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                      Falso bio: smascherata una maxi frode da 20 milioni su mandorle e pomodoro

                      Associazione a delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode aggravata: questa l’accusa a carico di sette imprenditori e otto aziende operanti nel settore ortofrutticolo indagate per avere immesso sul mercato falsi prodotti biologici, in particolare mandorle e conserve di pomodoro, per un business da oltre 20 milioni di euro all’anno tra l’Italia e il resto d’Europa. La maxi frode è stata sventata il 28 febbraio dalle fiamme gialle di Caserta

                      Dalla Redazione

                      frode biologico CasertaVendevano spacciandola per ortofrutta biologica merce convenzionale e importata dall’estero, per un giro d’affari superiore ai 20 milioni di euro annui: si tratta di una maxi truffa del bio sventata dalla Guardia di Finanza di Caserta, che ha portato a sette misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti, tutti indagati a vario titolo per i reati di associazione per delinquere finalizzata al falso ideologico e alla frode in commercio aggravata. Le misure sono state eseguite il 28 febbraio dalle fiamme gialle di Caserta insieme a tecnici e ispettori dell’Unità Investigativa Centrale dell’ICQRF del Ministero dell’Agricoltura, su disposizione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Sono state perquisite e sequestrate anche otto imprese, i cui rapporti commerciali si estendevano dall’Italia al resto d’Europa.

                      A capo del business illecito, secondo quanto ricostruito dagli dagli inquirenti, ci sarebbe un imprenditore casertano titolare di due imprese di trasformazione e di un’azienda agricola specializzata nella produzione ortofrutticola da agricoltura biologica, assieme ad altri due imprenditori: un catanese titolare di un’impresa specializzata nell’import export di mandorle e frutta secca in generale e uno della provincia di Cuneo, titolare di un’importante impresa di importazione ed esportazione di mandorle, frutta secca in genere e conserve di pomodoro, come riporta Fanpage.

                      Dalle indagini è emerso che questa organizzazione a delinquere immetteva sul mercato prodotti da agricoltura convenzionale e/o provenienti dall’estero spacciandoli per biologici grazie anche al supporto di società “cartiere” operanti tra Puglia, Calabria e Lazio. In particolare, tra i prodotti più contraffatti c’erano le mandorle e conserve di pomodoro, spesso contaminate con sostanze chimiche non ammesse in agricoltura biologica, come spiegato dalla Guardia di Finanza casertana. Segnalazioni di questi prodotti falsi, e potenzialmente pericolosi per la salute, sono arrivate anche dai mercati esteri europei, dove erano venduti come prodotti biologici pur senza esserlo.

                      “Se confermata, l’inchiesta può consentire di fare pulizia in comparti agroalimentari tipici del Made in Italy come le conserve a base di pomodoro e le mandorle”, commenta in una nota FederBio, da anni è parte attiva nel segnalare alle Autorità competenti situazioni a rischio frode, in particolare in alcuni comparti e territori critici come quelli che sono stati oggetto delle indagini da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

                      La Federazione propone, inoltre, soluzioni concrete per migliorare il sistema dei controlli che integrano le moderne tecnologie digitali per garantire un monitoraggio, preciso e in tempo reale, delle tecniche di produzione e una vera tracciabilità anche nel caso di filiere complesse. “In questa delicata situazione congiunturale, in cui anche il mercato dei prodotti biologici risente delle difficoltà delle famiglie italiane, è ancora più importante garantire la massima trasparenza e rassicurare i consumatori sul rigore con cui vengono scoperti e perseguiti coloro che frodano – sottolinea Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio -. Episodi come questi nel casertano costituiscono un grave danno di concorrenza sleale per tutti i produttori biologici onesti, pregiudicando anche i cittadini che scelgono un’alimentazione sostenibile a base di prodotti bio.

                      Recentemente abbiamo sollecitato il Governo affinché dia attuazione alla delega sulla riforma del sistema di certificazione dei prodotti biologici, e questa indagine dimostra come non ci sia più tempo da perdere”.

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