di Carlotta Benini
Albicocche spagnole nei cestini della merenda di Frutta nelle Scuole? “Il bando consente la fornitura di prodotto di provenienza da Paesi del’UE, per cui non c’è nulla di irregolare. Tuttavia è un peccato, specie per un Paese come il nostro, che ha un’ampia disponibilità di prodotto di qualità”. Questo il commento a caldo di Mario Tamanti, dirigente di Apofruit Italia, circa le ultime polemiche riguardanti il progetto comunitario promosso dal Mipaaf che prevede la distribuzione di frutta e ortaggi freschi nelle classi elementari italiane (leggi qui).
Tamanti, Frutta nelle Scuole, lo ha visto nascere e crescere: è stato infatti responsabile del progetto, per conto di Apofruit, fin dagli esordi, fatta eccezione per questa ultima edizione. In chiusura del bando per l’anno scolastico 2016/2017, il colosso ortofrutticolo romagnolo ha infatti ritirato la propria candidatura, così come hanno fatto altri due big del settore come Apo Conerpo e Orogel Fresco (leggi qui).
Le tre aziende in una nota congiunta avevano espresso il vivo rammarico per essere state escluse dal nuovo bando causa “l’assoluta incertezza del quadro regolatorio di gara e di contratto”. Avevano sottolineato inoltre come la fornitura della frutta e verdura alle scuole sia divenuta ormai marginale rispetto alle misure di accompagnamento richieste ai partecipanti alla gara.
“Ci auspichiamo un ritorno alla qualità, del prodotto in primis, ma anche dei contenuti del progetto, che va valorizzato con un’immagine forte e una comunicazione adeguata. – sottolinea Mario Tamanti – Nelle ultime edizioni si è assistito a un impoverimento dei contenuti del programma: il ribasso del prezzo non può essere l’elemento premiante per l’aggiudicazione”.
Ed è anche un fattore che, certamente, penalizza la qualità del prodotto: “Finche il progetto è in carico a una grande organizzazione di produttori, con una struttura logistica alle spalle e un’organizzazione molto strutturata, con un’immagine forte e un brand conosciuto, è un discorso. – prosegue Tamanti – È un bando molto complesso, le aziende meno strutturate fanno più fatica a soddisfare tutti i requisiti del programma. E hanno bisogno di fare margine. Ora che sono in ballo, immagino, devono fare di tutto per fare tornare i conti”.
“L’importante ora è guardare avanti”, conclude il dirigente di Apofruit a proposito delle ultime vicende di Frutta nelle Scuole. Il bando attuale fa acqua da tutte le parti, ma “Il ministero ci ha garantito di rivederlo – precisa – introducendo anche aggiudicazioni pluriennali. Se ci saranno di nuovo i presupposti per un progetto di qualità, riproporremo la nostra candidatura. Bisogna essere dei fornitori accreditati e strutturati, e bisogna avere la capacità di comunicare il valore il progetto nel suo complesso. Dobbiamo tornare allo spirito originario del programma, parlare ai più piccoli e raccontare loro la qualità dell’ortofrutta italiana e l’importanza di una dieta sana e ricca di frutta e ortaggi”.
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