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                      L’Italia dice ufficialmente no alla carne sintetica. A Palazzo Chigi si sfiora la rissa

                      La Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva il disegno di legge presentato dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che sancisce il divieto di produzione e commercializzazione nel nostro Paese di carne sintetica, ovvero coltivata in laboratorio, e introduce anche le restrizioni sulle denominazioni delle alternative vegetali alla carne. La legge prevede sanzioni da 10 mila a 60 mila euro per ogni violazione. Coldiretti applaude e fuori da Palazzo Chigi si sfiora la rissa tra il presidente Ettore Prandini e i vertici di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova. Codacons ha aperto in merito un esposto. E intanto l’associazione Essere Animali esprime preoccupazione per un provvedimento “che frena l’innovazione e lo sviluppo sostenibile”

                      Dalla Redazione

                      carne sintetica

                      La Camera ha dato il via libera definitivo al divieto di produrre e vendere in Italia carne sintetica. Con 159 voti favorevoli, 53 contrari e 34 astenuti, l’Assemblea di Montecitorio ha approvato il disegno di legge presentato dal ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida. Questa decisione fa dell’Italia il primo Paese in Europa a introdurre una simile restrizione. La nuova normativa proibisce la produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi derivati da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati: sono previste sanzioni da 10 mila a 60 mila euro per ogni violazione. “In Europa vorremmo convincere le altre nazioni a fare le stesse scelte dell’Italia – ha detto il ministro in Aula alla Camera – non ci vogliamo proprio arrivare alla certificazione di queste procedure per trasformare il cibo coltivato in qualcosa di utilizzare”.

                      Non solo, il nostro Paese ha detto ufficialmente no anche al cosiddetto “meat sounding”, vietando quindi l’uso del termine “carne” e di altre terminologie proprie dell’industria animale per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali.

                      Coldiretti applaude e si sfiora la rissa

                      Applausi di soddisfazione hanno accompagnato l’approvazione della legge che pone il divieto alla produzione e all’immissione sul mercato italiano di proteine coltivate in laboratorio. In prima linea fra i sostenitori la Coldiretti, che ha lottato streguamente in tutti questi mesi contro la cosiddetta “carne Frankenstein”.

                      Per nulla soddisfatti, invece, i vertici di +Europa Riccardo Magi e Benedetto Della Vedova, che fuori da Palazzo Chigi, sotto il porticato della Galleria Colonna dove Coldiretti aveva organizzato un sit in, si sono letteralmente scontrati con il presidente dell’associazione degli agricoltori Ettore Prandini, sfiorando la rissa. Prandini ha attraversato la strada puntando contro i due deputati che a loro volta manifestavano contro il divieto di fronte alla sede del governo. “È arrivato come un ossesso dicendomi delinquente e ci ha aggrediti fisicamente”, ha detto Della Vedova. Ci sono stati spintoni e insulti, ed è dovuta intervenire la polizia per trattenere Prandini e separare i manifestanti.

                      Il Codacons ha presentato questa mattina formale esposto chiedendo alla magistratura di “predisporre tutti i controlli necessari per accertare la possibilità del configurarsi di fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale quali i reati di abuso d’ufficio e Istigazione a disobbedire alle leggi e ogni fattispecie criminosa che venisse individuata”, si legge in una nota, in cui si sottolinea che  le carni sintetiche ad oggi sono state definite “rischiose per la salute e, come tali, non possono essere prodotte e commercializzate”. Dunque i suddetti parlamentari, secondo il Codacons, nel manifestare attivamente contro tale legge, sarebbero andati ben oltre quelle che sono le loro funzioni ed avrebbero propugnato una attività nociva per la salute, finendo quindi denunciati in Procura.

                      La preoccupazione di Essere Animali: “ È un freno all’innovazione e allo sviluppo sostenibile”

                      Essere Animali esprime ancora una volta profonda preoccupazione per una decisione che frena ingiustamente un settore, quello delle proteine alternative, che ha un doppio vantaggio: “da un lato, non contribuisce all’allevamento intensivo di animali, e dall’altro, gioca un ruolo importante nel ridurre le emissioni di gas climalteranti generate dal settore alimentare”, scrive l’associazione.

                      “Nel caso della carne coltivata nello specifico, questa misura – continua Essere Animali – avrà il grave effetto negativo di rendere impossibile lo sviluppo di aziende italiane in un settore potenzialmente in grande crescita, capace di creare posti di lavoro e indotto economico. Inoltre spingerà alla fuga ricercatori e ricercatrici italiani interessati a lavorare in questo settore. Infine, limiterà la libera competizione nel mercato e la libera scelta di cittadine e cittadini di mangiare ciò che desiderano”. Un sondaggio condotto tra i consumatori italiani rivela infatti che il 55% è interessato all’acquisto di carne coltivata, mentre il 75% crede che sia necessario ridurre il consumo di carne convenzionale.

                      Per quanto riguarda invece le limitazioni all’etichettatura dei prodotti a base vegetale, che non potranno evocare nomenclature legate agli alimenti di origine animale, “questo provvedimento danneggia ancora una volta le aziende italiane che producono cibi consumati regolarmente da un italiano su due”, conclude Essere Animali. Secondo le ricerche di settore, l’Italia è il terzo mercato in Europa per quanto riguarda i prodotti a base vegetale, con un aumento delle vendite del 21% tra il 2020 e il 2022 e un giro d’affari che supera i 680 milioni di euro.

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