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                      CoopCa, nel piano si salvano solo 15 negozi. E ci sono 11 milioni fantasma

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                      Si punta al concordato ma, per la procura, la strada sarebbe difficilmente percorribile. Al momento dai 15 negozi per i quali sono state presentate offerte vincolanti si racimolerebbero all’incirca 15 milioni di euro, rimangono da piazzare i rimanenti 25 punti vendita e il Cedi di Amaro. I dipendenti che manterrebbero il posto sarebbero uno su tre

                       

                      coopca_nlPer rivedere almeno una parte dei propri soldi, meglio il concordato o il fallimento? E’ la domanda che si stanno ponendo gli oltre 600 tra lavoratori e prestatori di Coopca. Come riporta il Gazzettino, dopo l’incontro svoltosi nei giorni scorsi a Tolmezzo, da più fronti in queste settimane la spinta è verso la strada del concordato, la migliore per il soddisfacimento di parte dei crediti vantati nei confronti della cooperativa carnica al tracollo. Ma ci sarebbe un problema: secondo la Procura questa proposta non sarebbe sostenibile.

                       

                      CoopCa, la maxi cordata si sfila: sale la rabbia tra i soci risparmiatori

                       

                      La valutazione di tutti gli asset vendibili della società si attesta sui 56,6 milioni di euro. Da questa cifra vanno tolti 2 milioni da destinare ai creditori prededucibili (spese legali e di concordato), altri 29,8 milioni di euro per i creditori privilegiati (fisco, ipotecari, dipendenti. Ciò che resta, ovvero 24,6 milioni di euro è quello che è stato stabilito debba finire a disposizione dei chirografari: significa che ai 3 mila librettisti di Coopca rimarrebbero 16 milioni di euro, comunque 11 in meno di quelli complessivamente a oggi «congelati». Il problema è che bisogna realizzarli tutti quei 56,6 milioni stimati, affinché poi, a cascata, i soldi arrivino alle varie categorie.

                       

                      Al momento dai 15 negozi per i quali sono state presentate offerte vincolanti si racimolerebbero all’incirca 15 milioni di euro, rimangono da piazzare i rimanenti 25 punti vendita e il Cedi di Amaro. Senza dimenticare che le offerte finora pervenute prevedono il mantenimento di soli 216 posti di lavoro, su un totale di 650. «Un bagno di sangue – commentano i soci prestatori – che non salva nemmeno i dipendenti».

                       

                      Le proposte di acquisto. Sono sette i negozi per cui CoopNordest ha presentato una proposta d’acquisto condizionata, però, all’inscindibilità; tre le offerte depositate da Despar e due da Conad. Cooop Nordest punta su Fagagna, Precenicco, Rivignano, Tarcento, Majano, Pordenone e Brugnera. Despar su Marcon, e sui due punti vendita di Tolmezzo, mentre Conad ancora su Marcon e Mestre. Sul fronte Immobilcoopca, il piano depositato dal consiglio di amministrazione prevede la cessione integrale della partecipazione da parte di Coopca, a condizione che la controllata versi alla società madre il ricavato della vendita degli immobili in cessione. Immobilcoopca (evidenzia debiti con fornitori per 181 mila euro) si impegna a utilizzare il netto ricavato a copertura del credito di CoopCa, previa soddisfazione integrale dei creditori. A sua volta Coopca è tenuta a soddisfare un debito di altri 281 mila euro di affitti e locazioni nei confronti della stessa controllata.