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                      Cericola si rifà il look e investe sul broccolo. Carciofo? “Annata particolare”

                      Il clima sfavorevole non è l’unico fattore che pesa sulla campagna del carciofo pugliese, ai nastri di partenza con 45 giorni di ritardo rispetto a un’annata tradizionale. “Con le restrizioni all’attività dei ristoranti e l’horeca già in crisi ci troveremo ad affrontare momenti particolari”, rivela Vito Cifarelli, sales & marketing director di Cericola, gruppo foggiano specialista del carciofo (fa parte anche del progetto Violì), presente 365 giorni l’anno in Gdo con una gamma di ortaggi di alta qualità. Uno di questi è il broccolo verde, che l’azienda produce da cinque anni con importanti piani di sviluppo anche all’estero. “Con il Covid e il timore di un nuovo lockdown, è attualmente uno dei prodotti più alto vendenti nei supermercati”, continua. Cericola ha rinnovato di recente la sua veste sul web con un nuovo sito, un nuovo logo e un’attività più mirata sui social network

                      di Carlotta Benini

                       Cericola_Cifarelli

                      Al via la campagna del carciofo: a sinistra Vito Cifarelli, a destra Valerio Cericola

                      È ai nastri di partenza la campagna del carciofo pugliese: quella che si prospetta è un’annata particolare, caratterizzata da un ritardo nel calendario produttivo e da una situazione di mercato che sarà inevitabilmente condizionata dalla pandemia in atto. “Il grande caldo di agosto e settembre e l’assenza di piogge hanno rallentato il periodo di maturazione delle varietà precoci e medio-precoci, siamo in ritardo di 40-45 giorni rispetto a un’annata tradizionale”, esordisce Vito Cifarelli, sales & marketing director di Cericola, azienda di Ordona (Foggia) specialista del carciofo, presente 365 giorni l’anno in Gdo con una gamma di ortaggi di alta qualità 100% made in Puglia. Il Gruppo Cericola ad oggi conta circa 50 dipendenti, 150 ettari coltivati e la presenza dei suoi prodotti anche in alcune principali insegne europee.

                      Al taglio oggi – siamo nella quarta settimana di ottobre – c’è il carciofo Violetto, la prima varietà che sta facendo il suo debutto sul mercato proprio in questi giorni. Seguirà, da novembre, il carciofo Thema, quindi la campagna proseguirà con la produzione delle varietà Capriccio, Opal e Opera. Purtroppo, oltre al ritardo nel calendario produttivo, in questa prima fase della raccolta si sta riscontrando molto prodotto di scarto, con capolini deformi e prodotto non qualitativamente adatto ad essere messo sui banchi della Gdo. Il problema, fa notare il sales & marketing director di Cericola, è piuttosto serio, con la possibilità che, da metà novembre, si verifichi una sovrapposizione nell’offerta fra prodotto pugliese e siciliano. “Dobbiamo stare in allerta, specie in questa prima fase della campagna – aggiunge -. Anche sul suo prosieguo ci sono delle incognite, tuttavia, viste le numerose varianti in gioco, non facciamo pronostici”.

                      Il meteo infatti non è l’unico fattore in grado di condizionare l’annata. C’è anche la pandemia in corso, che sta riprendendo piede con risvolti preoccupanti, non solo dal punto di vista sanitario. “Con le limitazioni all’attività dei ristoranti e con il settore dell’horeca già in crisi possiamo solo sperare in un esito positivo della campagna, ma ci saranno certamente da gestire dei momenti particolari – continua Vito Cifarelli -. Contiamo di andare a regime nelle prossime tre settimane, per arrivare a metà-fine novembre con le varietà ibride del progetto Violì”. Cericola infatti fa parte, insieme ad Apofruit e La Mongolfiera del gruppo F.lli Giardina, della rete di imprese del carciofo italiano di fascia premium (leggi qui il nostro articolo con video dedicato). Il progetto prosegue con sviluppi positivi e per la nuova campagna c’è già un programma importante di promozione sia in Italia che all’estero, che vedrà Cericola impegnata in prima linea.

