di Eugenio Felice
OrtoRomi diventa maggiorenne – con il 2014 sono infatti 18 anni di attività – e dà una decisa accelerata a quel processo di rinnovamento continuo che da sempre ha caratterizzato la sua storia. Importante co-packer per le buste di quarta gamma a marchio della distribuzione, presente in tutta Italia grazie allo stabilimento di Bellizzi (Salerno) che dal 2008 permette di servire anche il centro-sud, riconosciuta per l’elevato livello qualitativo espresso, OrtoRomi lancia dopo due anni di preparazione il nuovo marchio ombrello Insal’Arte che caratterizzerà nel brevissimo termine i suoi prodotti di quarta gamma a marca commerciale. Un marchio premium, una alternativa – nei fatti – a Bonduelle e una risposta concreta alla grande distribuzione che solo la settimana scorsa, al convegno Aiipa (leggi la news) del Cibus, si è lamentata che in Italia mancano marche commerciali forti: “La marca privata – aveva detto Domenico Brisigotti di Coop Italia – è forte perché è debole quella commerciale”.
Il prodotto migliore al giusto prezzo. Sarebbe riduttivo però parlare solo di un marchio nuovo per l’azienda che più di ogni altra è crescita lo scorso anno nel settore della quarta gamma. “In realtà – ci spiega Fabio Ferrari, dal febbraio 2013 alla direzione commerciale della cooperativa padovana dopo un’importante esperienza a La Linea Verde di Manerbio – Insal’Arte è la nostra private label, nel senso che abbiamo messo insieme tutti i capitolati più restrittivi della grande distribuzione per raggiungere il top in termini di qualità. Una cosa unica in Italia perché ora un capitolato strettissimo sulla marca commerciale non lo ha nessuno. Ciò significa zone di produzione dedicate, agronomi dedicati e linee di lavorazione dedicate, alcune all’interno del nuovo stabilimento di Borgoricco, che va ad aggiungersi e non a sostituire quelli attuali, proprio in vista dell’aumento dei volumi produttivi, con tecnologie all’avanguardia, come il magazzino automatico e il sistema di raffrescamento ad ammoniaca. La qualità sarà poi percepibile dal consumatore finale, al di là degli aspetti di marketing che già da soli sono dirompenti. Parlo quindi di sapore, colore, struttura fogliare, shelf-life”.
Articolo completo sul numero di luglio di Fruitbook Magazine
[maxbutton id=”2″]
[maxbutton id=”3″]