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                      Primavera anticipata, a rischio il 90% della frutta estiva e il 60% di quella invernale

                      Peschi-fiore-Fm

                      Peschi in fiore (copyright: Fm)

                      Temperature di 20 gradi e oltre di massima dal sud al nord Italia. Non siamo a giugno ma a inizio febbraio. Condizioni climatiche straordinarie, in epoca di global warming, che stanno provocando una fioritura anticipata negli alberi da frutta. Così ci riferisce un operatore piemontese: “Siamo in anticipo di 38 giorni, con questo caldo riparte la vegetazione delle piante, con elevata probabilità di gelate. È a rischio il 90% della frutta estiva e il 60% della frutta invernale. La situazione è disastrosa”. Le elevate temperature provocano disagi anche per le orticole invernali, che probabilmente finiranno anticipatamente la campagna. Intanto, mentre in Antartide a inizio febbraio è stata registrata la temperatura record di 18,3 gradi Celsius, i meteorologi prevedono in Italia un estate da record: “Potrebbe essere la più calda degli ultimi 100 anni”

                      Dalla Redazione

                      primavera anticipata

                      Peschi in fiore (copyright: Fm)

                      Temperature di 20 gradi e oltre di massima anche al nord Italia. Succede a inizio febbraio, quando solitamente succede a fine giugno. “L’inverno mai visto” titolava il 10 febbraio il quotidiano La Stampa, specificando che “a questo punto la meteorologia tutta dà per ormai finito l’inverno 2019-20. Un coro unanime che sale dai modelli previsionali, dai siti dedicati fino ai cultori meteo dei social”. E meno male che i giorni della merla – secondo la tradizione, gli ultimi tre giorni di gennaio oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il primo di febbraio – dovrebbero essere i giorni più freddi dell’anno. La colpa è dell’ennesima bufera, una grande «burrasca» atlantica, chiamata tempesta “Ciara”, che dopo aver percosso con onde gigantesche le coste inglesi e con venti e piogge la Francia settentrionale, è arrivata al di qua delle Alpi nelle vesti meno minacciose del Foehn.

                      Cosa significa tutto ciò per il mondo agricolo, ortofrutticolo in particolare? “La situazione è disastrosa“, dichiara un operatore piemontese che abbiamo interpellato. Che aggiunge: “Siamo 38 giorni in anticipo rispetto a una stagione normale. Queste temperature riattivano le piante, il rischio vero saranno le gelate. È a rischio il 90 per cento della frutta estiva e il 60% della frutta invernale. In pochi ad oggi possono capire la gravità di questa situazione”. Abbiamo interpellato anche altri operatori, dalla Puglia alla Sicilia, dall’Emilia Romagna al Veneto: l’anticipo senza precedenti così come la preoccupazione sul raccolto 2020 vengono confermati. Le elevate temperature stanno provocando disagi anche per le orticole invernali, che probabilmente finiranno anticipatamente la campagna, oltre ad avere significative ripercussioni sui consumi.

                      primavera anticipata

                      Fiori pronti a schiudersi in un meleto nel Cuneese il 12 febbraio 2020

                      Se stare in maniche di camicia a febbraio può risultare sorprendentemente piacevole, in particolare nel nord Italia, le conseguenze sugli ecosistemi, e dunque di riflesso sui sistemi umani, rischiano di essere molto pesanti, riferiscono gli esperti. Oltre al rischio di una gelata capace di fare seri danni, c’è anche il pericolo che deriva dalla presenza sempre più massiccia di specie invasive. Ad esempio l’aumento di temperatura fa proliferare insetti esotici arrivati in Italia con legni e materiali di imballaggio provenienti da Est. Un esempio su tutti: la cimice asiatica che sta falcidiando la produzione agricola italiana. Intanto, mentre in Antartide a inizio febbraio è stata registrata la temperatura record di 18,3 gradi Celsius (leggi l’articolo), i meteorologi prevedono in Italia un estate da record: “Potrebbe essere la più calda degli ultimi 100 anni“!

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