella che, nell’attuazione delle nuove e più severe norme legislative, vengano applicati provvedimenti penali anche a condizioni lievi e isolate, mettendo in difficoltà le aziende e finendo per travolgere anche la legalità, condizione in cui si muove la maggior parte del settore agricolo.

                       

                      Le nuove norme individuano come indice di sfruttamento la corresponsione ripetuta di retribuzioni difformi dai contratti collettivi e la violazione delle norme sull’orario di lavoro e sui periodi di riposo, in pratica salari troppo bassi e straordinari non pagati”, si legge in una nota di Fruitimprese Veneto riportata da Confcommercio Verona. Altri parametri presi in considerazione per indicare lo sfruttamento sono le violazioni delle regole per la sicurezza nei luoghi di lavoro, l’essere sottoposti a metodi di sorveglianza e anche le situazioni in cui i lavoratori sfruttati vengono alloggiati.

                       

                      “Questa legge creerà notevoli problemi alle aziende del settore ortofrutticolo – spiega Stefano Pezzo, presidente di Fruitimprese Veneto, aderente a Confcommercio Verona – in quanto basterà una piccola lacuna amministrativa, la mancanza di scarpe antinfortunistiche di un dipendente o altre problematiche di lievi entità che fino a ieri erano ritenute responsabilità amministrative per essere soggetti a provvedimenti di natura penale con la possibile confisca di beni o addirittura dell’azienda stessa”.

                       

                      “Giusto combattere il caporalato e prenderne le distanze, – aggiunge Pezzo – ma questo provvedimento, generico e lacunoso in molti punti  aggraverà la situazione delle imprese caricandole di nuove responsabilità, con il rischio di incorrere in sanzioni sproporzionate. Se poi consideriamo i tempi della giustizia in Italia, il quadro è completo. Un accanimento nei confronti delle imprese che fa passare la voglia di continuare. I risvolti della norma sul caporalato saranno pesanti, una zavorra di cui non si sentiva certo il bisogno. Il settore ortofrutticolo se ne accorgerà presto”.

                       

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