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                      (foto: Unspash)

                      La Francia mette un freno all’utilizzo di packaging in plastica su una trentina di prodotti ortofrutticoli a partire dal primo gennaio 2022. Saranno venduti senza imballaggio ad esempio mele, arance, kiwi, patate e carote. Non coinvolti in questa misura, almeno fino al 2026, l’ortofrutta più fragile e deperibile, come i frutti di bosco. A decretarlo il ministero francese della transizione ecologica che già aveva messo un freno all’utilizzo dei bollini per ortofrutta non compostabili sempre a partire dal 2022

                      Dalla Redazione

                      plastica ortofrutta

                      (foto: Unspash)

                      In Francia dal 2022 una trentina di prodotti ortofrutticoli saranno venduti senza imballaggi in plastica. Il decreto, firmato dalla ministra per la transizione ecologica transalpina Barbara Pompili, insiemi ai colleghi dell’Economia e dell’Agricoltura, entrerà in vigore dal primo gennaio 2022 e vieta l’utilizzo di imballi in plastica per il confezionamento di frutta e verdura fresca non trasformata come porri, zucchine, melanzane, peperoni, cetrioli, patate, carote, pomodori tondi, cipolle, rape, cavoli, cavolfiori, zucca, pastinaca, ravanello, topinambur, ortaggi con radice. Tra la frutta sono interessati dal divieto mele, pere, arance, clementine, kiwi, mandarini, limoni, pompelmi, prugne, meloni, ananas, mango, frutto della passione e cachi.

                      Sempre dal primo gennaio 2022, in Francia sarà vietato l’uso dei bollini sull’ortofrutta sfusa, a meno che questi non siano prodotti con materiali compostabili o su carta (ne abbiamo parlato qui). Il decreto tuttavia prevede delle eccezioni. La frutta confezionata in lotti superiori al chilo e mezzo può continuare ad essere venduta in imballaggi di plastica – si legge sul sito web del ministero francese della transizione ecologica – così come “la frutta e la verdura che presentano un rischio significativo di deterioramento se vendute sfuse” come i frutti di bosco, che potranno essere venduti in packaging in plastica fino al 2026.

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                      In caso di inosservanza della legge, le sanzioni potranno arrivare fino a 15.000 euro o una multa da 1.500 euro al giorno. Il ministero assicura, tuttavia, che gli attori del settore avranno un termine di sei mesi per vendere i loro stock di imballaggi in plastica. Il decreto, che ratifica quanto già stabilito dalla legge quadro varata l’anno scorso sull’economia circolare e la lotta agli sprechi (AGEC), prevede un’applicazione graduale del divieto, al fine di trovare soluzioni per i prodotti maggiormente deperibili, con l’obiettivo di far sì che che entro il 2026 tutta la frutta e la verdura sia venduta senza imballaggi in plastica.

                      Attualmente, in Francia circa il 37% della frutta e della verdura sono vendute in packaging in plastica e il 45,5% del consumo di plastica è utilizzato per produrre imballaggi, riporta Le Monde su dati della Fondazione Heinrich Boll. La misura introdotta quindi “dovrebbe permettere di evitare ogni anno oltre un miliardo d’imballaggi di plastica inutili”, come fa sapere il governo, che già nel 2016 aveva vietato i sacchetti di plastica alle casse e dal 2017 aveva vietato i sacchetti in plastica dagli scaffali dei negozi.

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