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                      Caro energia, Noto (Gruppo Az-Coop): “In autunno stangata nel carrello della spesa”

                      “Dall’inizio dell’anno abbiamo subito già quattro aumenti di listino da parte dell’industria, e a tutto ciò si aggiungono le bollette quadruplicate”: ormai è inevitabile per Gino Noto riversare questi costi sul consumo. Il direttore commerciale del Gruppo Az, storica realtà della Gdo calabrese nell’orbita di Coop Alleanza 3.0, in una  video intervista su LaCNews24 fa le sue previsioni per l’autunno “rigido” che ci aspetta: la prima stangata sui prezzi è già in arrivo. E intanto prepariamoci per un Natale di panettoni e pandori “salati”: non stiamo parlando di una nuova ricetta gourmet, ma di un prezzo sul cartellino lievitato del 45%

                      di Carlotta Benini

                      Gino Noto Gruppo Az

                      Gino Noto, direttore commerciale del Gruppo Az (immagine da video LaCNews24)

                      Il Rapporto Coop 2022 lo ha già fotografato (leggi qui): sarà un autunno freddo, freddissimo. Una stagione rigida in cui alcuni consumi saranno destinati a restare appunto congelati, con molte famiglie costrette a tirare la cinghia anche per pagare le spese di prima necessità. “Credo che avremo un autunno e un inverno molto rigido, da tutti i punti di vista”: lo dice anche Gino Noto, direttore commerciale del Gruppo Az, in una  video intervista su LaCNews24, dove si parla dei rincari in atto e di come sia inevitabile ormai scaricarli – sempre di più – sui consumatori.

                      Il Gruppo AZ SpA, storica realtà della Gdo calabrese guidata da oltre 50 anni dalla famiglia Noto, dal 2017, con l’ingresso nell’orbita di Coop Alleanza 3.0, è licenziatario del marchio Coop in Calabria, con circa 40 punti vendita che ne portano l’insegna.

                      Dall’inizio dell’anno abbiamo subito già quattro aumenti di listino – rivela il direttore commerciale di AZ nel video -. A settembre si prevede un altro sostanziale aumento. Noi come azienda non abbiamo riversato tutto l’aumento di listino, ma è evidente che questa situazione non può protrarsi in eterno. Prima o poi anche noi saremo costretti ad allinearci agli aumenti di listino che abbiamo subito da parte dell’industria”.

                      Il carrello della spesa si fa sempre più costoso, dunque, e alcuni prodotti pesano particolarmente sui bilanci famigliari. “I prodotti da forno sono quelli che stanno subendo il maggiore aumento dei prezzi, e poi tutto quello che riguarda il comparto del fresco – sottolinea Noto -. Oggi il latte ha un prezzo che supera l’euro e mezzo, prima costava un euro, al massimo un euro e dieci”.

                      Ma il peggio deve ancora venire, come hanno già previsto altri manager della Gdo (leggi qui) . Gli aumenti di prezzo che abbiamo visto fino ad oggi facendo la spesa sono “solo” una compensazione dei maggiori costi sostenuti dai retailer a fronte dell’aumento dei listini da parte delle aziende produttrici. “A questo si dovranno aggiungere i costi energetici sostenuti dalla distribuzione che, almeno per quel che ci riguarda, non abbiamo ancora ribaltato – aggiunge Noto -. Un supermercato non consuma solo la luce, ma ci sono celle frigorifere, banchi frigo e aria condizionata che assorbono moltissima energia elettrica. Per quel che riguarda il costo della bolletta si è quadruplicato. È evidente che questo maggiore prima o dopo dovrà essere riversato sul consumo”.

                      Tra settembre e ottobre dunque la spesa al supermercato diventerà più onerosa, ma lo stipendio degli italiani non è cambiato, anzi: tornando a quanto fotografato dal rapporto Coop 2022 siamo il fanalino di coda tra le principali economie europee. Abbiamo un costo della vita come quello della Germania, ma i tedeschi guadagnano tre volte più di noi.

                      Quindi? Va da sé che, a fronte di prezzi che aumentano e potere d’acquisto che resta stagnante, i consumi si contrarranno. “Se ad esempio una famiglia aveva 1.000 euro da spendere in prodotto alimentare e ieri riusciva a comprare 100 chili di merce, adesso ne potrà comprare 90, probabilmente spendendo sempre 1.000 euro, e questo sta già avvenendo”, conclude amaramente il direttore commerciale del Gruppo Az.

                      E mentre l’amaro in bocca resta anche a tutti noi consumatori, a Natale aspettiamoci di mangiare panettoni e pandori “salati”: non stiamo parlando di una nuova ricetta gourmet, ma di un prezzo sul cartellino che, si prevede, potrà lievitare fino al 45%.

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