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                      Freddo e neve di fine marzo, l’anno bisesto si abbatte sull’ortofrutta italiana

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                      Meleto a il 24 marzo 2020 (courtesy of: Peter Larcher / Pomis)

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                      Meleto a Mortegliano (Udine) la mattina del 24 marzo 2020 (courtesy of: Peter Larcher / Pomis)

                      Dalla Redazione

                      Anno bisesto, anno funesto. Nel 2020 il noto detto popolare pare prenderci in pieno. Da eventi globali come il coronavirus a eventi più localizzati come gli incendi in Australia, pare che anche l’agricoltura quest’anno debba pagare il suo dazio. Le temperature eccezionalmente alte di febbraio, con punte oltre i 20 gradi in tutta Italia, hanno riattivato la vegetazione delle piante e ora, la perturbazione proveniente dai Balcani, con temperature che nella notte tra il 23 e 24 marzo ha portato in diverse zone d’Italia il termometro sotto zero, sembra compromettere la stagione di diversi prodotti orticoli e ortofrutticoli. Usiamo il condizionale perché bisognerà attendere l’evolvere della settimana e, certamente, capire come sarà la primavera in corso.

                      Diciamo subito che, dai primi rilevamenti, la situazione è a macchia di leopardo. Le temperature sopra lo zero hanno risparmiato i frutteti del Piemonte, lo stesso vale per i meleti del Trentino e dell’Alto Adige, dove peraltro sono stati attivati, come in Friuli (foto sopra), gli impianti antibrina. Quella che si è presentata davanti agli occhi degli agricoltori questa mattina è stata una visione spettacolare, con le piante avvolte dal ghiaccio. Temperatura fino a 5 gradi sotto zero invece nelle campagne del Veneto, con danni evidenti per quanto ancora non quantificabili in particolare sugli asparagi, “cotti” dal freddo, e sugli alberi da frutta estiva (peschi, albicocchi e susini), in particolare nella parte bassa degli alberi. Sempre in Veneto, è presto per sbilanciarsi sui kiwi.

                      Il gelo ha invece colpito in modo drammatico la Romagna, con APO Conerpo che in una nota stampa del 24 marzo parla di “Una gelata terribile, completamente fuori stagione che si abbatte su tutte le produzioni di frutta e verdura nel momento peggiore e colpisce con violenza un comparto già gravemente provato dalle difficoltà del 2019 mettendo centinaia di aziende agricole emiliano-romagnole, in particolare del settore frutticolo, a rischio di sopravvivenza. Il danno è enorme: risulta compromessa la quasi totalità della produzione di albicocche e molto ingenti sono i danni su pesche, nettarine e susine, così come sulle delicate coltivazioni di kiwi giallo. Resta da valutare l’impatto sulle pomacee, in particolare per quanto riguarda le pere”.

                      Tutto imbiancato dalla neve in alcune zone della Puglia: agronomi e produttori sono al lavoro per capire l’entità dei danni. A soffrire maggiormente sono in questo caso i vigneti delle varietà più precoci – la Puglia è la regione che produce di gran lunga più uva da tavola – e dei danni dovrebbero esserci sulle ciliegie e altre drupacee (pesche, nettarine, albicocche e mandorle in particolare). Molto dipenderà dai prossimi giorni, da quanto neve, freddo e pioggia dureranno. In generale in tutta Italia ci sono numerose tecniche di difesa, dalle coperture dei frutteti ai diversi sistemi antigelo, tra cui la più comune bagnatura sovrachioma e gli spettacolari fuochi tra i filari. Certamente per chi non è andato verso un’agricoltura di precisione, i danni saranno maggiori.

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