Dalla Redazione
Il prezzo, per gli italiani, è un fattore sempre meno rilevante se si tratta di riempire il carrello di prodotti alimentari. Lo sottolinea l’ultima ricerca del Censis su ‘La filiera del cibo e le sue opportunità: impresa, lavoro, qualità della vita’, che analizza i consumi alimentari, le preferenze di acquisto e il ruolo sociale di cibo e agricoltura.
Lo studio, come riporta un articolo su Alimentando, evidenzia come il cibo stia diventando una delle prime voci di spesa per gli italiani, riguadagnando centralità nel budget famigliare dopo essere stato per anni messo in secondo piano rispetto ad altri beni (abbigliamento, vacanze, ecc.). Dal 2013 al 2016 le spese alimentari e per la ristorazione sono cresciute del 3,3%. Il 69,9% degli italiani prende in considerazione solo fattori diversi dal prezzo, in particolare la trasparenza, l’impatto sulla salute e la sicurezza. Per il 27,1% del campione contano i prezzi e un altro fattore tra quelli indicati, mentre soltanto l’1,3% sceglie solo in base al costo.
Il 78,2% degli intervistati, sempre secondo l’Istituto di ricerca, è pronto a pagare qualcosa in più per alimenti con ingredienti made in Italy (il 38,5% almeno il 5% in più). Ma ‘italiano’ è anche sinonimo di genuinità e qualità certificata dei prodotti, altro aspetto altamente apprezzato: infatti, il 78,5% del campione è disponibile a pagare di più per alimenti confezionati e realizzati con ingredienti certificati (il 34,8% almeno il 5% in più). Molto importante è anche la sicurezza alimentare, con il 77,3% degli italiani che si dichiara pronto a pagare di più per alimenti oggetto di controlli rigorosi (il 38,4% almeno il 5% in più).
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