In vendita da un anno negli Stati Uniti, i prodotto garantisce all’organismo tutti i nutrienti necessari ma fa risparmiare tempo, denaro e risorse. Una giornalista l’ha provato per 11 giorni. E il risultato è stato deludente

Ha senso l’efficienza anche nell’alimentazione? Ha senso sostituire ciò che rappresenta il cibo – non solo nutrimento, ma anche socialità, cultura e tradizioni – con una mera risposta al bisogno fisiologico di ingerire nutrienti? Secondo l’ ingegnere californiano Rob Rhinehart sì. E’ lui i creatore di Soylent, un beverone color caffellatte che dovrebbe sostituire il cibo, garantendo all’organismo tutti i nutrienti necessari ma risparmiando tempo, denaro (un pasto costa meno di 4 dollari, circa tre euro) e risorse. «Un mix di massa, energia e informazione è l’alimento base del futuro», promette il foglietto illustrativo.

Il Corriere.it racconta che Rhinehart ha vissuto per un mese nutrendosi soltanto del beverone. «Mi sento come l’uomo da sei milioni di dollari. Il mio fisico è migliorato, la pelle è più pura, i denti più bianchi, i capelli più folti e anche la forfora è sparita», ha annunciato sul suo blog dopo l’esperimento. La giornalista del Corriere ha provato a sua volta Soylent, che sicuramente è vincente per chi ha poco tempo a disposizione da passare in cucina. La preparazione è semplicissima: un misurino di polvere, due misurini d’acqua. Le prime versioni prevedevano l’aggiunta di olio vegetale, la formula attuale è ancora più pratica e il grasso è amalgamato nella base. Il gusto – racconta l’autrice – non è male, a parte il leggero retrogusto di “gesso”. Certo, non ha nulla a che fare con il cibo come noi lo intendiamo tradizionalmente. Per noi il cibo è piacere, storia, tradizione, affetti. Possiamo metterlo da parte, rinunciarvi, solo se c’è in ballo una dieta, e quindi una questione estetica. Ma Soylent non fa dimagrire. Peggio: riduce l’alimentazione, che è cultura, desiderio e socialità, a pura nutrizione, una funzione fisiologica. Inaccettabile per noi italiani.