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                      Gandini e la sfida di produrre pomodori al nord tutto l’anno

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                      È questa la scommessa del più grande specialista di pomodori di alta gamma del nord Italia, che produce dal 2004 fuori suolo in serre tecnologiche con controllo automatico del clima e dell’irrigazione. L’illuminazione artificiale permette di produrre anche nei mesi invernali, quando le ore di luce scarseggiano, e offre dei plus indiscutibili come la maggiore produttività delle piante e la migliore qualità dei frutti. Dei risultati possibili grazie al maggiore benessere delle piante. Ma non è l’unica novità dell’azienda di Guidizzolo (Mn): in primavera sarà avviata un’azienda per produrre pomodoro bio

                       

                      di Eugenio Felice (articolo completo su Fm, edizione di gennaio 2018)

                       

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                      Un operatore mentre “cura” i fiori sulla sommità delle piante (Copyright: Fm)

                      È il giorno precedente l’Epifania quando ci rechiamo, al calare del sole, presso la Orticoltura Gandini Antonio, società di Guidizzolo, in provincia di Mantova, altamente specializzata nella produzione di pomodori alto di gamma, familiari a chi abitualmente fa la spesa presso le insegne di un certo livello del nord Italia. L’invito è arrivato da Mattia Gandini, nipote del presidente Enrico (lo zio) e del fondatore Antonio (il nonno), nonché responsabile commerciale dell’azienda mantovana. L’occasione della nostra visita è la prima produzione di pomodori sotto luce artificiale, all’interno di serre tecnologiche.

                       

                      Ma andiamo con ordine: cosa significa serre tecnologiche? “Vuol dire – ci spiega Mattia Gandini – coltivare le piante fuori suolo con controllo del clima e delle irrigazioni, il tutto automatizzato. Produciamo in questo modo dal 2004 e non è per nulla semplice, essendo molteplici le variabili di cui bisogna tenere conto. Noi ci abbiamo messo diversi anni per migliorare prima e perfezionare poi le tecniche colturali”. Di cosa stiamo parlando ce ne accorgiamo quando ci apprestiamo a visitare le serre: ci togliamo il giaccone invernale, indossiamo camice, cuffia e calzari e passiamo da un ambiente normalmente freddo data la stagione a uno piacevolmente caldo e ospitale, grazie a delle grandi rotaie in ferro in cui scorre acqua calda, allineate lungo il pavimento della serra, tra un filare di piante e l’altro. Non parliamo di un clima tropicale, ma la differenza di temperatura è decisamente percepibile.

                       

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                      Mattia Gandini, resp. commerciale di Orticoltura Gandini (Copyright: Fm)

                      Cosa comporta tutto ciò? Il controllo delle malattie, ad esempio, ma anche e soprattutto l’allungamento della vita delle piante e quindi del calendario di offerta da una parte e il controllo della qualità dei frutti, che è la stessa dal primo all’ultimo giorno di produzione. Orticoltura Gandini finora ha prodotto infatti da aprile a novembre. Ma manca ancora un dettaglio, ed è il vero motivo della nostra visita: la luce artificiale. Con quella si possono riprodurre anche nelle corte giornate invernali le condizioni ottimali tipiche dei mesi caldi così da chiudere il cerchio e poter produrre con continuità e uno standard qualitativo elevato e costante per 12 mesi all’anno. Questo è il motivo principale che ha spinto l’azienda di Guidizzolo a sperimentare l’illuminazione artificiale in una serra di 1,6 ettari, per un investimento, solo per l’illuminazione, che arriva vicino a un milione di euro.

                       

                      “Accendiamo le luci all’alba e le spegniamo a mezzanotte”, ci spiega Mattia Gandini. “Stiamo provando sia delle lampade a vapore di sodio, dalla tipica luce gialla, che delle lampade a led, di diversi colori ma con una luce dominante che vira dal blu al violaceo. Ogni colore stimola in modo diverso le piante. I primi risultati sono molto confortanti, con una maggiore produttività delle piante e una migliore qualità dei frutti. Del resto non ci inventiamo nulla, in Olanda adottano da diversi anni questa tecnologia per produrre ortaggi d’inverno, parliamo di ben 700 ettari. Il nostro obiettivo è arrivare entro due anni a dotare di illuminazione artificiale 6 ettari di serre, così da garantire ai clienti un pomodoro prodotto nel nord Italia di altissima qualità e praticamente privo di residui per 12 mesi all’anno”.

