Dalla Redazione
Il clima continua a penalizzare l’agricoltura, con il susseguirsi di fenomeni estremi che nei diversi periodi dell’anno hanno colpito molte produzioni strategiche per il settore. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio dell’Istat sul settore primario, che parla di produzioni a segno meno in tutti i principali comparti, mentre per contro i prezzi dei prodotti aumentano.
“La produzione e il valore aggiunto del settore agricoltura, silvicoltura e pesca si riducono nel 2023, rispettivamente, dell’1,8% e del 2,5% in termini reali”, spiega l’Istat in una nota. Anche l’occupazione nel settore è in diminuzione e registra una flessione del 2,4%.
La frutta è in territorio fortemente negativo, con la produzione che in volume segna un -11,2%. Ancora peggio il vino, la cui produzione si contrae del 17,4%, sempre a volume. In diminuzione anche il florovivaismo (-3,9%), l’ olio d’oliva (-3%), le attività di supporto (-1,6%) e il comparto zootecnico (-0,9%).
Annata favorevole, invece, per piante industriali (+10,2%), cereali (+6,6%) e attività secondarie (+7,2%).
Nel 2023 prosegue la crescita dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+3,9%), in particolare dei prodotti zootecnici (+7,1%). Si riducono, invece, i prezzi dei beni e servizi impiegati (-2,5%) dopo i forti rialzi registrati nell’ultimo biennio.
A livello europeo l’Italia si conferma al secondo posto per valore aggiunto e al terzo per valore della produzione tra i 27 Paesi dell’Ue: in Europa il calo medio è stato rispettivamente dello 0,4% e dello 0,8%.
Il valore di mercato della produzione agricola italiana (incluse silvicoltura e pesca) si è attestato a 77 miliardi di euro, rispetto ad un valore complessivo della produzione agricola europea di 537,1 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto si è attestato a 40,5 miliardi in Italia, sui 225,6 miliardi complessivi dei Ventisette.
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