di Eugenio Felice (versione integrale dell’intervista nell’edizione di ottobre di Fm)
Cosa può rendere la produzione italiana più competitiva in Asia?
Sono convinto che l’Italia disponga di molte tipologie di frutta di qualità eccellente, amo gustarla ogni volta che mi trovo in uno stabilimento di confezionamento o nelle nostre coltivazioni in Italia. Il punto non è se la produzione italiana sia pronta per il mercato asiatico, quanto invece se l’Italia abbia davvero intenzione di commerciare in Asia. In un primo momento sembrerà strana questa affermazione, poiché ogni volta che parli con coltivatori o confezionatori in Italia, tutti dicono che vogliono esportare in Asia. Io però non credo che questo sia vero. Il maggior mercato per l’Italia è ancora l’Europa, per cui gli esportatori italiani non avvertono l’urgenza di investire nel mercato asiatico. Considerano l’Asia come un mercato “bonus” o “in più”, non certo fondamentale.
Ma è facile capire il perché: chi vuole spedire in Asia con tempi di trasporto di oltre 30 giorni, standard qualitativi elevatissimi e il rischio di non essere in grado di rientrare dall’investimento? Così, solo una manciata di produttori italiani sono davvero disposti a correre questo rischio. Per avere successo in Asia, un produttore italiano deve avere la giusta mentalità e considerare l’Asia come un’opportunità e non come un mercato “in più”. Deve quindi fornire qualità eccellente, secondo le richieste dei clienti asiatici e non il contrario, quindi aspettandosi che il cliente asiatico debba adattarsi a tutto ciò che proviene dall’Italia. Per spiegare questo concetto utilizzo spesso una metafora legata al mondo dell’abbigliamento. Se entri in un negozio in cerca di una polo di taglia larga ma il negoziante ti dice che ha solo taglie medie e insiste dicendo che dovresti comprare una taglia media, non vorresti andartene?
La lezione importante da imparare è questa: se l’Italia vuole avere successo in Asia, deve cambiare mentalità. Un’altra cosa importante che potrebbe ostacolare lo sviluppo di prodotti italiani in Asia è capire come coltivare la frutta destinata all’Asia, come confezionarla e spedirla nel modo migliore. Questo richiederà tempo e studio. Infine, è necessario che il governo italiano prenda iniziative importanti per aprire ulteriormente i mercati per l’ortofrutta in Asia. Al momento abbiamo protocolli attivi solamente per l’export di kiwi e agrumi in Cina, mentre ancora non esiste alcun protocollo per esportare ortofrutta in altri mercati importanti, come Vietnam e Thailandia.
Omnifresh ha debuttato ad Asia Fruit Logistica (leggi qui). Quali sono i vostri obiettivi a breve?
La ragione alla base di Omnifresh sta nel fatto che i tre partner Rivoira, VI.P Val Venosta, e RK Growers considerano l’Asia come un mercato grande con molte opportunità per la mela italiana. Rivoira e VI.P offrono assieme oltre 400 mila tonnellate di mele italiane di vario tipo e di alta qualità, mentre RK Growers può contare su oltre 30 anni di esperienza nell’export in tutto il mondo, Asia compresa. È grazie a realtà di questo potenziale, che decidono di unire le proprie forze, che Omnifresh può competere con facilità nel mercato instabile e competitivo dell’Asia.
Il nostro obiettivo nei prossimi dodici mesi è promuovere Ambrosia, mela dal gusto fantastico. Molti dei nostri distributori e clienti in Asia l’hanno già provata, rimanendo sbalorditi dal colore bellissimo, dal gusto dolce come il miele, e dalla sua croccantezza. Tutti loro credono che l’italiana Ambrosia abbia un potenziale enorme per l’Asia. In più, abbiamo anche un’ampia selezione di mele bio: VI.P Val Venosta è infatti uno dei più grandi produttori di mele biologiche in Italia. Per cui il nostro lavoro nel corso dei prossimi dodici mesi sarà far provare e conoscere ai consumatori asiatici le nostre incredibilmente gustose mele italiane.
++Nota biografica sull’intervistato: Kevin Au Yeung è oggi Asia Market Manager di RKG Asia Ltd, società controllata da RK Growers Srl. Kevin è cresciuto a Hong Kong e ha studiato in Canada. Ha lavorato in Asia per oltre 17 anni e conosciuto tutte le complessità commerciali e culturali del business sul mercato asiatico. Nel 2016 è stato assunto da RK Growers, come responsabile commerciale per l’area asiatica. “Da quel momento – ci ha detto – ho imparato molto sul commercio dell’ortofrutta e ho incontrato molte persone fantastiche, molte delle quali oggi sono buoni amici”.++
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