di Carlotta Benini
Valorizzare il territorio, le sue eccellenze e le sue tradizioni, nel segno di un’agricoltura sostenibile, nel senso più ampio del termine. Buona per l’ambiente e per le persone – quelle che lavorano in azienda e quelle che i prodotti li acquistano e li consumano -, ma buona anche per i produttori, che rappresentano il primo anello della filiera e che vanno tutelati, insieme al loro reddito. Su questi valori Op Primo Sole ha fondato fin dagli esordi la propria attività, costruendo in questi ultimi otto anni una realtà solida e virtuosa, che oggi raggruppa oltre 30 soci produttori nelle zone più vocate di Basilicata, Puglia, Calabria e Abruzzo e che guarda al futuro con determinazione, forte di una visione giovane e innovativa.
“Stiamo crescendo in modo positivo – esordisce Francesca Appio, responsabile amministrativa e della comunicazione di Primo Sole -. Quest’anno contiamo di chiudere il bilancio raggiungendo la soglia dei 20 milioni di fatturato”. L’Op di Montescaglioso (Matera) è stata fondata nel 2016 dal suo amministratore, Giuseppe Appio, unendo le esperienze ventennali di due cooperative del territorio: oggi al suo fianco, alla guida di questa dinamica realtà produttiva, ci sono anche le figlie, Francesca appunto e Rosangela, che in azienda ricopre invece il ruolo di responsabile commerciale.
Storicamente vocata alla produzione di finocchio – Dolce Lucano è il brand premium -, ma anche di brassiche e di ortaggi, oltreché di fragole Made in Lucania, negli ultimi anni Primo Sole ha investito risorse per ampliare il proprio calendario produttivo, introducendo nuove referenze che andassero a coprire anche il periodo estivo. “Abbiamo da poco concluso una campagna meloni e angurie che ci ha dato molta soddisfazione – rivela Francesca Appio -. Ci siamo dotati di una linea Unitec dedicata e abbiamo lavorato molto su tutta la gamma, con melone retato, gialletto e Piel de Sapo e mini anguria, che abbiamo proposto in Gdo anche in formati inediti”. In due principali insegne del Nord Est, in alcuni weekend, era infatti possibile acquistare una box da quattro frutti con le tre tipologie di melone più l’anguria baby, disponibile anche nello shop online di Primo Sole. “Siamo molto contenti del lavoro che abbiamo fatto quest’anno, ha aperto la strada al brand anche nel comparto delle cucurbitacee”, aggiunge.
La mission di Primo Sole, come già sottolineato, è quella di dare valore a coltivazioni identitarie del territorio lucano e in generale del Sud Italia, al contempo valorizzando tutte le produzioni dei soci. Nasce anche con questo obiettivo Greentose, il nuovo brand di ortaggi di stagione che partendo dalle brassiche, una produzione in cui la Op di Montescaglioso è specializzata da anni, intende valorizzare anche le referenze più di nicchia. Per la stagione autunno-invernale la proposta per la Gdo sono le rosette di broccolo, di cavolo romanesco e di cavolfiore bianco, e il mix colorato bianco, viola e arancione: si tratta di prodotti di prima gamma evoluta, nelle vaschette da 400 o 500 grammi a seconda della referenza. L’offerta si completa poi con le cime di rapa, mentre dalla prossima primavera saranno introdotte altre referenze, come il peperone friggitello.
Come si evince anche dal naming, la sostenibilità è il caposaldo di questo nuovo marchio di ortaggi, unitamente al carattere dinamico dell’azienda lucana, ben rappresentata dalle due sorelle Appio, che sono protagoniste anche nella grafica e nel logo di Greentose: ci mettono letteralmente la faccia, oltre che i valori che portano avanti in azienda, facendosi paladine dell’ortofrutta, determinate, con i loro “super poteri”, a dare nuovo impulso ai consumi, specie parlando di ortaggi che fino a ieri sono stati bistrattati o poco valorizzati sui banchi.
“È un progetto in cui crediamo tanto, la potenzialità di sviluppo del brand è ampia. Si può anche pensare a una sua declinazione in chiave didattica, prendendo le protagoniste del brand Greentose come testimonial di uno stile di vita sano e sostenibile, per parlare ai consumatori – specie ai più piccoli – del valore di frutta e verdura e dell’importanza di consumare prodotti freschi e di stagione”. Con queste parole la responsabile amministrativa e della comunicazione di Primo Sole descrive le potenzialità del nuovo marchio, che rispecchia un’intera filosofia aziendale. Quella di coinvolgere in modo diretto il consumatore con un racconto dell’ortofrutta che faccia comprendere fino in fondo cosa sta dietro ad ogni singola referenza è infatti la grande sfida che l’azienda della famiglia Appio persegue da sempre: in parte l’obiettivo è centrato con una comunicazione sui social fresca e ingaggiante.
“Ma il consumatore deve anche vedere con i propri occhi tutta la fatica e i valori che stanno dietro a un prodotto”: per questo il nuovo progetto in cui si è avventurata Op Primo Sole è il restauro di un’antica masseria del Seicento, che sorge nei terreni di proprietà. “Sarà un ampliamento dell’headquarter aziendale – spiega Francesca Appio – ma anche un nuovo spazio di riferimento per i consumatori. L’idea è quella di accogliere qui i visitatori, le famiglie, le scuole, per mostrare alle persone tutti gli step della filiera, dal seme al prodotto finito”. Una sorta di polo didattico-informativo che farà da congiunzione fra produzione e consumo, dove ci sarà anche una parte dedicata alla degustazione finale del prodotto: un po’ come si fa nelle cantine vinicole, in sostanza.
“Dopo avere mostrato ai visitatori cosa sta dietro a ogni prodotto, glielo faremo assaggiare”, continua Francesca Appio. Da qui un’importante novità: il restauro dell’antica masseria prevede anche la realizzazione di un piccolo laboratorio di quarta gamma, dove saranno lavorate le referenze di Primo Sole, dal finocchio, passando per le brassiche, i peperoni, le zucchine e gli altri ortaggi. “Il prodotto sarà destinato principalmente alle degustazioni sul posto, ma avremo anche uno spaccio aziendale per la vendita locale – conclude -. Sarà anche un piccolo test, per valutare un eventuale futuro sviluppo sulla quarta gamma, con l’introduzione di una linea industriale”.
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