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                      La dieta del futuro? Maggiore varietà, con più carboidrati, frutta e verdura

                      Consumi Coop Expo
                      Si è parlato di cibo del futuro a Expo, lunedì 22 giugno, durante l’incontro organizzato da Coop Italia, con la partecipazione del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. Durante l’incontro sono state presentate due ricerche condotte da Doxa e Nielsen su quello che succederà a livello di consumo e distribuzione nei prossimi anni. Emerge una maggiore apertura verso cibi alternativi, una maggiore attenzione verso quelli funzionali e salutistici, con la consapevolezza che il mangiar sano passa da frutta e verdura. A livello di grande distribuzione, la grande sfida si chiama commercio elettronico

                       

                      Dalla Redazione

                       

                      Nuove tendenze DoxaVilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa Spa, ha presentato i dati di una ricerca effettuata in 8 Paesi: Italia, Germania, Regno Unito e Stati Uniti che rappresentano la tradizione; Russia, India, Cina e Brasile che rappresentano i Paesi in via di sviluppo e quindi l’innovazione.  Fra i vari dati, il fatto che il 41% degli italiani pensa che il cambiamento del cibo non sarà così radicale, una delle paura maggiori è quella della manipolazione (70% degli italiani), ma nonostante tutti i cambiamenti che si prevedono una cosa rimarrà invariata, ossia che le caratteristiche del cibo verranno sempre scelte principalmente dal cittadino (44% in totale di cui 62% degli italiani). C’è una visione generale di apertura per il cibo etnico e maggior interazione tra le culture diverse, l’80% afferma che sarà favorevole al consumo del cibo alternativo (insetti, plancton, alghe..), tuttavia Brasile e Italia si dimostrano i Paesi più conservatori e legati al territorio.

                       

                      Dieta del futuro DoxaMike Watkings, Head of Retailer and Business Insight Nielsen, ha presentato una ricerca da cui emerge quello che potrebbe essere il futuro dei produttori e della grande distribuzione. Se infatti, già nel 2020 il 20% delle vendite di beni di largo consumo saranno online, fatti nel 90% dei casi da smartphone o tablet. Non solo, già oggi il 50% dei consumatori legge le etichette per informarsi sugli aspetti nutrizionali dei prodotti e il 33% delle famiglie ha componenti con problemi di salute che influenzano le scelte di cosa e dove comprare. Tutto ciò, tenendo conto che il 79% della classe media sarà nei Paesi emergenti entro il 2030, che il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle grandi città intorno al 2050 e che il 15% della popolazione mondiale è ancora sotto nutrita.

                       

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