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                      Inflazione, si svuota il carrello ma si spende di più. Ortofrutta -5% a volume

                      Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari messi nel carrello della spesa dagli italiani, che sono però costretti a spendere comunque il 7,7% in più: è quanto emerge dall’ultima fotografia dell’Istat relativa al primo trimestre 2023. Le vendite di ortofrutta calano del 5% secondo l’analisi di Assoutenti, che sottolinea come, al netto dell’inflazione, la spesa alimentare degli italiani sia calata di 7,1 miliardi di euro su base annua. Parlando di prezzi all’ingrosso, calano i listini degli ortaggi, anche se il maltempo ha influito sui rincari di asparagi (+56,1%), cipolle (+40,3%), patate (+14,7%), con le cipolle che in un anno aumentate addirittura del 134,5%

                      Dalla Redazione

                      inflazione carrello della spesa

                      Il caro prezzi taglia del 4,9% le quantità di prodotti alimentari messi nel carrello della spesa dagli italiani, che sono però costretti a spendere comunque il 7,7% in più a causa dei rincari determinati dalla crisi energetica. È quanto emerge dall’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio al dettaglio nel primo trimestre del 2023, che evidenziano come rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il food sia una voce sempre più cara e come i consumi di conseguenza diminuiscano in modo progressivo.

                      “Nel primo trimestre del 2023, rispetto al trimestre precedente, sono in aumento le vendite in valore mentre sono pressoché stazionarie o in lieve calo quelle in volume, sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari – commenta l’Istat -. Nello stesso periodo, su base tendenziale, prosegue l’andamento degli ultimi mesi: per entrambi i comparti di vendita a un aumento in valore delle vendite si contrappone una flessione dei volumi, dovuta soprattutto all’andamento delle vendite dei beni alimentari”.

                      Meno 4,9 percento in volume per un più 7,7 percento in valore: “Al netto dell’inflazione, questo significa che la spesa alimentare degli italiani cala complessivamente per 7,1 miliardi di euro su base annua, con una riduzione media di -377 euro se si considera un nucleo con due figli”, commenta Assoutenti facendo un’analisi dei trend delle vendite al dettaglio.

                      La situazione di difficoltà in cui versano gli italiani, costretti a fare economia anche nel cibo, è resa evidente dal fatto che “volano gli acquisti di cibo low cost, con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +9,1% nel trimestre nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio”, torna a sottolineare Coldiretti.

                      Assoutenti, nel descrivere lo scenario critico per i consumi alimentari, evidenzia anche come sono aumentati in modo a volte stellare i prezzi dei cibi freschi, come riporta Il Giornale. Il latte intero ad esempio è cresciuto del 18,8%, il vino di consumo quotidiano ha subito una vera e propria impennata. E mentre crescono i consumi di uova e carne di pollo per via del loro prezzo stabile, si registra invece una contrazione nelle vendite di carne bovina (-14%), riso (-13%), surgelati (- 8,8%), salumi (-7%), ortaggi e frutta fresca (-5%). Anche la pasta e il latte, due dei prodotti più consumati dagli italiani, hanno subito dei cali di consumo importanti.

                      Per quanto riguarda i prezzi all’ingrosso dell’ortofrutta, riporta sempre Il Giornale, a marzo si registra un calo dei listini per i prodotti che richiedono una minima lavorazione e che non hanno bisogno di trasformazione. Rispetto a febbraio, le melanzane sono meno care del 44,3%, i cavolfiori del 34%, le zucchine del 32,2%, i carciofi del 27,6%, gli spinaci del 23,3%, i broccoli del 21%, le bietole del 19,1% e i peperoni del 15,6%. Il maltempo invece ha influito sui rincari di alcuni prodotti agricoli come asparagi (+56,1%), cipolle (+40,3%), patate (+14,7%). Nel caso specifico delle cipolle, poi, in un anno sono addirittura aumentate del 134,5%.

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