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                      ‘Microgreens’? Non sono germogli, ma micro ortaggi dal sapore intenso

                      Sono le parti verdi edibili che germogliano dai semi di ortaggi, piante aromatiche e spontanee, raccolte prima del loro completo sviluppo, dopo la formazione delle prime due foglioline. Si chiamano ‘microgreens’ e si distinguono dai germogli tradizionali sia per le modalità di coltivazione (luci, percentuale di umidità molto più bassa) sia per l’intensità di sapore. Ora una giovane start up, MicroLab, li porta anche sul mercato italiano. È stata fondata dai giovani imprenditori Marta Crippa e William Thake, che in pochi metri quadrati, coltivano un mare di colori e sapori, per oltre 25 referenze. Ora sono pronti a portare i microgreens sulle tavole degli italiani attraverso la grande distribuzione

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      microlab

                      Quattro referenze di microgreens lanciate in Gdo dalla start up di Marta Crippa e William Thake

                      Nascono negli Stati Uniti, dove sono diventati un ingrediente di tendenza in cucina, già da molti anni. Si chiamano ‘microgreens’ – letteralmente, ‘micro ortaggi’ – e sono le parti verdi edibili che germogliano dai semi di ortaggi, piante aromatiche e spontanee, raccolte prima del loro completo sviluppo, dopo la formazione delle prime due foglioline. Si differenziano dai germogli tradizionali sia per le modalità di coltivazione (luci, percentuale di umidità molto più bassa) sia per l’intensità di sapore.

                       

                      Ora arrivano alla conquista del mercato italiano grazie all’intuizione di due giovani imprenditori, Marta Crippa e William Thake, che hanno fondato a Monza, in Brainza, la start up MicroLab. In pochi metri quadrati, coltivano un mare di colori e sapori. Come riporta un articolo di Ansa Terra&Gusto, in produzione al momento ci sono oltre 25 varietà di micro ortaggi, giovani e tenere piante edibili raccolte prima del loro sviluppo completo.

                       

                       

                      “I micro ortaggi piacciono perché aiutano non solo a decorare i piatti in modo scenografico, ma grazie al sapore intenso e all’odore evocativo aggiungono carattere alle preparazioni” – commenta William Thake, statunitense ed ideatore del progetto. “Sono facili da usare: basta tagliare e guarnire qualsiasi tipo di piatto, dal semplice panino, alle pizze, agli aperitivi, alle zuppe. Inoltre hanno ottime qualità nutrizionali“.

                      Secondo alcuni studi effettuati dal Dipartimento dell’Agricoltura statunitense, i micro ortaggi contengono in media livelli cinque volte più elevati di vitamine e carotenoidi rispetto alle rispettive piante adulte.

                       

                      MicroLab si era già si è fatta conoscere nel mondo della ristorazione con il suo progetto di agricoltura urbana. Ora questa giobane e innovativa start up è pronta a portare i micro ortaggi sulle tavole degli italiani attraverso la grande distribuzione. Un’insegna della Gdo, il cui nome è ancora riservato, è pronta a lanciare sui suoi scaffali quattro varietà: senape, crescione, ravanello e rucola. Sono vendute ancora vive, quindi, pronte da recidere e utilizzare in cucina a casa propria.

                       

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