di Massimiliano Lollis
Nonostante l’avanzata dei discount e di Amazon, i supermercati tradizionali continuano ad essere i preferiti dai consumatori grazie al reparto freschi, il loro punto di forza. A dirlo è il report “Campioni del fresco: come vincere la sfida del retail alimentare”, realizzato dalla società di consulenza globale Oliver Wyman. La ricerca – che si basa su un’indagine condotta su oltre 14 mila consumatori in 14 diversi Paesi, tra cui Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Spagna e Stati Uniti – mette in luce alcune dinamiche fondamentali nel retail a livello globale, riscontrabili anche nel nostro Paese.
L’offerta di prodotti freschi viene considerata dallo studio come il principale fattore di successo nel retail alimentare: il 64% degli italiani ritiene infatti che la qualità dei prodotti freschi sia il criterio più importante per la scelta del punto vendita, mentre il 69% dei consumatori ritorna regolarmente nel negozio che reputano migliore per questa categoria di prodotti. Tutti elementi che contribuiscono al “mantenimento” della posizione dei supermercati che – nonostante la costante avanzata dei discount e i notevoli investimenti per valorizzare la loro offerta nei freschi – sembrano ancora in grado di reggere la competizione.
Ma la freschezza non basta. È importante la qualità del prodotto – ritenuta fondamentale dal 64% dei consumatori – ma anche l’assortimento e la presentazione all’interno del punto vendita. Come sottolinea la ricerca, in Italia più che altrove, i banchi serviti sono premiati dai consumatori rispetto al self-service: “La presenza di questi banchi – si legge nello studio – rappresenta un elemento fondamentale nella scelta del punto vendita per il 70% dei consumatori”. Il che si traduce in maggiore soddisfazione dei clienti (+27%) e aumento della spesa (+12%): a 1 Euro di spesa nel reparto dei freschi corrisponderebbe, infatti, un aumento di 1,51 Euro nel valore del paniere totale.
Si tratta di fattori che permettono alle insegne della Gdo di rimanere competitive anche nei confronti delle vendite online che, per quanto in crescita, soffrono ancora una certa ritrosia nei consumatori ad acquistare prodotti freschi online. Questa tendenza – riscontrabile in Italia ma anche in mercati più “maturi” da questo punto di vista, come Usa e Regno Unito – è facilmente comprensibile, poiché nessun servizio di e-commerce può competere con la Gdo – almeno per il momento – quando si tratta di offrire al cliente la possibilità di scegliere di persona i prodotti che intende mettere nel carrello.
I supermercati tradizionali però non possono abbassare la guardia. Puntare su qualità e freschezza – sottolinea la ricerca – non basta: è invece fondamentale che i retailer si aprano alle future sfide e opportunità offerte dal mercato, mirando alla massima soddisfazione del cliente. Questo significa adottare un approccio “farm-to-fork” (letteralmente, “dall’azienda agricola alla forchetta”) che punti a supportare una vera e propria trasformazione della filiera dei freschi grazie alle innovazioni tecnologiche, big data in primis.
Come si legge nello studio, non si tratta certo di un processo facile, ma sono molti i vantaggi per i retailer che sapranno adottare efficacemente questo approccio. “Qualificandosi come campioni del fresco – si legge nello studio – i retailer riusciranno ad aumentare la frequenza delle visite dei clienti e del valore del paniere medio, affermandosi come leader del settore”. In particolare, questo porterà ad una maggiore fidelizzazione del cliente, accompagnata da un rafforzamento del brand e della private label dell’insegna. “I retailer che sapranno affrontare efficacemente questa trasformazione – conclude lo studio – diventeranno quindi non solo i campioni del fresco, ma anche i campioni del retail alimentare”.
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