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                      Frutta sottocosto nel mercato, la riflessione dello chef televisivo Lorenzo Biagiarelli

                      Lorenzo Biagiarelli, chef e volto noto del piccolo schermo, sui social si interroga sul sottocosto in ortofrutta e sul valore di un’agricoltura etica e sostenibile, per tutti, anche e soprattutto in periodi di spending review come questo. In particolare lo chef commenta un video diventato virale in cui si vede un giovane che, in un mercato ambulante di Napoli, con soli dieci euro riesce a comprare chili e chili di frutta e verdura di stagione, a un prezzo decisamente stracciato. “Leggo commenti entusiastici, mentre dovrebbero essere colmi di preoccupazione”, scrive Biagiarelli, che sottolinea come il problema sia culturale e come ci si dovrebbe invece interrogare sulla provenienza di quei prodotti sottocosto e sull’eticità della filiera da cui provengono

                      Dalla Redazione

                      Lorenzo Biagiarelli frutta sottocosto mercato

                      “Da qualche giorno gira un video, tra le rotazioni di Facebook, ambientato in un mercato ortofrutticolo di una città italiana. Il protagonista è un ragazzo che vuole scoprire cosa riuscirà a comprare con dieci euro, perché quel mercato ha la fama di essere uno dei più economici della città. Alla fine porta a casa 10 carciofi, 1 kg di banane, 1 di mele e 1 di kiwi, 3 di patate, 1 kg di fragole e 1 di arance. Un sacco di roba”. Ci sono più di seimila commenti, quasi tutti entusiasti, quasi tutti sottolineando che chi commenta, nella propria città, con quella cifra non comprerebbe nemmeno la metà delle cose. E c’è un motivo”. Esordisce così, con un post che, più che una denuncia, vuole essere uno spunto di riflessione, Lorenzo Biagiarelli, chef e volto noto del piccolo schermo che sui social si interroga sul sottocosto in ortofrutta e sul valore di un’agricoltura etica e sostenibile, per tutti, anche e soprattutto in periodi di spending review come questo. Il video dal lui commentato è stato girato dal blogger del sito turistico Il mio viaggio a Napoli e il mercato delle offerte in questione si trova appunto nella città partenopea.

                      C’è un motivo se la frutta e gli ortaggi costano: qualcuno li ha raccolti – sottolinea nel suo post Biagiarelli, che i più ricorderanno per la sua partecipazione al programma di Rai Uno “È sempre mezzogiorno” condotto da Antonella Clerici -. Qualcuno con uno stipendio regolare. Qualcuno, si spera, che non sia nelle grinfie del caporalato. Poi c’è qualcuno che li lavora, qualcuno che li trasporta, auspicabilmente nelle stesse condizioni dei lavoratori precedenti. Poi c’è qualcuno, ad esempio il supermercato, o la bottega, che su quello che vende paga le tasse, attraverso l’emissione dello scontrino. E infine c’è un’informazione sulla filiera, sulla provenienza, sulla cosiddetta qualità potenziale”.

                      “Ad esempio, al supermercato sotto casa mia un kg di fragole della Basilicata costa sei euro – continua lo chef televisivo -. So da dove vengono, conosco la loro varietà e il periodo di raccolta, leggo il nome dell’azienda, su cui posso fare ricerche di eticità. Pagherei 7 euro al kg dei kiwi con le stesse caratteristiche, per delle patate della Sila, ad esempio, 1,50. Questo al supermercato. Al mercato dei coltivatori diretti, forse anche di più, in quel caso però il produttore sarebbe di fronte a me, con frutta e ortaggi biologici, con una minore impronta di carbonio e con la certezza che i soldi che pago ricadranno sul lavoro del territorio. E accetterebbero un pagamento con il pos”.

                      Lorenzo Biagiarelli frutta sottocosto mercato

                      Al pari della fidanzata, la giornalista Selvaggia Lucarelli, Biagiarelli dimostra dunque di non avere paura di prendere posizioni scomode pur di esprimere un giudizio che, in questo caso – con le aziende ortofrutticole italiane in difficoltà fra i rincari e i costi di produzione alle stelle, e con una grande distribuzione che in questo vortice inflattivo si trova al centro, a mediare fra i produttori, schiacciati dai costi, e i consumatori, costretti anch’essi a fare tagli nel carrello – risulta più che lecito. È più che comprensibile, infatti, che quello ripreso nel video diventato virale sui social sia un mercato con una clientela che, per mille motivi altrettanto comprensibili, non può permettersi di spendere più di dieci euro per acquistare frutta e verdura.

                      “Ciò non toglie – sottolinea Biagiarelli – che dietro a quei prezzi c’è lo spettro di gente ancora più povera, che zappa i campi sotto il sole per due euro al giorno e dorme in un CARA assieme a altri otto compagni di stanza. Di mancati introiti nelle casse dello stato sotto forma di tasse non pagate, e l’assistenzialismo non si paga da solo, ma proprio con le tasse. Potrebbe esserci lo spettro della mafia, dell’agricoltura intensiva che impoverisce il terreno e obera l’ambiente”.

                      “È un cane che si mangia la coda, e non è certo colpa del ragazzo che ha girato il video – conclude -.  Il problema del video è solo culturale: trasforma tutto questo pacchetto di miseria in un’allegra rappresentazione folcloristica, suscita commenti entusiastici mentre dovrebbero essere colmi di preoccupazione, in sostanza rende ‘cool’ una catena di problemi per l’ambiente, per lo stato e soprattutto per la gente che, da una parte o dall’altra, a quella catena ci è legata mani e piedi”.

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