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                      Formica di fuoco: scoperti quasi 90 nidi in Sicilia di questa specie invasiva

                      Mentre nel Mediterraneo imperversa il granchio blu e sulla terra ferma si susseguono cimici asiatiche, cavallette e – a Cipro – la Diaphorina citri, che porta la “malattia del rinverdimento degli agrumi”, ora è la volta della Solenopsis invicta, anche conosciuta come formica guerriera o formica di fuoco. Originaria del Sudamerica, di recente sono stati scoperti i primi 88 nidi di questa formica nel siracusano. Un problema per l’agricoltura visto che questa formica nei campi si comporta come un predatore, causando la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Inoltre, a causa del veleno che ha negli aculei, può impattare animali giovani, deboli, o malati, causando anche reazioni allergiche

                      Dalla Redazione

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                      Unsplash

                      Mentre nel Mediterraneo imperversa il granchio blu che sta facendo incetta di vongole, molluschi, cozze e ostriche (con un calo della produzione fino al 90% in alcune aree), sulla terra ferma, dopo la cimice asiatica, le cavallette nel ravennate e la recente scoperta a Cipro della Diaphorina citri, l’insetto portatore del più letale ceppo asiatico di HLB per gli agrumi, ora è la volta della formica di fuoco: una delle specie più invasive al mondo.

                      L’allarme arriva dallo studio pubblicato sulla rivista Current Biology, al quale hanno collaborato anche l’Università di Parma e l’Università di Catania, che fa sapere come i primi 88 nidi sono stati scoperti in Sicilia, vicino Siracusa in un’area di 4,7 ettari, ognuno abitato da molte migliaia di formiche operaie. Si tratta del primo avvistamento in Europa della Solenopsis invicta, specie conosciuta anche come formica di fuoco o formica guerriera, in quanto può diffondersi in maniera estremamente rapida, inoltre le sue punture sono molto dolorose e possono causare anche gravi reazioni allergiche. Sebbene sia originaria del Sudamerica, si è diffusa rapidamente grazie al commercio marittimo e al trasporto di prodotti vegetali. Negli anni ha già raggiunto l’Australia, la Cina, i Caraibi, il Messico e gli Stati Uniti, ma finora non era stata avvistata in Europa.

                      La formica di fuoco o formica guerriera impatta sulle apparecchiature elettriche e di comunicazione, ma anche in agricoltura. Nello specifico, nei campi la formica di fuoco si comporta come un predatore, causando la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati. Inoltre, a causa del veleno contenuto negli aculei, possono avere un impatto anche su animali giovani, deboli, o malati.

                      I ricercatori, parlando con gli abitanti del Siracusano dove sono stati rinvenuti i nidi – fa sapere il Sole 24 Ore -, hanno anche scoperto che le prime punture dolorose risalgono almeno al 2019, quindi l’estensione reale dell’area invasa è probabilmente maggiore rispetto a quanto rilevato oggi. Nello studio, inoltre, i ricercatori fanno sapere che il 7% circa del continente europeo e il 50% delle città europee ha condizioni adatte alla diffusione della formica di fuoco. Le grandi città costiere, in particolare, costituirebbero i siti più adatti a ospitare la formica.

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