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                      Incendio di Eboli, la lettera dei lavoratori: “Cari Marco e Giuseppe Salvi…”

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                      Eboli, la devastazione del magazzino CJO dopo l'incendio

                      Un grave incendio ha distrutto nella serata di venerdì 18 marzo il magazzino di Eboli del Consorzio Jonico Ortofrutticoltori, parte del Gruppo Salvi, con circa 100 dipendenti impiegati. Secondo gli inquirenti non si tratta di incendio doloso – non sarebbe una novità per Eboli e comuni limitrofi come Battipaglia – la causa sarebbe da ricondurre a un corto circuito a un macchinario per la lavorazione del kiwi. L’attività, con la campagna in corso per le fragole, è parzialmente ripresa grazie alla solidarietà di imprese anche concorrenti della zona, come OP Armonia. Intanto i dipendenti hanno espresso solidarietà e vicinanza ai vertici aziendali, a partire da Marco e Giuseppe Salvi, con una lettera accorata che qui riportiamo

                      Dalla Redazione

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                      Eboli, la devastazione del magazzino CJO dopo l’incendio

                      Cari Marco e Giuseppe Salvi (titolari del Gruppo Salvi di Ferrara,  ndr), caro Antonio Costantino (presidente del Consorzio Jonico Ortofrutticoltori, ndr), caro Armando Ligi (direttore operativo del Consorzio Jonico Ortofrutticoltori, ndr) – si legge nella lettera scritta dai lavoratori del magazzino di Eboli divorato dalle fiamme il 18 marzo – quello che è successo venerdì sera rimarrà impresso nei nostri occhi per sempre… Quando ci hanno telefonato per dirci che il nostro magazzino stava prendendo fuoco, molti di noi hanno lasciato la cena sul tavolo e alcuni in pigiama e ciabatte si sono precipitati laggiù…”. Che vi fossero quasi tutti i circa 100 impiegati dal Consorzio lo testimoniano le foto e i reportage sull’accaduto. In lacrime, impotenti di fronte alla devastazione. Il magazzino del CJO si trova nella zona industriale di Eboli (SA), sul confine con Battipaglia, nella Piana del Sele, nota in particolare per la produzione di orticole sotto serra e in piano campo.

                      In quel magazzino non avevamo solo un lavoro – prosegue la lettera -. Quelle mura racchiudevano di più: momenti belli e brutti, sacrifici e a volte litigi, ma anche tante risate, tanti momenti allegri e spensierati attraverso cui una giornata a volte lunga di lavoro diventava leggera e trascorreva veloce. Alcuni di noi lì dentro ci sono cresciuti, sono arrivati che erano poco più che ragazzi e oggi sono uomini e donne, padri e madri con figli a casa. Altri una famiglia l’hanno costruita conoscendosi e lavorando insieme… ma di sicuro tutti noi una seconda famiglia l’abbiamo trovata li dentro“. “Vogliamo mettercela tutta per riavere il nostro posto speciale. Questa lettera è un modo per farvi sentire la nostra vicinanza, anche se è poco, è il nostro modo di offrirvi il nostro aiuto, siamo pronti ad affrontare le difficoltà, ma voi non ci abbandonate! Grazie per quello che ci avete permesso di creare: il nostro piccolo ma grande e unito gruppo di lavoro, la nostra seconda famiglia”.

                      Un primo gruppo di impiegati ha già ripreso a lavorare nella giornata del 22 marzo, grazie alla solidarietà di OP Armonia che ha messo a disposizione un magazzino a Battipaglia. Siamo infatti in piena campagna fragole. “Sono, come tutti i soci, ottimista – ha spiegato il presidente Antonio Costantino a La Città, quotidiano di Salerno e provincia -. Vedere questo primo gruppo tornare a lavoro e ricevere la lettera di tutti i dipendenti ci ha dato forza e coraggio da vendere. La campagna per le nettarine parte a fine maggio. Quindi abbiamo un po’ di tempo per trovare soluzioni. Ce la faremo“. Intanto sul fronte indagini tutto sembrerebbe confermare che si è trattato di un incidente, scaturito da un macchinario per la lavorazione del kiwi, anche se manca ancora il rapporto finale dei vigili del fuoco. La matrice dolosa non sarebbe una novità per questa zona ma, questa volta, pare che la causa non sia dovuta alla mano dell’uomo. Tranquillizzanti i primi dati raccolti dall’Arpac in merito agli inquinanti.

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