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                      FAO, boom dell’export ortofrutticolo: +115% dal 2000 al 2018

                      Assorted and mixed fruits on wooden background with copy space - Healthy food concept

                      Le esportazioni di frutta e verdura fresca in tutto il mondo vedono un aumento del volume totale aggregato del 115% tra il 2000 e il 2018. Inoltre, il commercio internazionale di frutta fresca e verdure, che rappresenta circa il 7-8% della produzione globale totale (FAOSTAT), si colloca tra i settori a più alto valore. Questi sono solo alcuni dei dati pubblicati nel report FAOSTAT, in occasione dell’anno internazionale della frutta e della verdura. L’export di ortofrutta fresca proveniente dai maggiori Stati produttori in Asia Sud America e Caraibi tende però ad essere dominato dalle grandi imprese nazionali e multinazionali che ne catturano la maggior parte del valore aggiunto. Questo, sottolinea il report,  può limitare il potenziale del settore delle esportazioni di frutta e verdura nel ridurre la povertà

                      Dalla Redazione

                      Inaugurato l’anno internazionale della frutta e della verdura (leggi qui), la FAO pubblica un report sui numeri del settore ortofrutticolo a livello mondiale. Nel documento, redatto in lingua inglese e tradotto anche in spagnolo e francese, si legge come il settore ortofrutticolo svolga un ruolo importante nel fornire cibo fresco e nutriente ai consumatori di tutto il mondo, soprattutto nelle città in crescita.

                      Il settore genera reddito non solo per i produttori, ma anche per gli attori lungo la catena del valore. Secondo il report, infatti, l’ortofrutta può essere in grado di generare rendimenti elevati per ettaro, tanto da poter rendere possibile la riduzione della povertà, se l’investimento è giusto.

                      FAO export ortofrutticolo

                      Per quanto riguarda il commercio internazionale di frutta fresca e verdure, questo rappresenta solo il 7-8% della produzione globale totale (FAOSTAT), ma si colloca tra i settori a più alto valore: a precederlo il settore della carne mentre anticipa quello dei cereali. Le esportazioni sono un’importante forza motrice che guida l’espansione dell’ortofrutta, e anche stimolare la produzione nazionale e mercati. La crescita delle esportazioni ha superato in modo significativo l’aumento di produzione: tra il 2000 e il 2018, il commercio globale di ortofrutta è più che raddoppiato (+115%).

                      FAO export ortofrutticolo

                      Sud America, Caraibi e Asia si sono affermati tra gli Stati più importanti per l’export. In questi Paesi a basso e medio reddito, il commercio di ortofrutta genera un importante scambio di valuta estera, utile per poi importare altri prodotti e alimenti. Terreno e clima favorevole garantiscono in questi Paesi un’alta produttività per molte varietà di ortofrutta tutto l’anno e su larga scala. Molti Paesi in queste regioni, inoltre, hanno investito anche nelle istituzioni per il loro sviluppo e nelle infrastrutture necessarie per sostenere il commercio. L’aumento del commercio è stato reso possibile anche grazie alle innovazioni tecnologiche adottate, all’implementazione dei servizi di distribuzione e di logistica, che hanno ridotto i costi di trasporto e i tempi di consegna.

                      Inoltre, a stimolare l’import export ortofrutticolo sono anche gli investimenti attuati dai Paesi importatori nei Paesi produttori, così come gli accordi bilaterali e multilaterali. I principali importatori di prodotti freschi sono l’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America (entrambi sono anche grandi esportatori), la Cina, il Canada, il Giappone e la Federazione Russa. Gli accordi commerciali, come l’Accordo sull’agricoltura dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e vari accordi commerciali regionali, hanno portato, tra gli altri effetti, alla riduzione delle tariffe all’importazione, riporta il documento della FAO, stimolando anche la crescita degli scambi commerciali dell’Unione Europea.

                      Lo sviluppo del commercio globale è influenzato anche dall’aumento della domanda nei Paesi ad alto reddito, in particolare negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, i due maggiori blocchi importatori. A contribuire all’aumento dei consumi di frutta e verdura fresca sono tra tutti la ricerca di prodotti freschi sicuri, di buona qualità, confezionati in modo accattivante, ma anche la crescita della consapevolezza dei benefici nutrizionali della frutta e della verdura fresca sulla propria salute.

                      Le campagne per promuovere i benefici per la salute di frutta e verdura ricche di nutrienti e la crescente disponibilità di prodotti pronti per il consumo stimolano ulteriormente la domanda. Infatti, il cambiamento delle preferenze dei consumatori può essere visto nella crescente disponibilità durante tutto l’anno di articoli freschi che un tempo erano considerati altamente stagionali. Per alcuni prodotti di alto valore, come l’avocado, i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori sono un fattore chiave per l’espansione del commercio. D’altro canto, la domanda globale di altri prodotti, come ananas, mango e papaia, è più sensibile alle variazioni di prezzo e alle variazioni nei redditi nelle regioni d’importazione. Il commercio tende a essere dominato dalle grandi imprese nazionali e multinazionali, che ne catturano la maggior parte del valore aggiunto. Ciò può limitare il potenziale del settore delle esportazioni di frutta e verdura nel ridurre la povertà. A questo link il report completo della FAO.

                       

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