                      Cericola carciofo Violì

                      Cericola fa parte del progetto Violì dedicato al carciofo di fascia premium

                      Il carciofo pugliese di Cericola è destinato per il 70% alla Gdo italiana, per il restante 30% a quella estera. La distribuzione si concentra principalmente nell’area 1 e 2 Nielsen, ovvero Nord Ovest e Nord Est, con un focus importante sul territorio Veneto-Lombardia; in Europa l’azienda fornisce alcune catene in Svizzera, Germania e Belgio. Per quanto riguarda il confezionamento, il carciofo di Cericola viene venduto sfuso, in bouquet da 3-4-5 pezzi e in mini collo da 10-12 pezzi; inoltre nei banchi del supermercato è possibile trovare anche il cuore di carciofo, mondato e pulito, confezionato in vaschette di cartone da 4 e 6 pezzi. “Il nostro essere specialisti di questo prodotto ci dà la possibilità di diversificare l’offerta commerciale e di adattarci in modo repentino alle dinamiche di mercato e alle richieste dei buyer”, sottolinea Cifarelli.-

                      I buyer del carciofo dell’azienda pugliese si stanno fidelizzando anche a un altro ortaggio d’eccellenza a marchio Cericola: il broccolo verde. Si tratta di un prodotto che l’azienda produce da cinque anni, oggi presente nelle rotazioni di quasi tutte le insegne della Gdo che trattano anche il carciofo. “Ogni anno aumentiamo le superfici dedicate al broccolo – racconta Cifarelli -. Per la nuova campagna abbiamo un programma ambizioso che punta a fare volumi importanti ed elevata qualità, per rendere ancora più internazionale questo prodotto”. Le premesse sono positive, complice anche – purtroppo – l’emergenza in atto, che al supermercato vede schizzare al top le performance di prodotti “basici” come latte, patate e broccolo appunto.

                      Diversificazione dell’offerta commerciale, a livello di caratteristiche del prodotto e di lavorazione, aumento della quota di mercato nell’attuale clientela ed espansione verso nuovi mercati europei: ecco gli obiettivi che Cericola si pone per il prossimo quinquennio. Per accompagnare questo piano di sviluppo l’azienda ha scelto di rinnovare la propria immagine e di rafforzare la propria presenza sul web: ecco allora il nuovo sito, sviluppato da Cloverthree, creato in ottica B2B ma con un layout e un’impostazione che strizzano l’occhio al consumatore finale. Un’area del nuovo portale è dedicata ai prodotti, con le caratteristiche organolettiche di ogni ortaggio e con i calendari di produzione utili ai buyer, un’altra invece alle certificazioni di cui l’azienda si fregia. Infine sul nuovo sito spicca una voce del menù dedicata alla storia della famiglia Cericola, da oltre 40 anni impegnata in un’agricoltura di qualità, nel rispetto del territorio e delle sue tradizioni.

                      Cericola broccolo

                      Il broccolo verde di Cericola, in escalation in Gdo

                      L’approccio scelto per questa parte è quello dello storytelling, per parlare in modo semplice e diretto a un consumatore sempre più attento e curioso di sapere qual è l’origine del prodotto, chi sta dietro a un brand, quali sono i passaggi che portano quel prodotto dal campo fino alla tavola. “Il nuovo sito è parte di un progetto più ampio di rebranding – spiega Valerio Cericola, account & marketing manager dell’azienda di famiglia -. Abbiamo fatto un refresh dell’immagine aziendale e dato vita a un nuovo logo, giovane e trasversale, che sottende i principi sui cui la nostra azienda si fonda (raccolti nel claim “Selezionato, curato, raccolto” presente in home page, ndr) e che sarà la base per progetti futuri di branding”.

                      Il digitale è dunque un terreno fertile su cui investire, per Cericola, che nell’ultimo periodo ha anche implementato la propria presenza su Facebook, con una calendarizzazione più strutturata dei post, costruiti in ottica consumer, con curiosità sui prodotti e suggerimenti su come utilizzarli in cucina, e ha aperto la nuova pagina Instagram. “L’occasione – conclude Valerio Cericola – è stata la nostra partecipazione a ottobre come main sponsor a LeSocial Dinner by la Cucina del Fuorisede, un tour gastronomico che in questa sua terza edizione, tutta digitale, ha coinvolto 16 foodblogger da tutta Italia, con madrina d’eccezione Sonia Peronaci. Visto il successo dell’iniziativa stiamo pensando di creare una rubrica periodica sui social coinvolgendo qualche blogger per parlare di cucina, ricette e altre curiosità legate ai nostri prodotti, per tenere vivo l’interesse del consumatore e farlo appassionare alla nostra storia”.

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