                       

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                      Le serre illuminate artificialmente (Copyright: Fm)

                      Già ci immaginiamo cosa penserà la maggioranza dei nostri lettori: oddio, quei pomodori non avranno sapore, come i pomodori olandesi. In realtà, come ci ha spiegato Mattia Gandini, la qualità di un pomodoro la fa all’80 per cento la varietà. L’ambiente e le tecniche colturali incidono per il restante 20 per cento. E l’Olanda ha eccellenti condizioni climatiche in estate, riprodotte e migliorate artificialmente nei mesi freddi. Il problema è che in Italia arriva il pomodoro ramato, che è pensato per fare volumi, non per soddisfare il palato. In Olanda, come in Italia, come in Spagna. Il pomodoro alto di gamma prodotto in Olanda, che domina i ricchi mercati del centro-nord Europa, da noi non arriva proprio, sia per il prezzo elevato, sia per la tendenza, sempre più marcata negli ultimi anni, a preferire il prodotto made in Italy, meglio ancora se locale.

                       

                      (…) Nella serra, durante la visita, mentre osserviamo i lavoratori – assomigliano a dottori in sala operatoria – che si spostano con dei carrelli elettrici a diversi metri di altezza per prendersi cura dei fiori, notiamo la presenza di piccoli insetti che ogni tanto ci volano vicino alla testa. Sono gli insetti utili che vanno a contrastare quelli dannosi. Un sistema naturale di difesa, che preserva le piante e soprattutto permette di ridurre fino a zero l’utilizzo di trattamenti chimici. “In questa serra, ad esempio – ci riferisce Mattia Gandini – da quando abbiamo fatto i trapianti, nel mese di settembre, a oggi non abbiamo mai fatto un trattamento chimico contro malattie o parassiti. Questo è un altro importante valore aggiunto che possiamo garantire ai nostri clienti: i trattamenti qui sono l’eccezione, mentre lo standard è il pomodoro a residuo zero. La produzione non è biologica perché i disciplinari della coltivazione biologica non prevedono che le piante siano cresciute fuori suolo, ma dalla prossima primavera – ci anticipa Mattia Gandini – avvieremo una nuova azienda dedicata alla produzione di pomodoro biologico di alta qualità per soddisfare anche questa fetta di mercato”.

                       

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                      I pomodori ciliegino alto di gamma prodotti sotto luce artificiale (Copyright: Fm)

                      Ma quali sono le prospettive? Per aumentare i mesi di fornitura, Orticoltura Gandini ha finora collaborato con un’azienda tecnologicamente all’avanguardia in Sicilia nei mesi invernali, in Puglia in estate e da quest’anno collaborerà anche con un’azienda in Veneto. In tutti i casi la produzione avviene solo ed esclusivamente in serre tecnologiche e con i medesimi standard qualitativi di Guidizzolo. La richiesta però aumenta costantemente, bisogna pensare che i prodotti premium nella distribuzione moderna crescono da alcuni anni a doppia cifra, tanto che la stessa Orticoltura Gandini è passata da commercializzare 2 milioni di confezioni nel 2015 a quasi 5 milioni nel 2017. (…) L’investimento nella luce artificiale rappresenta quindi una risposta alle richieste del mercato: in termini di quantità, di qualità ma anche di tempistica, perché Guidizzolo si trova in un’area strategica per raggiungere rapidamente le piattaforme della grande distribuzione del nord Italia e questo permette di gestire gli ordini in giornata, con i pomodori che vengono raccolti la mattina, consegnati tra il pomeriggio e la sera e messi nei banchi di vendita la mattina seguente. Una cosa impensabile per il prodotto siciliano.

                       

                      “In questi primi mesi del 2018 – chiarisce Mattia Gandini – produrremo sotto illuminazione artificiale solo il ciliegino, ma nel prossimo futuro l’obiettivo è di produrre per 12 mesi all’anno tutte le diverse tipologie. Allo stesso tempo continueremo a proporre nei mesi invernali anche il pomodoro siciliano, dato che sul mercato è apprezzato, ma con la consapevolezza che il livello qualitativo sotto la luce artificiale è superiore: la pianta vive in condizioni ottimali e questo benessere si trasferisce sui frutti”. In altre parole, questa è l’opinione che ci siamo fatti, la produzione in serre tecnologiche con illuminazione artificiale è rivoluzionaria perché da una parte permette di ridurre ai minimi termini l’impatto negativo che può avere il clima sulle produzioni, dall’altra permette di ottenere frutti di qualità omogenea e superiore per tutto il periodo dell’anno. Praticamente un pomodoro al top.

                       

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